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Vieux Port, originally uploaded by halighalie.
L’itinerario di Marsiglia città deve iniziare dal Vieux Port, il porto che ospita le imbarcazioni turistiche e da diporto, centro della città e sempre presente nei libri di Izzo:
Fino alla morte di Rico, il Vieux-Port era la mia passeggiata quotidiana. La mia preferita. Un rimedio contro l’asfissia – la ghoumma, come si dice da noi quando i vecchi ci chiudono in casa. Camminavo fino al forte di Saint-Jean, poi lungo la diga verso l’ingresso del canale. Dove comincia il mare. Con in fondo l’orizzonte. E l’Algeria dall’altra parte, sull’altra riva. Scendevo sugli scogli, mi fumavo una bella canna e restavo per ore a sognare. Marsiglia, almeno in quella parte della città, mi ricordava sempre Algeri. (Il sole dei morenti, p. 182)
Prima di avvicinarsi al mare, si può ammirare il porto dall’abbazia di Saint-Victor:
Un po’ perduto, la testa vuota, avevo camminato sul sagrato dell’abbazia di Saint-Victor. Appoggiato al parapetto che si affaccia a strapiombo sul bacino di carenaggio e l’ingresso del Vieux-Port, avevo guardato la città fumando una cicca dopo l’altra. Marsiglia, mi aveva detto, gli era parsa familiare e questo l’aveva sorpreso. (Il sole dei morenti, p. 189)
La passeggiata può iniziare dal Fort Saint-Nicholas, sul lato meridionale, e terminare sull’altro versante del porto, al Fort Saint-Jean, dove anche Fabio amava passeggiare (vedi ad esempio *Solea*, p. 72).
Un modo diverso per visitare questo quartiere è vederlo dal mare, come suggerisce Izzo:
Fuori c’era un tempo splendido. Avevo dimenticato che esisteva il sole. Inondava il cours d’Estienne d’Orves. Mi lasciai trasportare dal dolce calore. Con le mani in tasca andai fino a place Huiles. Sul Vieux-Port. Un forte odore saliva dall’acqua. Un misto di olio, morchia e acqua salata. Certamente non un buon odore. Puzza, avrei detto un altro giorno. Ma ora mi faceva un gran bene. Un profumo di felicità. Vero, umano. Era come se Marsiglia mi prendesse alla gola. Mi venne in mente il “brum brum” della mia barca. Mi vidi in mare a pescare. Sorrisi. La vita mi si stava risvegliando dentro. Grazie alle cose più semplici. Arrivò il ferry boat. Mi regalai un’andata e ritorno per il più corto e il più bello dei viaggi. La traversata di Marsiglia. Quai du Port-Quai de Rive Neuve. C’era poca gente a quell’ora. Alcuni vecchi e una madre che dava il biberon al suo bambino. Mi sorpresi a canticchiare Chella lla. Una vecchia canzone napoletana di Renato Carosone. Ritrovavo le mie origini. Con i ricordi che le accompagnavano. Mio padre mi aveva fatto sedere sul bordo della finestra del ferry boat e mi aveva detto: “Guarda, Fabio. Guarda. È l’ingresso del porto. Vedi, il forte Saint-Nicholas. Il forte Saint-Jean. E lì, il Pharo. Dopo, c’è il mare. Al largo”. Sentivo le sue grosse mani che mi tenevano sotto le ascelle. Quanti anni potevo avere? Sei o sette, non di più. Quella notte avevo sognato di essere un marinaio. Place de la Mairie, i vecchi che scesero furono sostituiti da altri vecchi. La madre di famiglia mi guardò prima di lasciare il ferry boat. Le sorrisi. (Chourmo, p. 225)
O ancora in *Marinai perduti*:
Si lasciarono davanti al municipio dopo aver attraversato il Vieux Port con il traghetto. Il D’Artagnan salpava quella sera stessa. “Ogni volta che vengo a Marsiglia faccio la traversata. Un rito. Non ho mai visto niente di simile altrove… Una città così immensa che ti si dà completamente in pochi minuti di traversata… Guarda che bello”. Diamantis aveva sorriso. Anche a lui piaceva prendere il traghetto. (Marinai perduti, p. 81)
Al Vieux Port si trovano anche due dei bar preferiti da Fabio: La Samaritaine, in quai du Port 2:
Sulla terrazza più bella del Vieux Port. L’unica dove si può godere, dalla mattina alla sera, la luce della città. (Solea, p. 49)
E il Bar de la Marine, in quai de Rive Neuve, 15, dove noi ci siamo fermati per una colazione:
Bar de la Marine, originally uploaded by halighalie.
Incontrai Batisti al Bar de la Marine. Andava sempre lì a mangiare. Era diventato il punto di ritrovo degli skipper. Alle pareti c’era ancora il quadro di Louis Audibert raffigurante la partita a carte di Marius, e la foto di Pagnol con moglie al porto. Al tavolo dietro al nostro, Marcel, il proprietario, spiegava a due turisti italiani che sì, proprio lì era stato girato il film. Il piatto del giorno, calamari fritti e melanzane gratinate. Con un rosé delle cantine del Rousset, riserva del proprietario. Ero venuto a piedi. Per il piacere di ciondolare al porto, mangiando noccioline salate. Mi piaceva quella passeggiata. Quai du Port, quai des Belges, quai de Rive-Neuve. L’odore del porto. Mare e morchia. (Casino Totale, p. 108 )
L’itinerario continua nei prossimi giorni /settimane con le altre tappe
*giuliaduepuntozero
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