
E fra le due guerre, ignaro e tranquillo nel suo grembiulino a pieghe, il piccolo Johann in giardino, vicino alla fontana che zampilla, o sull’”altana” separata apposta per lui mediante una piccola balaustra dal vestibolo del secondo piano, gioca i giochi dei suoi quattro anni… Quei giochi di cui nessun adulto sa più capire l’incanto e il significato profondo, quei giochi per i quali bastano tre sassolini o un pezzetto di legno che porta magari come elmo una bocca-di-leone, ma occorre la pura, forte, fervida e intatta fantasia di quell’età felice, non ancora turbata o intimidita, quando la vita non ardisce ancora toccarci, quando né il dovere né la colpa osano ancora metterci le mani addosso, quando ci è permesso vedere, udire, ridere, meravigliarci e sognare senza che il mondo esiga i nostri servigi… e l’impazienza di coloro, che noi vorremmo pur amare, non ci tormenta ancora col pretendere segni e prove della nostra attitudine a rendere quei servigi… Ahimè, non andrà molto, e con sgarbata prepotenza tutto ci piomberà addosso, per violentarci, manovrarci, accorciarci, allungarci, guastarci…
da *I Buddenbrook – Decadenza di una famiglia*, Thomas Mann, pag. 398, ed. Einaudi Tascabili
Rispondi