dal romanzo LE BRACI di SANDOR MARAI, scrittore in lingua ungherese, noto in Italia dal 1998.
E’ la storia di una grande amicizia, ma anche di un’amicizia tradita.
Due vecchi amici, Konrad e Henrich, vissuti insieme come gemelli nell’utero materno,sin dal primo incontro all’età di 10 anni,vincolati da un’amicizia seria e silenziosa , all’improvviso si separano.
Misteriosa è la fuga in Oriente di Henrich, soldato per necessità, ma in realtà artista amante della musica, mentre Konrad il generale resta, come impietrito, nei Carpazi, nel suo castello mausoleo…un mondo a sè stante, dove non c’è radio,nètelefono…per non fare entrare il frastuono demenziale del mondo.
Tra i due una donna fantasma, moglie di Konrad, che morirà non molti anni dopo, a 30 anni.
Henrich, un Tonio Kroger segnato dal proprio privilegio di artista, che è condanna,sofferenza di essere diverso, Konrad, paralizzato, quasi come certi personaggi dei Dublinesi di Joyce.
I vecchi amici si ritrovano- dopo 41 anni e 43 giorni – e sono vissuti in attesa di quel incontro e questo ha dato loro la forza di vivere, una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione.
Il generale vuole sapere la verità e la verità sarà proprio la consapevolezza della vanità dell’attesa. Hanno bruciato se stessi e ciò che resta è la vanità di un cumulo di braci.
Sullo sfondo due guerre mondiali e la sensazione di un mondo prossimo alla fine:la fine di un impero, della felix Austria e l’atmosfera è la stessa della Mitteleuropa di T. Mann, di Rilke, di Kafka, di Musil:l’agonia di una civiltà coincide con la stanchezza esistenziale dei due vecchi amici.
L’incontro è un duello senza spade, ma diventa il lungo soliloquio del generale che si fa domande e tenta di trovare risposte e la tensione cresce in un discorso in cui le parole chiave sono verità,vendetta,tradimento, per placarsi poi con una amara riflessione sulla vecchiaia.
Ho compreso tutto. Che cosa vuoi che ti dica?…si invecchia un po’ alla volta: in un primo momento si attenua la voglia di vivere e di vedere i nostri simili. A poco a poco prevale il senso della realtà, ti si chiarisce il significato delle cose, ti sembra che gli eventi si ri petano in maniera fastidiosa e monotona. Anche questo è un segno di vecchiaia. Quando ormai ti rendi conto che un bicchiere non è altro che un bicchiere e che gli uomini, qualunque cosa facciano, sono solo creature mortali. Poi invecchia il tuo corpo: non tutto in una volta, certo, invecchiano per primi gli occhi, oppure le gambe, lo stomaco, il cuore. Si invecchia così, un pezzo dopo l’altro. Poi a un tratto invecchia la tua anima: anche se il corpo è effimero e mortale, l’anima è ancora mossa da desideri e ricordi e cerca ancora la gioia. E quando scompare anche questo anelito alla gioia, restano solo i ricordi e la vanità di tutte le cose; a questo stadio si è irrimediabilmente vecchi. Un giorno ti svegli e non sai più perchè ti sei svegliato. Conosci già esattamente quello che il giorno presenterà alla tua vista: la primavera o l’inverno, gli scenari abituali, le condizioni atmosferiche, l’ordine dei fatti. Nulla di sorprendente può ormai accadere: non ti sorprendono più neanche gli eventi inattesi, insoliti o raccappriccianti, perchè conosci tutte le probabilità, hai previsto già tutto e non ti aspetti più nulla, nè in bene nè in male… e questa è la vera vecchiaia. Eppure qualcosa è ancora vivo nel cuore, un ricordo, una qualche speranza vaga e nebulosa, c’è qualcosa che vorresti ancora dire o apprendere. Un giorno, lo sai bene, quel momento arriverà e allora, tutt’a un tratto, apprendere e affrontare la verità non ti sembrerà più tremendamente importante come avevi supposto durante i decenni di attesa. L’uomo comprende il mondo un po’ alla volta e poi muore. Scopre le cause nascoste dei fenomeni e delle azioni umane. Il linguaggio simbolico dell’inconscio…perchè gli uomini ricorrono a un linguaggio simbolico per comunicare i loro pensieri, te ne sei accorto?…
Gli uomini non sanno nulla di se stessi. Parlano sempre dei loro desideri e camuffano ostinatamente i loro pensieri più segreti. Se impari a riconoscere le menzogne degli uomini, noterai che essi dicono sempre cose diverse da ciò che pensano e vogliono davvero. Allora la vita si fa quasi divertente. Poi un giorno arrivi a comprendere la verità: vuol dire che sono arrivate la vecchiaia e la morte. Ma a quel punto non si prova più dolore.
Ho letto LE BRACI e conosciuto SANDOR MARAI, grazie al gruppo di lettura UNA PAGINA A CASO e ho sentito il bisogno di condividere.. non una pagina a caso… ma una delle tante pagine …intense e coinvolgenti di questo romanzo.
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