Qualche mese fa dissi che Anobii mi sembrava sopravvalutato. In sostanza, quello che volevo dire (anche se non usavo questo paragone) è che mi pareva una specie di Facebook dei libri.
Ora, alcuni scambi di pareri mi hanno convinto a ritornare su Anobii per provare a capire se veramente mi ero sbagliato.
Ho dunque riprovato a usare Anobii per fare quello che secondo me dovrebbe fare: rendere facile l’interazione fra i lettori, la condivisione delle letture e dei pensieri sulle letture. Non l’esibizione – un po’ compiaciuta e narcisista e come raccolta delle figurine – dei libri che si hanno in casa o di quelli letti.
Il mio giudizio di allora era un po’ esagerato, ma non del tutto sbagliato, mi sembra. Anobii in effetti aiuta l’interazione, la condivisione della lettura (per il concetto preciso di lettura condivisa cfr. Luca Ferrieri).
Però non lo fa abbastanza. Lo fa poco. Resta l’impressione che sia favorito sopprattutto l’effetto “raccolta figurine”. Alcune delle cose migliori stanno un po’ nascoste.
Per esempio, fra i maggiori pregi di Anobii c’è la possibilità di lasciare commenti ai libri. Solo che per scrivere un commento al libro è necessario
– che il libro sia nella nostra libreria,
– ma soprattutto è necessario entrare nel pannello di modifica della nostra scheda relativa al libro che sta nella nostra libreria.

Insomma se andiamo a vedere i commenti relativi a un certo libro, scritti da altri utenti, non possiamo da lì inserire il nostro commento, ma solo rispondere (feedback) a un altro commento.
Il che rende tutto piuttosto complicato e confuso (commenti, feedback ad altri commenti, da due luoghi diversi).
Poi, Anobii ha una funzione molto bella, le “note a margine”: una scheda semplice che permette di annotare i passi che più colpiscono del libro, indicandone anche la pagina: un bel modo per condividere impressioni di lettura via via che la lettura prosegue. E condividere la lettura mentre la lettura è in corso è il modo migliore e più ricco per condividerla. Insomma, ottima idea.
Peccato che pochi la usino. Peccato che le “Note a margine” siano nascoste dopo la prima pagina dei commenti, dopo la “descrizione del libro”, e dopo la lista dei gruppi che hanno il libro “nella collezione”.
Peccato che nella scheda personale del libro non sia indicato chiaramente la differenza fra le note a margine e le “note private”.

Notevoli invece i gruppi, la cosa migliore di Anobii. Decisamente ricchi e pieni di discussioni. Ci sono anche alcuni gruppi di lettura virtuali che discutono. Il legame abbastanza evidente (sotto la prim apagina dei commenti) fra un libro e i gruppi in cui viene discusso facilita la ricerca del luogo dove discutere e rende agevole la partecipazione. Insomma, fra i vari luoghi dove si creano discussioni sui libri in rete, quelli di Anobii sono fra i più accoglienti.
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