Penelope Lively è stata una delle mie scoperte recenti più soddisfacenti, grazie a *Tre vite* di cui ho parlato un annetto fa. Una di quelle scrittrici _come Joyce Carol Oates o Ann-Marie MacDonald o Anne Tyler_ che mi stupiscono e mi affascinano non solo per le loro narrazioni, ma anche, e soprattutto, per la loro abilità nello scrivere.
Questo *Appunti per uno studio del cuore umano*, edito recentemente da Guanda, non è stato all’altezza di *Tre vite*, ma merita comunque una lettura, e una recensione.
E’ ambientato nell’Inghilterra sudoccidentale, dove Stella Brentwood, antropologa in pensione, si ritira dopo anni in giro per il mondo _a Malta, sul Delta del Nilo, nelle Orcadi_ a studiare culture diverse, e in particolare le relazioni fra famiglie all’interno di piccole civiltà.
Molto belli i punti in cui narra il passato, accenna i suoi studi, ricorda i suoi amori; un po’ meno il presente, che ho trovato un po’ confuso e poco approfondito, come anche la psicologia dei personaggi.
Anche se ho apprezzato lo stile narrativo, con passaggi dall’oggi a ricordi di ieri, narrazione dal punto di vista di Stella a quello dei due ragazzini _psicopatici e pure troppo inquietanti_ vicini di casa, intermezzi presi da quatidiani locali.
Come sempre, un applauso a Guido Scarabottolo per la copertina, e molto bella anche la traduzione italiana dell’originale *Spiderweb*, che trovo molto poetica e musicale.
*giuliaduepuntozero
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