Il terzo episodio delle indagini del commissario Erlendur e dei suoi colleghi Elinborg e Sigur Oli non delude, come i precedenti *Sotto la città* e *La signora in verde*.
Principale motivo d’interesse di questa serie di gialli l’ambientazione geografica: Reykjavìk, ancora più triste, buia e disperata rispetto ai precedenti volumi.
Altra caratteristica interessante, l’ambientazione temporale: Natale. Ho un’amica che ha una divertente passione, ovvero collezionare libri che si svolgono in questo periodo dell’anno, e *La voce* di Indridason non sfigurerebbe di sicuro, anzi. Purtoppo Guanda l’ha fatto uscire solo da qualche settimana, in ritardo per leggerlo nel clima natalizio, che vi assicuro (io l’ho letto in inglese settimane fa) rende ancora di più.
Al centro della vicenda, il ritrovamento del cadavere di un uomo, portiere in un albergo, e Babbo Natale a tempo perso. L’uomo ha una vita misteriosa e isolata, a prima vista né amici né nemici, fino a quando le indagini della polizia della capitale islandese portano alla luce un passato che sembrava dimenticato…
Unico difetto, a mio parere: Reykjavik è descritta troppo poco. Peccato, è la città più affascinante che io abbia mai visitato.
*giuliaduepuntozero
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