
L’altro giorno, mentre leggevo Il buon soldato di Ford Madox Ford mi sono reso conto di quanto sia stata importante nelle mie letture la collana de “I grandi libri Garzanti” .
[Curioso il fatto che ora il Buon Soldato non sia più nel cataolgo Garzanti – ma sia pubblicato da Bompiani, ma questo era solo un pretesto per parlare dei “Grandi libri”].
Sono libri quasi perfetti, i Grandi libri Garzanti.
1) Primo perché, essendo classici, son quasi tutti libri bellissimi.
2) Hanno sempre introduzioni ricche e complete, ottime per gli studenti per esempio, o per chi deve scrivere o riassumere o recensire o comunque farsi un’idea dell’autore, del contesto in cui scrisse e del romanzo (se mai il problema potrebbe nascere se siete lettori che “leggono soprattutto per la trama“: l’introduzione riassume quasi sempre la storia; conosco persone che si infuriano quando capita loro di leggere introduzioni del genere: anche se si tratta di romanzi come Guerra e pace o Huck Finn, romanzi insomma la cui “trama” è arcinota).
3) In generale, la collana mi dà sicurezza nei momenti difficili: ci navighi dentro con un po’ di certezze, trovi il meglio della letteratura, ti viene l’idea che scegliendo qui dentro ti puoi abbandonare alla lettura…
4) Secondo me sono belli anche da vedere; grafica quasi immutata da decenni; semplici e modesti. Vanno dritti al sodo.
Scusate: era un semplice e modesto elogio a una collana storica, che spesso le librerie lasciano un po’ in parte, nascosta. Forse contando sul fatto che quel catalogo lì dentro si vende sempre.
[Nei prossimi giorni magari torno sul romanzo “inattuale” di Ford Madox Ford, romanzo sulla borghesia nella La Belle Epoque]
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