Non capisco se siano solo coincidenze o se sia una tendenza: un sacco di persone intorno a me leggono prevalentemente libri gialli-noir.
Anche a me piace il genere; insomma non ho niente contro i gialli! Posso allora fare la domanda senza timore di mostrare ostilità: perché si leggono tanto le storie di crimine e di investigatori e poliziotti?
Una risposta che spesso viene data dice: perché la crime story è la forma di narrativa realista che meglio racconta il nostro tempo (o una qualsiasi delle versioni di questa risposta).
Una risposta più suggestiva me l’ha data una amica (non so se l’ha letta da qualche parte o l’ha pensata lì al momento): “Il giallo e il noir mi rassicurano”, ha detto. “Non so esattamente perché, ma si sta in un universo comprensibile. Si porta dentro una storia ciò che è sfilacciato e frammentato e inspiegabile; diventa una sequenza di atti e responsabilità e conseguenze. Come nelle fiabe, il male incanalato in una storia fa meno paura, si esorcizza, diventa spiegabile. In genere i romanzi invece sono più aperti, in certi momenti della vita sono ‘troppo’ aperti”.
Che ne dite, regge come spiegazione? Per questo si leggono tanti gialli?
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