Domenica scorsa sul domenicale del Sole 24 Ore, Davide Rondoni, a proposito di lettura, leggere tanto, poco o per nulla, ci invita a riconsiderare sempre, e sempre di nuovo,
le motivazioni della lettura. (L’aridità uccide la lettura)
In Italia si legge poco – dice Rondoni, – perché mancano le motivazioni.
Bisogna lavorare sulle motivazioni. Si legge
per conoscere se stessi e la realtà attraverso l’uso di parole accese. Si legge per conoscere.
Motivazione esistenziale insomma. La tensione alla conoscenza. Sulla quale dovrebbero lavorare le scuole e anche i neonati “Centri per il libro e la lettura” (quello di Gian Arturo Ferrari). Rondoni definisce aberrante che i professori di scuola dicano che la letteratura serva a “esprimere sentimenti profondi”. Propone che l’insegnamento alla letteratura sia “facoltativo”. E che sia un insegnamento a leggere. “Se un insegnante non è in grado di farsi seguire dai ragazzi sulla motivazione a leggere, sia invitato fermamente a cambiare mestiere.”
Cosa ci spinge a leggere, dunque?
Ne abbiamo parlato anche in:
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– Perché leggiamo romanzi e racconti? Una risposta di Paul Auster
– Lo scrittore porta la scintilla: quel che brucia lo mettiamo noi lettori
– Il destino, le correzioni, franzen e le passioni tristi
– Perché leggiamo storie di finzione?
– Perché leggiamo? il brivido del destino
– Finction, falsificazione, romanzi e racconti [e il perché li leggiamo]
Ciao a tutti 🙂
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