“La rivalsa dei pensionati”. Così viene presentato nella quarta di copertina il giallo *La briscola in cinque* di Marco Malvaldi, ed. Sellerio. E già si sorride.
Una ragazza trovata morta in un cassonetto, un sonnacchioso paesino di mare (immaginario) in provincia di Livorno, un bar che è il centro del paese, un barista con velleità investigative, quattro vecchietti pensionati con la lingua lunga e tanta voglia di chiacchierare, oltre che di mangiare gelati e giocare alla briscola chiamata.
Ecco gli ingredienti di questo divertentissimo giallo, in cui i sospetti sono addirittura due, ma niente è scontato. In cui l’ironia e l’umorismo sono il filo conduttore che lega ogni pagina. In cui i canoni del giallo classico sono presi, addirittura analizzati, ma ribaltati come un calzino:
Allora, se fossimo in un giallo di Agatha Christie uno ucciderebbe solo per soldi, oppure la prima moglie che credeva morta e allora si è risposato, la moglie è sortita fuori e allora verga! La chiudi in uno stanzino con un coccodrillo e sei a posto. Nei gialli di Nero Wolfe invece sono sempre ricattattori fatti fuori da vittime vessate, padri che impediscono matrimoni di figlie, così via. Si uccide sempre di sponda, per ottenere qualcosa. Non è che uccidi uno perché lo odi, rimuovi un ostacolo. Nel gialli. Invece, nella vita reale, quasi sempre ammazzi la sòcera perché sono vent’anni che ti sbrindella i coglioni.
E in cui, alla fine, oltre che farci divertire e tenerci incollati al libro fino all’ultima pagina, l’inedito investigatore e il suo coro greco di supporto si rivelano anche degli ottimi detective.
*giuliaduepuntozero
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