Ormai sono morti tutti.
Questa è una fotografia della città dove vivevano. New Waterford. È una notte illuminata dalla luna. Immagina di guardare dall’alto di un campanile le vivide sfumature di luce e ombra della fotografia. Un centro minerario a ridosso di una scogliera che strapiomba su lembi di spiaggia rocciosa, dove il mare argenteo si frange e si rifrange, blandendo la luna. Pochi alberi, erba rada. Il profilo di una torre di ferro contro la lamina di peltro del cielo, cavi e puntelli inclinati a quarantacinque gradi. Binari che si allungano a pochi passi dalla base di un imponente pendio di carbone luccicante per dirigersi verso un arco dove scompaiono inghiottiti dalla terra. E dagli impianti e dai cumuli di carbone sbucano i tetti appuntiti delle case dei minatori costruite, schiera dopo schiera, dalla compagnia mineraria. Case della compagnia. Città della compagnia.
Dài un’occhiata laggiù, alla via dove abitavano. Water Street. Una strada di polvere compatta e sassi sparsi che, dopo l’abitato, porta al grande cimitero a picco sull’oceano. Il sospiro che senti è solo il mare.
Questa è una fotografia della casa com’era allora. Di legno bianco, con una veranda coperta. È grande rispetto alle case dei minatori. Nel salotto c’è un pianoforte, sul retro la cucina dove è morta la mamma. […]
Cape Breton Church, originally uploaded by capegirl52.
Inizia così il prologo di *Chiedi perdono* di Ann-Marie MacDonald, pubblicato da Adelphi nel 1999, e ripubblicato nel 2002 in edizione economica, che ho trovato in una libreria reminder e per fortuna comprato, sulla scia del ricordo di un altro libro di questa autrice che ho letto mesi fa, *Come vola il corvo*, edito da Mondadori. Dico per fortuna, perché è un libro veramente bellissimo, fra i più belli che ho letto quest’anno.
E’ una di quelle storie che piacciono a me, una bella saga famigliare. Ambientato a partire dall’inizio del 1900 in Canada, a Cape Breton, nella Nuova Scozia, con puntate a New York e in Europa sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale, racconta le vicende della famiglia Piper, che iniziamo a conoscere fin da subito nel bellissimo prologo che ho anticipato prima. Personaggi a tutto tondo, man mano che le pagine (tante, quasi 600) passano cambia l’opinione che si ha di loro, conoscendo i loro segreti e le loro molteplici facce.
Il capofamiglia, James. Lo vediamo da ragazzino, all’inizio del libro, volenteroso, infaticabile, un bravo ragazzo. Siamo sicuri?
Materia, sua moglie, di orgine libanese, si innamorano quando lei è ancora una bambina e fuggono insieme, ripudiati dalla famiglia di lei.
Le figlie: Kathleen, un futuro da stella della musica, orgogliosa e viziata, ma è davvero così stronzetta (scusate il termine)?; Mercedes, la pia, religiosa Mercedes, costretta anche lei a scendere a compromessi; Frances, all’apparenza la cattiva della famiglia; la piccola Lily, a cui è difficile non affezionarsi.
Chiedi perdono, suggerisce il titolo, ed è vero; la colpa pervade il libro, ogni personaggio, ogni azione.
E’ possibile una redenzione? Leggetelo.
*giuliaduepuntozero
PS: lo so, non l’ho aggiunto alla lista dei 40 titoli di libri da leggere, sono stata molto combattuta, ma ho pensato che la lettura fosse troppo fresca… l’ho finito appena qualche ora va. Però potrei sostituirlo alla posizione 40 posto di *Gabriella garofano e cannella* di Jorge Amado, su cui sono stata molto indecisa.
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