Sabato pomeriggio, 28 febbraio 2009.
In bibilioteca a Cologno Monzese, negli scaffali i libri ordinati dalla classificazione decimale Dewey.
La classe 800 è Letteratura e Retorica. Ci si trovano quei libri che ti danno l’impressione di penetrare nei segreti di quel fenomeno che tanto ci piace: il romanzo, il racconto, visti quasi da un laboratorio artigianale, scomposti in elementi, analizzati. Bella sensazione.
Scorro i titoli e mi fermo su: Stefano Calabrese, www.letteratura.global, Einaudi. La classificazione esatta è 808.3 Cal (la classe specifica di 808.3 è “Rhetoric of fiction“).
Il libro di Calabrese – a parte il titolo curioso, i capitoli che si chiamano “link” e non “capitoli” – è una analisi stimolante del passaggio al romanzo “global”, al modo global insomma di raccontare le storie, con una serie di agganci al resto della cultura e, in particolare, una forte caratterizzazione del concetto di tempo e del rapporto nuovo con lo spazio nella global novel.
Allora tolgo il libro dallo scaffale ne scorro l’indice e vado dentro i capitoli.
Mi interessa.
Decido di prenderlo in prestito.
Al banco prestito il solito affollamento del sabato pomeriggio (il sabato pomeriggio in biblioteca si hanno belle sensazioni), allora giro verso la nuova postazione di prestito self service: passo la tessera sotto il lettore di codice a barre, il sistema mi riconosce e sullo schermo del computer appare il benvenuto con il mio nome.
Il sistema nel frattempo ha già riconosciuto il libro che ho in mano, grazie al chip dello spessore di un mm (forse meno) incollato sulla seconda di copertina: sullo schemro appaiono i dati: Stefano Calabrese…
Ecco la conferma che posso prenderlo in prestito e poi la stampa, rapidissima della ricevuta, sulla quale è anche indicata la data di restituzione e il numero di telefono per prorogare, eventualmente, il prestito.
Fatto. Magari vi sembro ingenuo ma a me la cosa fa effetto: tecnologia e idee veramente al servizio dei lettori.
saluti a tutti 🙂
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