Abbiamo chiesto a Luca Ferrieri, bibliotecario a Cologno Monzese, e autore del recente La lettura spiegata a chi non legge, un punto sulle questioni aperte nel rapporto fra gli e-book (o meglio, il “digitale” legato ai “libri”), la lettura e i lettori.
di Luca Ferrieri | Per comodità argomentativa e per favorire la discussione organizzo il post a tesi. È un po’ lungo e mi scuso anticipatamente.
1 – Qualcosa sta cambiando sul serio
Quella che si annuncia è la “quarta rivoluzione del libro”, come dice Roncaglia. Probabilmente è quella che determinerà la più ampia “rivoluzione della lettura” dall’avvento del codex in poi. Insomma, non siamo di fronte a una bolla tecnologica o a una moda culturale. Alla base c’è una scoperta tecnica (quella dell’inchiostro elettronico) che intercetta un bisogno culturale (più libertà, più mobilità, più informazione) e una mutazione nell’organizzazione del lavoro intellettuale (la nascita del cognitariato dopo il tramonto del fordismo): una miscela esplosiva. Sullo sfondo il web 2.0 e tutto quello che più o meno significa. E bisogna tener presente che siamo agli albori di questa rivoluzione: nessuno di noi può avere un’idea precisa di come sarà l’ebook tra dieci anni (in tre anni ne abbiamo visto passare già tre “generazioni”) e di come leggeremo tra venti.
2 – La grande paura
Più di duemilaquattrocento anni fa Platone sosteneva che il libro avrebbe potuto distruggere la capacità di pensare e la memoria delle persone (“ciò che si conserva veramente si conserva nell’anima e non in un libro”). Nel Settecento la crescita della diffusione del libro a stampa produsse la convinzione che “l’esercizio solitario della lettura potesse portare al […] rifiuto della realtà” oltre che ad altre gravi malattie come ostruzione dello stomaco, masturbazioni e flatulenze (Chartier). E’ del tutto naturale che nel clima millenaristico diffuso intorno a noi qualcuno pensi che, con l’avvento dell’ebook, disimpareremo del tutto a leggere. E’ del tutto naturale che Nicholas Carr, attribuendo a Internet e al libro elettronico fenomeni che in realtà sono oggi trasversali a tutti i media, compresi quelli cartacei, sostenga che l’ebook “ci rende stupidi”. E’ normale, anzi vitale, aver paura di fronte a un futuro che presenta molti aspetti oscuri o minacciosi; ma non bisogna fare della paura l’unico argomento e l’unico consigliere.
3 – Le potenzialità
Con l’ebook sarà possibile:
a) guadagnare spazio in casa e conservare più libri;
b) avere più scelta di acquisto e di lettura;
c) leggere più comodamente in mobilità;
d) approvvigionarsi in un click, in qualunque ora della giornata e in ogni luogo del pianeta (tutti i libri sono allo stesso click di distanza, come dice Granieri) ;
e) avere una maggiore bibliodiversità;
f) pagare meno i libri;
g) prendere in prestito e prestare libri (diritto d’autore permettendo);
h) tenere traccia delle proprie letture;
i) leggere su uno schermo tascabile che ha una risoluzione uguale o superiore a quella della carta;
l) ingrandire o modificare i caratteri a piacimento (per presbiti e ipovedenti e non solo);
m) convertire il testo in audio attraverso la sintesi vocale (per ciechi e ipovedenti e non solo);
n) trovare rapidamente un punto del testo o una citazione;
o) copiare, incollare, trasformare il testo;
p) mescolare lettura e scrittura;
q) scambiare opinioni con altri lettori mentre si legge (social reading);
r) sottolineare, appuntare, glossare e vedere le sottolineature e gli appunti degli altri;
s) effettuare sedute virtuali di gruppi di lettura;
t) avere dei libri con diversi strati di lettura e diversi livelli di approfondimento (augmented reading);
u) vedere la traduzione dei termini stranieri mentre si legge; ecc.
Attenzione, queste sono comunque delle potenzialità, la cui effettiva realizzazione dipenderà anche dalle scelte dei produttori di hardware e software, degli autori, degli editori e dei lettori e dai reciproci rapporti di forza.
4 – I rischi
Il pericolo maggiore non è che l’ebook uccida il libro di carta (che sopravvivrà eccome!), ma che venga fagocitato e inglobato dall’”industria dei contenuti”, dando luogo a un ibrido televisizzato, magari infarcito di interruzioni pubblicitarie, controllato a vista in un sistema culturale sempre più pervasivo e violento. In qualche modo questo processo riguarda anche il libro di carta (che è già ora un anello della catena multimediale) e se non adeguatamente combattuto andrà avanti comunque. Ma la tecnologia digitale esalta insieme le possibilità di libertà e quelle di controllo e censura, come sappiamo. Quando Amazon penetra nella libreria virtuale dei lettori per “riprendersi” un libro ritirato dall’editore, e peraltro regolarmente acquistato, esercita una prepotenza che fa davvero paura (come fanno paura la schedatura e il controllo delle nostre letture). Per colmo di ironia il libro era 1984 di Orwell…
Grazie al fenomeno della lunga coda, che caratterizza l’economia del web, potrebbe aumentare la bibliodiversità, perché sarà teoricamente possibile trovare il libro che ci interessa anche se si trattasse dell’unica copia venduta. Ma questo processo potrebbe cambiare di segno se dovessero ulteriormente proseguire i fenomeni di concentrazione editoriale e se la attuale strozzatura monopolistica della distribuzione fosse sostituita da un analogo ruolo esercitato dagli store virtuali, anche grazie ai famigerati lucchetti di protezione (DRM). La bibliodiversità potrebbe rovesciarsi in un supplizio di Tantalo: vedere il libro e non poterlo leggere! Scaricarlo e non poterlo aprire…
Quanto a portabilità e mobilità occorre non dimenticare: che gli ebook (come i cellulari, anche se la loro durata è molto più lunga) hanno, per ora, bisogno di essere ricaricati; che hanno bisogno di connettività; che se vuoi leggere mentre fai la fila in banca, scordatelo, perché l’ebook, considerato “oggetto metallico”, non supera il metal detector.
5 – Come cambia la lettura
La lettura lineare, sequenziale, cui siamo stati abituati dal libro cartaceo, non scompare con l’ebook. Molto spesso si confonde la lettura digitale con quella ipertestuale o con la navigazione su Internet. In un certo senso l’ebook addirittura accentua la verticalità della lettura, recuperando la dimensione di “srotolamento” del volumen che era stata soppiantata dal codex (Darnton). Proprio perché nell’ebook tutto scorre, come in un imbuto, e il testo prende la forma del suo contenitore, la direzionalità alto-basso, sinistra-destra, inizio-fine, viene enfatizzata. Si fa perfino fatica a saltare le pagine, perché le pagine non ci sono più (o sono virtuali).
D’altra parte è vero che questa linearità prende una forma che potremmo definire rizomatica. Ogni nodo è uno snodo, l’articolazione della pagina viene sostituita da quella dei bookmark (che mettiamo noi). Si legge letteralmente in una rete. L’unità di misura testuale passa dal libro alla biblioteca: e questo sia perché sull’ebook trovano capienza più di mille libri, e sia perché i testi della biblioteca possono essere molto più facilmente organizzati, letti in parallelo e ricombinati. Il lettore usa con più frequenza tre movimenti, presenti anche nella lettura cartacea, ma che ora assumono un rilievo diverso: il passo del gambero (si torna indietro per rileggere o ritrovare un punto), il passo del granchio (si scarta lateralmente, si apre un’altra finestra, si segue un link) e il passo della cavalletta (si salta a un altro testo). La lettura delle note di un testo è infinitamente più agevole sull’ebook che sul testo stampato, perché non c’è abbandono del testo di partenza, basta cliccare per leggere la nota e ricliccare per tornare al testo. La lettura è molto più fluente, più intertestuale, ma anche più erratica. È molto più facile sconfinare, anche perché i confini del testo si fanno più labili.
6 – Spazi e tempi: la relatività della lettura
La dimensione topo-cronologica è quella che, nella mutazione, subisce le torsioni più interessanti. Il regime di ubiquità e connettività globale della lettura produce molte conseguenze, alcune delle quali ancora non possiamo nemmeno immaginare. Leggere dove e quando capita da un lato fa diminuire l’attenzione per gli spazi e i tempi dedicati, dall’altro aumenta l’adattabilità della lettura, la sua capacità di resistere in situazioni ostili (attraverso la cosiddetta lettura interstiziale, che si pratica nei tempi morti, nei luoghi di attesa e di spostamento). Il fatto che ci sia sempre qualcuno che legge con noi (social reading) può favorire la lettura condivisa, ma anche lo spaesamento e il senso di violazione della privacy e dell’individualità della lettura, sebbene esistano tutti gli strumenti per difendersi dalle intrusioni.
In realtà proprio l’ebook potrebbe consentire di rilanciare quella temporalità sospesa, quel mondo parallelo che viene instaurato dalla lettura, ribadendo la superiorità del tempo cairotico (quello dell’istante, del momento opportuno) sul tempo cronologico. L’ebook inaugura una controtendenza all’interno della sfera digitale: ri-territorrializza il digitale, perché lo àncora alla comunità dei lettori e alla fisicità dell’atto di lettura; crea una continuità temporale (fatta di storie) all’interno del mondo discreto del digitale. In questo senso potremmo dire che reintroduce un elemento “analogico” nel digitale; ma come Ong ha parlato di “seconda oralità” per indicare l’oralità che viene dopo la vittoria della scrittura, così in questo caso dovremmo parlare di “seconda analogicità”, perché si tratta di un’analogicità pienamente consapevole della egemonia digitale.
7 – Corpi e protesi
Sentiamo spesso molte lamentele su tutto quello che si perderebbe con l’ebook: ad esempio l’odore della carta, il fascino impagabile di toccare il libro, la manualità dell’atto di leggere. Per lettori e bibliofili l’odore della carta e del balacron hanno sempre rappresentato dei potenti attrattori e inebrianti. E sarebbe assurdo profumare gli ebook con aromi cartacei come ha fatto la azienda statunitense Smell of Books . Ma le mani e il naso sul libro continueremo a metterle anche con l’ebook, seppure in modo diverso. Occorre liberarsi dall’idea che i nuovi media digitali escludano la fisicità e la sensorialità dai processi conoscitivi. Anzi, se pensiamo ai device come protesi del nostro corpo, ci accorgeremo di come essi dischiudano molte nuove forme di con-tatto: le possibilità di toccare un testo, vederlo, chiosarlo, suonarlo, ascoltarlo, disegnarlo, tracciarlo, riprodurlo, manipolarlo, ne saranno enormemente aumentate. Non è vero che il testo è solo nelle nuvole (in the cloud): è materialmente sotto le nostre dita, sinesteticamente presente, anche se questa nuova fisicità dell’atto di leggere ci è ancora largamente ignota.
8 – Contraccolpi sulla filiera
Nella “fabbrica del libro” cambierà molto (se non tutto), ma anche in questo caso occorre liberarsi dai fantasmi della disintermediazione, che suggeriscono un futuro da incubo in cui scompariranno, in successione, librerie biblioteche ed editori (anche in questo scenario rimarranno comunque vivi e vegeti gli autori e i lettori, e non è poco). In realtà ci sarà più e non meno bisogno di mediazione, o di ri-mediazione, come dicono Bolter e Grusin, ossia di competenze “terze” e di rielaborazioni inter-mediali che si collochino tra l’autore e il lettore: per orientarsi, per scegliere, per capire, per cercare, per trovare, per commentare, per organizzare (i cataloghi e i lettori). O non crederemo alla favola che “c’è tutto su Internet”? Per usare un motore di ricerca in modo avvertito, ad esempio mettendo in conto la non-neutralità dei suoi algoritmi, è necessaria più mediazione, più conoscenza e non solo tecnica ma umanistica.
Sicuramente però l’avvento dell’ebook determinerà (anzi sta già determinando) grandi sommovimenti e nuovi posizionamenti nella filiera. A partire dal fatto che i costi di distribuzione e di edizione tenderanno a zero e se i prezzi non scenderanno di conseguenza, vorrà dire che qualcuno si è mangiato la fetta della torta rimasta libera.
Ci sarà, probabilmente, un salutare rimescolamento di ruoli. Per esempio gli editori dovranno fare un po’ i bibliotecari, perché un libro si potrà acquistare, prendere in prestito e leggere direttamente dai loro siti (o dagli store in cui il ruolo degli editori sulle scelte di prezzo e di proprietà intellettuale rimane determinante). Ma anche i bibliotecari, come gli autori, dovranno fare un po’ gli editori, non solo perché le biblioteche diventeranno sempre di più luoghi di produzione culturale a pieno titolo, ma anche perché dovranno occuparsi delle prospettive dell’autopubblicazione , che finalmente si sgancerà dall’attuale vocazione narcisistico-speculativa-sottoculturale per diventare una modalità di pubblicazione alla pari di altre. L’ebook sta già innestando questo processo (si veda l’Elogio degli ebook di Mauro Sandrini). Le librerie soffriranno inizialmente il colpo più duro, ma se sapranno reinventarsi, come dovranno fare anche le biblioteche, e trasformarsi in case del libro e in luoghi di socialità dei lettori, potranno addirittura conoscere una stagione di revival, come è successo in America dove le grandi catene di Barnes & Noble si sono convertite in outlet di vestiario, ma le piccole librerie si sono moltiplicate, offrendo servizi specializzati, offerte di libri fuori catalogo o usati, consulenza, aiuto e informazioni. Librerie e biblioteche si assomiglieranno, da questo punto di vista, sempre di più, ma non è detto che questo sia un male.
9 – E i lettori?
A prezzo di una dura battaglia, che peraltro è tutta da cominciare, i lettori potrebbero perfino conquistare più potere e più diritti (si vedano, a questo proposito, le prime carte di diritti del lettore digitale che stanno vedendo la luce). Come? Attraverso un esercizio più ampio, circostanziato, competente della scelta di che cosa leggere. Grazie a una serie di servizi bibliografici e informativi mirati e personalizzati che librerie e biblioteche potrebbero mettere a disposizione. Sfruttando il tam tam e la capacità comunicativa e organizzativa degli altri lettori. Condizionando maggiormente le politiche editoriali. Difendendo ed esigendo una qualità, anche tecnica, del prodotto digitale che oggi è ancora molto lontana (c’è il rischio che l’ebook porti ad un impoverimento nell’impaginazione, nella grafica, nella correzione di bozze). E soprattutto attraverso un rapporto diretto con gli autori che non si limiti alla possibilità di contattare l’autore mentre si legge (servizio che Amazon ha già reso disponibile), ma renda possibile condividere strategie promozionali, avanzare critiche e suggerimenti, rendere più trasparente non solo il mercato editoriale ma anche l’officina degli autori. L’ebook potrebbe rappresentare così un possibile strumento per l’aumento della diffusione della lettura e della democrazia letteraria.
sul tema si veda anche:
– Leggere nell’era dei libri digitali, del print-on-demand e degli ebook
– per seguire le idee a proposito di lettura e e-book
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