Quand’è che ti è nata questa passione per i libri? Mia suocera e due immagini primarie

Sto ospitando mia suocera per qualche giorno. Lettrice appassionata, ex insegnante, donna curiosa.
Colpita dalla mole di libri in casa mia, ieri, dopo cena mi domanda: “Quand’è che ti è nata questa passione per i libri?”.
Bella domanda. Non me lo ero mai chiesto. Ho cercato nella memoria. E ho trovato le due – diciamo così – immagini primarie.

La prima. Avevo 10 anni. Ero in vacanza al mare. Mi arriva un pacco per posta. Un pacchettino ricoperto di carta giallina. Sotto “destinatario” c’era il mio nome. Era il primo pacchetto che ricevevo in vita mia. Me lo spediva mio padre.
Lo aprii. C’era dentro uno dei libri che avrei dovuto leggere per i compiti delle vacanze. “Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda”.
Cominciai a leggerlo lì, seduto sui gradini fuori la porta, in un mattino di sole.
“E’ pronto da mangiareee!” urlava mia mamma da dentro.
Niente, non mi volevo staccare da quel libretto. Mago Merlino, Ginevra, Lancillotto. Che me ne fregava dell’insalata di riso!

La seconda. Verso l’esame di maturità. Uno degli ultimi giorni di scuola. Lezione di Italiano.
“Prof” chiede un mio compagno “nella B e nella F hanno fatto il Ritratto di Dorian Gray. Perché noi no?”
“Avrete tutto il tempo di leggerlo dopo gli esami” fu la risposta del prof.
In una classe svogliata come la mia, dire agli studenti “no, non ve lo faccio leggere” era come dire “Leggetelo!”. Con la fama di bellezza che quel romanzo si portava appresso e con quella mancata imposizione, diventò per me un imperativo.
Il giorno dopo l’esame di maturità corsi in libreria a comprarlo. Andai a casa. Era un pomeriggio caldo. Mi preparai un cannone di hashish e mi misi a leggere. Con lentezza.

Le vostre “immagini primarie”?

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25 risposte a “Quand’è che ti è nata questa passione per i libri? Mia suocera e due immagini primarie”

  1. Avatar lettoreambulante
    lettoreambulante

    Le parole mi hanno sempre attirato. Ho imparato a leggere seduta sul water con davanti la lavatrice e sopra le scatole dei detersivi. sono partita con la marca e poi via via le scritte più piccole. in casa non giravano libri, ma nella città di provincia ero libera di andare da sola in biblioteca anche da piccola. La prima lettura che ricordo è marcovaldo. Avevo sette anni e pensavo che tutti i bambini fossero come me, ben nutriti, curati. protetti. Mi colpì tantissimo, non ho mai dimenticato la sensazione di aver lasciato un mondo sicuro. Poi le fiabe russe, terribili che mi facevano fare sogni angoscianti ma che non riuscivo a smettere di leggere e rileggere. Da allora non mi sono più fermata e mi piacciono sempre i libri che danno una scossa alle mie (poche) certezze.

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  2. Bel post, capaldi, grazie!
    Anch’ io scelgo tra due scene primarie.
    Mia madre che mi legge ” L’ Agnese va a morire”, mentre mi addormento con lei nel letto matrimoniale ( mio padre al bar, come usavano gli uomini di quella generazione) e non so ancora leggere.
    Mattina del 6 gennaio, risveglio precoce per scoprire se la Befana mi aveva portato ciò che le avevo chiesto con apposita lettera ( ah, la volta che scoprii la mia lettera nella tasca di mio padre…).
    Sì, c’ è un libro, ” Le mille e una notte” e allora mi metto a leggerlo con golosa avidità, rigirandomi nelle coperte ormai gualcite e sfatte. Si fa l’ ora di pranzo e sono ancora lì, nel tepore e nell’ abbandono e continuo a perdermi, sorda ai richiami familiari. Come farò da allora in poi fino ad oggi, quando vengo catturata da un libro.

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  3. Ecco le mie immagini primarie: Ho sei anni.Letterina di Natale lesciata sotto il tovagliolo del papà sulla tavola natalizia. Esclamazioni di (finta) sorpresa al dispiegamento del tovagliolo, lettura compunta della lettera piena di propositi sublimi e masochisti da bambini anni ’60, e alla fine un bacio e una frase di mio padre”…anch’io ho una cosina per te…”. Era sempre un libro, un classico per l’infanzia in una bella edizione. Cinque anni di scuola primaria, cinque letterine natalizie, cinque bei libri.
    Seconda scena:pomeriggio invernale in una piccola ma fornitissima libreria della periferia industriale genovese. Due ragazzine, io e un’amica, scegliamo un libro tascabile girando gli espositori, girevoli appunto. Ognuna di noi compra un libro, se abbiamo un pò più di soldi anche due.Poi ce li scambieremo.

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  4. Ho incominciato ad interessarmi della lettura e dei libri a 7 anni. Sfogliavo “Pinocchio”, che la mia maestra aveva fatto comprare per la narrativa e… fui catturata dalle parole. E parola dopo parola lo lessi tutto. Era una edizione ridotta ed adattata per bambini della seconda elementare. Quando leggevo tempo e spazio non esistevano. Provavo una gioia sottile che mi accompagna ancora. In terza lessi il libro “Cuore”, giunto nelle mie mani per le stesse ragioni. Da allora la Befana mi riempiva di libri e ho letto, da bambina molti classici. Considerate che ho 52 anni,spiegato il perchè di titolcosì….arcaici.

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  5. Il mio primo libro fu “Sussi e Biribissi”, ero al mare, forse le vacanze di Natale, ricordo che il tempo era grigio, freddo e piovoso. Leggevo le avventure pasticcione dei due ragazzi e guardando fuori dalla finestra vedevo il mare invernale. Da allora associo quel clima, quell’atmosfera forse un po’ malinconica con la favolosa scoperta della lettura, con l’avventura e la novità. Da allora amo l’inverno.

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  6. Il primo incontro con le parole fu con quelle messe in fila nelle ‘schede di lettura’ che avevamo in prima o seconda elementare; troppo piccoli per leggere i libri, quei colorati rettangoli di cartone servivano benissimo a chi aveva da poco cominciato a compitare. Diventai la disperazione della maestra: qualche mese dopo l’apertura di ciascun anno scolastico avevo già finito di leggere il poco che la bibliotechina di classe metteva a disposizione.
    Poi, il liceo. In prima fila, lontano da me che ero proprio in fondo all’aula, c’era una ragazzina dai capelli rossi che, quattordicenne, dava del filo da torcere alla prof di Italiano: sembrava che avesse già letto tutto il leggibile; allora iniziò la gara e cominciai a ‘macinare’ letture su letture: non potevo
    mica farmi battere da una donna!

    P.S.: ma è DANNATAMENTE sleale rimuovere la melma dei ricordi per avere un commento ad un post….

    P.P.S: la gara l’ha vinta lei, in casa nostra i suoi libri sono di gran lunga più numerosi dei miei e continua a leggere molto più di me. Sì, siamo sposati, da più di vent’anni.

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  7. Il mio primo “vero” incontro con la lettura risale ai miei 11-12 anni,prima di allora ero molto attratta dalla biblioteca dei miei genitori e dai testi in essa contenuti ma di leggere non se ne parlava!!!
    Poi una mattina a scuola,l’insegnante di lettere ci accompagnò in biblioteca,al centro c’era una cattedra ricoperta di libri.Ognuno di noi doveva sceglierne uno,io scelsi”Anshana”,la storia e le avventure di una ragazzina indiana della mia età.Da quel momento non mi sono più fermata…
    Il mio ricordo più affettuoso e più nostalgico legato alla lettura,risale ai periodi scolastici,quando mi ritagliavo dei momenti da dedicarle,prima di andare a dormire,alla luce fioca dell’abatjour e con mia nonna che ogni 5 minuti mi ripeteva di spegnerla e di mettermi a dormire….

    P.S:Cara Serenella anche se ho alcuni anni meno di te(ne ho 34) anch’io per fortuna ho letto “Pinocchio”e”Cuore”di cui ancora oggi sono innamorata e che consiglio caldamente ai giovani lettori di oggi!!!

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  8. Mah, alcune scene primarie:
    12 anni, un amico dei miei mi regala a Natale una versione per ragazzi di Moby Dick: finirò col leggerlo almeno cinque o sei volte, nei sei mesi successivi…
    Sempre attorno a quell’età, forse 13 anni: lettura compulsiva degli albi di Alan Ford. Aspettavo il giorno d’uscita in edicola come un evento e ogni numero lo rileggevo tre o quattro volte…
    14 anni: sempre il signore che mi aveva regalato Moby Dick mi regala _Niente di nuovo sul fronte occidentale_, un colpo di fulmine; anche in questo caso lettura veloce e molteplici riletture. Ancora adesso ogni tanto vado a riprendere quel libro e ne leggo qualche pagina. E’ il libro responsabile della mia fissazione per la prima guerra mondiale (insieme ai racconti che me ne faceva il nonno…).
    17 anni: mi piaceva frequentare la Clup, la libreria universitaria di Via festa del Perdono, mi faceva sentire grande; su un banchetto della libreria, in offerta, una vecchia edizione Bur di Oblomov di Ivan Goncarov: questo *Romanzo* è il mio romanzo di formazione. Però questo non l’ho mai riletto; volevo preservare l’incanto della prima lettura. Ora però si avvicina il momento in cui devo rileggerlo, mi serve il suo punto di vista (di Oblomov) a distanza di anni.

    ciao ciao

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  9. Caro Luiginter,
    anche io verso i 12 anni ho letto”Niente di nuovo sul fronte occidentale”.E’stato tra le prime scelte da me fatte nella “famosa biblioteca”scolastica,e uno dei primi romanzi di cui mi sono letteralmente innamorata.A distanza di anni ne ho comprata una edizione tutta per me ma non ho più avuto il coraggio di leggerlo,proprio per preservarne l’incanto della prima lettura,vorrei tanto leggerlo ma ho il terrore di vederlo con altri occhi…..Tu cosa mi consigli di fare a riguardo???
    Dello stesso genere un altro capolavoro di cui sono rimasta affascinata è “Il sergente nella neve”,bellissimo.
    Altro genere letto e riletto in quegli anni:
    “Il vecchio e il mare” e “Incompreso”(quanti pianti…..ma ne è sempre valsa la pena!!!)
    Mentre il libro che ha lasciato la sua impronta,in positivo,nella mia crescita è stato “Noi i ragazzi dello zoo di Berlino”.
    ….. e tanti tanti altri….. che non si finirebbe mai di parlarne…..
    Attendo fiduciosa una tua risposta sull’eventuale rilettura de “Niente…..”.
    Un abbraccio

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  10. Il mio primo incontro con la lettura è stato alle

    scuole elementari (sette – otto anni), con

    Favole al telefono di Gianni

    Rodari. Devo riconoscere che ho sempre avuto

    insegnanti sempre ben preparati, che hanno sempre

    invogliato all’amore per la lettura, e così anno dopo

    anno…libro dopo libro non ho più smesso.

    Lucilla

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  11. Io ricordo:
    – da piccola, mi sa che ancora non sapevo leggere, avevo la fissa per la favola del gatto con gli stivali che ascoltavo col giradischi, ma aveva il suo libretto che sfogliavo e risfogliavo, ricordo ancora i disegni;
    – quando andavo dal dottore, posto che semplicemente ODIAVO, e come premio di consolazione ricevevo ogni volta un libro, nient’altro.

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  12. Lucilla, favole al telefono di Rodari è stato per me sempre un grande sogno (io, qui a GdL non l’ho mai scritto ma le favole sono una mia passione). Mio padre me le leggeva quando chiamava dall’estero. Due settimane or sono l’ho ritrovato sugli scaffali di una libreria e mi è morto il cuore….
    Hugs
    Fubar/090709

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  13. Ciao Fubar,

    a mio parere sono delle favole che tutti i bambini

    dovrebbero leggere, magari come per te, potrebbero

    sentirle leggere da un genitore… E’ un libro che

    sta nella mia libreria, tra tutti gli altri, conservo

    tutti i libri fin da quando ho cominciato, e ogni

    volta che lo vedo lo guardo con un pò di nostalgia…

    Lucilla

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  14. Aggiornamento su mia suocera.
    In due giorni si è ciucciata due Simenon. L’inchiesta di Maigret Il caso Saint-Fiacre e poi Lettera al mio giudice.
    Stamattina l’ho lasciata che leggeva La camera azzurra. Secondo me stasera la trovo che fuma la pipa e fruga nei miei cassetti. In cerca di indizi…
    …Che quella domanda fosse un tranello alla Maigret?

    Il commissario guardò la grande libreria. Vi sfilò un volume di poesie, si voltò. E fingendosi interessato al libro che teneva in mano domandò:
    “Quand’è che le è nata questa passione per i libri, signor Capaldì?”

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  15. No dai, Veronica, prova a rileggerlo; comunque sia è meglio rileggerlo: secondo me ne ricaverai un’altra magia, diversa; male che vada la magia del ricordo della lettura… ”Niente di nuovo sul fronte occidentale” è comunque un grande libro, ingenuo: anche per questo meraviglioso 🙂

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  16. Ok,caro Luigi….,
    accetto e metterò in pratica il tuo consiglio,il solo pensiero mi terrorizza…ma lo supererò!!!Spero solo di riprovare la sua magia,anche se diversa come dici tu,l’importante è che ci sia!!!
    Grazie infinite per il consiglio e la motivazione che mi hai dato!!!
    Ora ti chiedo un’altro piacere,quà può apparire “blasfemo”ma è più forte di me,capisco la tua PASSIONE,ma ti scongiuro in ginocchio….. togli o cambia la parte finale del tuo nome!!!Luigi è un bel nome…..(in quest’ultima parte, scherzo…però…).
    Ciao grazie per la tua attenzione e per il tuo lavoro e…BUONA LETTURA,un abbraccio

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  17. Cara Veronica,

    sai che è come se mi chiedessi di strapparmi il cuore…
    L’Inter è un pezzo importante del mio cuore e i pezzi che compongono il cuore non si possono separare.

    Ti abbraccio, mi devi sopportare così, temo 🙂

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  18. Mamma mia …..
    questa è una vera e propria dichiarazione d’amore…
    eppure MOLTO bella…!!!
    A questo punto…non mi resta che “sopportarti”così come sei…lo dico sempre e puoi chiederne conferma al nostro amico Ennore,la perfezione nelle persone è un miraggio,c’è sempre un piccolo-grande difetto che la rovina…(credo che questo sia il tuo!!!),permettimi però una licenza,”poetica?!?”,di chiamarti,sempre e solo,Luigi….,non offenderti ti prego ma non posso scrivere il tuo nome per intero,è una violenza…è il mio cuore che si frantuma in un’oceano di lacrime…Spero tu mi capisca e mi perdoni!!!
    Però la tua dichiarazione me la rivenderò…e come sempre “in bocca al lupo…..giallorosso!!!
    Un abbraccio e sopportiamoci vicenda con i nostri difetti reciproci!!!
    Ciaooo!!!

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  19. Sì Veronica, ti capisco e ti perdono. E poi a me la Roma tutto sommato non mi sta antipatica. Son ben altri i colori che detesto… 😉

    ciao ciao

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  20. Bene caro Luigi,
    ti confesso che già prima mi eri simpatico ma ora lo sei molto molto molto di più!!!
    Invece a me tutto ciò che comprende le strisce nere e l’associazione bianco con l’azzurro… è come il toro(animale!!!)quando vede il rosso!!!
    Grazie infinite per il tuo perdono e per avermi compreso!!!
    Un abbraccio e buona lettura!!! Ciaooooooo!!!

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  21. Mmm…che post intrigante ma traditore 🙂 è come dover fare un riassunto della propria vita!
    I° immagine : all’inizio furono i racconti , d’inverno intorno al braciere _ magari in una notte buia e tempestosa_ I temi di questi racconti vertevano spesso su storie di un personaggio tipico della tradizione /superstizione calabrese, “u baganieddu”, un misto tra folletto e troll che, se avevi la fortuna di toccare, dopo averlo rincorso, ti ricopriva d’oro, oppure erano edificanti racconti di madonne o santi che mettevano alla prova i protagonisti, sotto mentite spoglie, e poi si palesavano nella loro vera natura distribuendo fortune o dolori.Più avanti, alle elementari, ho avuto come maestra una suora dolcissima che amava molto raccontare storie tratte dai miti greci e che, avendo compreso il mio genuino interesse, mi prestava i suoi libri.
    II° immagine: d’estate, vicino casa mia, venivano in vacanza dei parenti da Roma i cui figli, miei coetanei, avevano una paghetta per comprare il Corriere dei piccoli … ricordo ancora l’invidia nel vedere quei bambini che avevano un potere che reputavo il massimo della vita : possedere qualcosa da leggere…potrei dire, forse non esagerando, che un vizio capitale , l’INVIDIA , è stato il fondamento della mia passione per la lettura e per i libri come “oggetti” di un amore ossessivo/compulsivo obiettivamente esagerato e irrazionale.
    Bonus track : il mio amato e io, appena conosciuti ed innamorati, sulla spiaggia a fine ottobre che leggiamo insieme a voce alta” Cent’anni di solitudine”, alternando alle coccole le pagine dense del romanzo che ci ha ricordato che il romanzo non era morto…ancora oggi conserviamo l’abitudine di leggere insieme i libri che ci appassionano maggiormente.

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  22. Bellissima questa immagine nel bonus track, Silvana.

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  23. Grazie …( a proposito : spero di poter leggere a lungo i tuoi post nel G.d.L.) ma il merito è di lucilla e fubar che, citando Rodari, mi hanno portato alla mente” C’era due volte il barone Lamberto” e quella pratica scaramantica di parlare e di nominare più volte il nome del protagonista per aiutarlo a guarire… io ho bisogno di aiutare a guarire una persona perciò, in qualche modo, l’ho “nominata”.

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  24. Scena prima: ho 4 anni e mio padre sulla poltrona sta leggendo il giornale. Io raccatto l’inserto e vedo che oltre alle paroline piccole ha anche dei titoli belli grandi. Non so perché, ma mi sembra improvvisamente stupido non saperli decifrare. Mi alzo e strillo: “Papàààààààà!” “Che c’è?!” “INSEGNAMI A LEGGERE!”

    Scena seconda: sono in prima elementare e ormai a leggere ho imparato, ma per il momento un libro vero nessuno me l’ha mai dato. Un giorno torno a casa e mi si accende la lampadina: ma allora leggere serve a leggere qualunque cosa, non solo i pensierini di scuola e i fumetti, anche le cose dei grandi! Anche i libri veri della libreria dei miei genitori! Così corro in soggiorno, abbranco il primo libro che trovo e comincio a leggerlo. Era “Il deserto dei Tartari”: Non sono andata oltre la prima pagina, ma quando poi l’ho letto da grande è diventato uno dei miei preferiti.

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  25. non lo so: sono nata con. Quando non sapevo leggere erano i fumetti, poi i libri.

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