Qualche anno fa ho letto i quattro romanzi pubblicati in Italia da e/o: LA DONNA ABITATA (1995), IL PAESE SOTTO LA PELLE (2002), SOFIA DEI PRESAGI (1996), WASLALA (1997). Non ho ancora letto il quinto, LA PERGAMENA DELLA SEDUZIONE, uscito a luglio 2007 e certamente Gioconda Belli è presente a Mantova per pubblicizzarlo.
La donna abitata è il romanzo che l’ha resa famosa: storia di due donne, Lavinia giovane architetto, in cui…abita Itzà, la donna albero,la guerriera indigena del tempo della lotta contro i conquistadores spagnoli.
L’originalità del tema mi ha coinvolto e spronata a leggere tutto d’un fiato la sua appassionata autobiografia,Il paese sotto la pelle, e subito dopo anche gli altri romanzi, più vicini al realismo magico sudamericano.
E così dopo la messicana ANGELES MASTRETTA e la cilena MARCELA SERRANO, a Mantova avremo l’occasione di conoscere un’altra voce femminile dell’universo ispanoamericano, di quel continente desasparecido che, come dice Gianni Minà, ora torna con forza a far parlare di sè.
Confesso che mi ha interessato la scrittura della Belli, ma nell’evento di Mantova mi incuriosisce proprio l’incontro con la donna, che tra l’altro dalle foto sembrebbe anche affascinante.
Mi interessa la donna che- come si deduce anche dai romanzi – è una vera pasionaria, coinvolta fino in fondo nella storia molto travagliata del suo paese, il Nicaragua.
E’ di origine italiana, ma la sua non è la solita famiglia di poveri emigranti in cerca di sopravvivenza o di fortuna: i fratelli Belli di Biella erano uno archeologo, l’altro ingegnere impegnato nel taglio del Canale di Panama.
Gioconda, nonostante l’appartenenza all’alta borghesia ( la madre aveva studiato nello stesso college di Grace Kelly !!!) è stata in prima linea- come corriere della resistenza clandestina, impegnata in operazioni pericolose nel Fronte sandinista di liberazione nazionale, che ha combattuto contro il dittatore Somoza.
I suoi romanzi hanno chiari riferimenti autobiografici, ma per una conoscenza più diretta e approfondita bisogna leggere Il paese sotto la pelle, il cui sottotitolo è Memorie di amore e di guerra, che ci fa subito intuire la guerrigliera, ma anche la donna, moglie, amante dai molti amori, madre tenera verso i suoi 5 figli.
E’ la donna ,a suo modo femminista, che- come lei scrive – è stata due donne e ha vissuto due vite:
Una delle due donne voleva fare tutto secondo i canoni classici della femminilità: sposarsi, fare figli, nutrirli, essere docile e compiacente. L’altra aspirava ai privilegi maschili:sentirsi indipendente, essere considerata per se stessa, avere una vita pubblica, la possibilità di muoversi, amanti…penso di avere ottenuto alla fine che entrambe le donne coesistessero sotto la stessa pelle. Senza rinunciare a sentirmi donna, credo di essere riuscita ad essere anche uomo.
E così nella sua vita avventurosa si è trovata a studiare in Europa e negli Usa, o in esilio in Messico e Costarica, o per il ruolo politico ricoperto nel governo rivoluzionario del suo paese, all’Avana,dove ha incontrato più volte Fidel Castro, o in Algeria, in Urss, o in altre nazioni in Europa o in Africa.
E’ stata una protagonista nella guerra civile del Nicaragua, guerrigliera per necessità, ma come dichiara un personaggio del romanzo Waslala:
La guerra non mi ha mai interessato. Io sono un’amante della civiltà, del progresso, delle lettere..la guerra è il contrario del pensiero, della parola, del dialogo. Nessuno parla, durante la guerra tutti sparano. Non gli interesa conoscersi. Si evitano, si nascondono. Dietro i loro fucili rifiutano le parole, il dialogo..se riuscissero a parlare non ci sarebbero guerre.
E’anche una poetessa, ma non conosco le sue poesie , in parte pubblicate presso e/o con il titoloL’OCCHIO DELLA DONNA, so solo che Gioconda dichiara che i versi esplodono in lei senza tregua..come acqua che sgorga spontanea e in essi mescola erotismo, patriottismo, riuscendo anche a scandalizzare per i temi trattati senza pudore.
Oggi vive in California e torna spesso nel suo paese, di cui oggi non condivide più la linea politica: il suo sogno era realizzare un socialismo nicaraguense, originale, libertario.
Vivo a S. Monica e… per le strade penso ai tempi in cui trasportavo armi o andavo in giro con il mitra in spalla – gli anni delle passioni politiche e mi chiedo se sono la stessa persona.
Due o tre volte l’anno torna in Nicaragua: vivo in due mondi e in ciascuno di essi la mia vita è diversa….l’esistenza è una corsa a staffetta lungo una strada infinita.
nel mio lavoro continuo a inventare mondi, a riflettere..a sperare di cambiare il mondo, anche se solo attraverso la scrittura
l’impegno non si deve sempre pagare con il sangue o non sempre richiede l’eroismo di morire sulla linea del fuoco. Esiste un eroismo della pace e dell’equilibrio, accessibile e quotidiano che..ci spinge a sfruttare tutte le possibiltà della vita e a vivere non una, ma tante vite contemporaneamente
non c’è nulla di romantico o di donchisciottesco nel voler cambiare il mondo.
..Il futuro è una costruzione che si realizza nel presente e per questo concepisco la responsabilità verso il presente come l’unica responsabilità seria verso il futuro.
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