Oggi “Il Manifesto” riporta la notizia che ad Atlanta si svolgerà una manifestazione “contro i tagli alle pagine culturali”. Promosso dal National Book Critics Circle, il “primo read-in della storia” protesterà contro la diminuzione delle recensioni e delle pagine culturali sui giornali americani (diminuzione dovuta a sua volta al calo di inserzioni pubblicitarie su queste pagine).
Sappiamo che non sempre i lettori sono entusiasti delle recensioni, che spesso sono critici dei critici, eppure la riduzione degli spazi culturali, la mercificazione di ogni aspetto della vita, l’abitudine a considerare la cultura qualcosa di superfluo, ci colpiscono nel profondo delle nostre letture. Intanto nessuna pagina dei giornali, né culturale né mondana, ha riportato il fatto che in Italia la Finanziaria 2007, sulla base di una direttiva europea, ha introdotto il principio della remunerazione degli autori e degli editori per i prestiti effettuati in biblioteca (per maggiori dettagli si veda qui).
Tempo fa si sussurrava (ad occhi chiusi e mani giunte) di una Finanziaria che introducesse la deducibilità delle spese per libri dalla dichiarazione dei redditi (non per i soli insegnanti, però!). Non sarebbe stata una misura capace di aumentare la vendita dei libri, sostenendo insieme editori, autori e lettori? Non hanno diritto anche i lettori a una quota infinitesimale del chiacchierato tesoretto? E invece la Finanziaria ci ha riservato questa bella sorpresa: il prestito a pagamento, un fantastico ossimoro che fa il suo ingresso trionfale anche in biblioteca.
Non sono tutti buoni motivi per scendere in piazza, “libri in pugno”?
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