Boris Pahor, Qui è proibito parlare (Fazi editore): un romanzo con una storia d’amore e di ribellione, per entrare nella storia di Trieste e degli sloveni (e dei croati) perseguitati dal fascismo. Per fare i conti ancora una volta con la frottola degli “italiani brava gente” e per aiutare a dipingere il contesto delle relazioni fra italiani e slavi prima, durante e dopo la guerra, a Trieste e in Istria.
Boris Pahor è l’autore di Necropoli, un libro rivelazione dedicato alla deportazione nei campi e alla “Shoah slava”: frutto dell’odio antislavo del fascismo italiano. Qui è proibito parlare l’ho comprato ieri, spero di tornare a parlarne fra un po’. Ieri ne scriveva Paolo Rumiz su La Repubblica.
Su Necropoli, da leggere la recensione dell”Indice dei libri, ripresa da Ibs.it, sotto la scheda dedicata al libro. Pahor è sloveno, scrive in sloveno ma abita a Trieste, città che ama molto.
Boris Pahor, Qui è proibito parlare
Ultimi articoli pubblicati
Rispondi