Il punto è che c’è un tale che fa l’assessore alla cultura alla provincia di Venezia che vorrebbe far sparire dagli scaffali delle biblioteche della sua zona una serie di libri. Sono i libri scritti da scrittori che lui dice che andrebbero banditi.
Sì proprio così: questo signore crede di potersi permettere di dire che ci sono dei libri che vanno soppressi, rimossi, fatti sparire, e le voci che ci sono dentro fatte tacere.
Come stanno spiegando bene in molti (per esempio Loredana Lipperini e Michela Murgia e WuMing) questo tale, l’assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon (attualmente del PDL, ex Fronte della Gioventù) ha deciso che nelle biblioteche della provincia vengano tolti dagli scaffali i libri degli autori che nel 2004 firmarono un manifesto per la scarcerazione di Cesare Battisti. Manifesto che, come dice Simonetta Fiori oggi su La Repubblica, fu certo improvvido e secondo me quegli scrittori presero un abbaglio.
Direi che questo non è il luogo per dire tutto il disprezzo che provo nei confronti di Battisti e di tutti i terroristi.
Ma i libri che cosa c’entrano in questa faccenda?
Ecco, come dice Michela Murgia,
Nel circuito bibliotecario del Veneto il Mein Kampf di Adolf Hitler è disponibile al prestito in ventisei copie, di cui una nella biblioteca dell’Istituto Storico della Resistenza di Belluno. Nessuno si è mai sognato di chiederne la rimozione, o di obiettare che i soldi pubblici non devono servire a comprare le opere di un dittatore colpevole di genocidio. Se qualcuno si permettesse di proporre l’epurazione di quel noiosissimo libro, io mi opporrei con tutti i mezzi a mia disposizione, perché l’autonomia di pensiero delle persone si costruisce legittimando la libertà di espressione anche delle idee che consideriamo più aberranti e che preferiremmo non sentire esprimere, dato che conosciamo le conseguenze.
Appunto: nessuno si sogna di chiedere di bruciare il Mein Kampf (aberrante) o un libro di Bruno Vespa (orrendo): perché la libertà di espressione è un bene supremo, anche davanti a idee non condivise. La richiesta di Speranzon è terribile, evoca, ovviamente, scenari spaventosi, quelli di Bradbury, dell’inquisizione, dei nazisti e dei franchisti, di Stalin.
Andrea Camilleri intervistato da Simonetta Fiori, dice:
[A Speranzon] proporrei di organizzare un bel rogo di libri. Una soluzione che nella Germania nazista ha avuto un discerto successo: l’assessore che viene dal Fronte della Gioventù, dovrebbe saperlo.
PER AGGIORNAMENTI DELLA STORIA,
–> IL BLOG DI LOREDANA LIPPERINI
–> LA PRESA DI POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA BIBLIOTECHE
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