Remo Bodei, sul domenicale del Sole 24 Ore (5 aprile 2009) ci ha parlato di Sheldon W. Wolin e del suo ultimo libro: Democracy Incorporated: Managed Democracy and the Specter of Inverted Totalitarianism (University Presses of California, Columbia and Princeton).
Wolin, che Bodei definisce “l’analogo americano di Norberto Bobbio“, parte dall’idea di Tocqueville sulla possibilità che la democrazia degeneri in “un dispotismo mite, che lascia i cittadini in un permanente stato di minorità, preoccupandosi di assicurarne benessere e, al limte, di ‘levar loro il fastidio di pensare e la fatica di vivere’”.
La democrazia negli Usa (ma come non vedere il processo all’opera da noi? Tanto più che il corpo sociale americano sembra essersi risvegliato con Obama…) si è trasformata nell’inverted totalitarianism descritto nel libro, dice Wolin. Un “totalitarsimo” che si basa “sulla smobilitazione delle masse e, soprattutto, sulla commistione tra sfera pubblica e sfera privata, tra politica e affari”.
Bodei osserva come in tutto l’occidente, questo tipo di potere si appoggi su un “consenso ibrido” alimentato dai miti e dalle aspettative di una
cultura che privilegia il principio di piacere rispetto al principio di realtà, i desideri e i sogni di massa rispetto alla sobria analisi dei vincoli imposti e delle possibilità suggerite dalle condizioni storiche effettive. Ciò favorisce la propensione di chi comanda a plasmare la realtà secondo la propria interessata visione del mondo, ad accrescere cioè sistematicamente la quantità e la qualità delle menzogne da sempre utilizzate per governare.
In queste parole c’è la nostra storia recente: il potere mediatico, il consumo come principale attributore di senso, l’appello diretto al “popolo” contro gli intralci delle istituzioni e delle regole, le narrazioni degli eventi che nascondono la realtà e costruiscono “storie” in cui prevale l’emozione sulla ragione.
Bodei conclude con una speranza: forse la crisi economica (l’economia in crescita eterna, guidata dai grandi capitalisti e dai maghi della finanza: uno dei grandi falsi raccontati dai cantori del potere…), la rabbia che che scaturisce, stanno frenando questo inverted totalitarism, forse si riafferma l’idea di partecipazione, l’idea di essere protagonisti della democrazia.
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