Ma tu sei un vero lettore?

Su un articolo di Repubblica uscito oggi, è stato pubblicato l’ormai famoso decalogo sui diritti imprescrittibili del lettore, tratto da Come un romanzo di Pennac. Eccolo:

1 Il diritto di non leggere

2 Il diritto di saltare le pagine

3 Il diritto di non finire un libro

4 Il diritto di rileggere

5 Il diritto di leggere qualsiasi cosa

6 Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)

7 Il diritto di leggere ovunque

8 Il diritto di spizzicare

9 Il diritto di leggere ad alta voce

10 Il diritto di tacere

Premesso che il numero 6 (il diritto di immedesimazione) è per me connaturato alla lettura , il numero 10 è quello che in questo momento mi è più congeniale. E voi cosa ne pensate?

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8 risposte a “Ma tu sei un vero lettore?”

  1. “Come un romanzo” è uno dei miei libri preferiti, mi ha fatto riflettere sull’atto stesso della lettura dandomi degli spunti di riflessione e regalandomi delle libertà di conseguenza, a cui da solo per pigrizia mentale non avevo considerato prima. E poi lo fa in un modo spiritosissimo che non è da sottovalutare. Un libro ottimo direi, lo consiglierei a tutti.

    Per quanto riguarda i punti, concordo su tutto tranne che sul leggere ad alta voce che non mi viene spontaneo. L’ultima volta che lessi ad alta voce ero alle elementari e stavo imparando le basi della lettura e si doveva per forza leggere ad alta voce per farsi controllare dalla maestra o da mamma… forse per questo leggere ad alta voce è una cosa che a 34 anni ancora devo scoprire e apprezzare appieno.

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  2. il 2, il 3, il 4, il 7 e l’8 sono quelli a cui tengo più in questi giorni
    🙂

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  3. Mi aggrego all’entusiasmo per “Come un romanzo”. Per me è stato anche il punto di partenza per conoscere l’autore e lasciarmi conquistare dal fascino dei Malaussène e di Belleville.
    I diritti del lettore citati nel decalogo li scopro e li riscopro a secondo dell’umore.
    Per esempio anni fa odiavo lasciare un libro a metà, ora invece se proprio non va giù lo abbandono senza troppi sensi di colpa.
    Poi ci sono stati periodi all’insegna del 4 (grandi riletture), ora forse sono una cultrice del 5 e del 7 🙂
    buone letture a tutti (e buon Pennac, che consiglio ardentemente a chi ancora non l’avesse scovato..)

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  4. Io spezzo una lancia per il diritto al bovarismo, che mi è sempre parso il meno scontato, anche perché è il più borderline. Io lo interpreterei così:
    – il diritto a leggersi diversi da quelli che si è, ossia il diritto a sognare a libri aperti;
    – il diritto ad abbandonarsi anche a letture (considerate) dozzinali;
    – il diritto a elucubrare immaginativamente sulle proprie letture;
    – a praticare (anche) una lettura emotiva, meterologica e umorale.
    Naturalmente è un diritto che comporta dei rischi, sia per chi ne “abusa” (potrebbe finire internato in qualche biblioteca … ospedaliera), sia per chi lo teorizza (che ne è di una lettura responsabile, eticamente sostenibile?). Ma proprio per questo lo trovo interessante.

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  5. Egolector è bellissima quest’immagine di leggersi diversi da quelli che si è. Ed è così liberatorio. Ci aiuta a tornare a quello che si è, con la stessa gioia con cui si rientra in casa dopo un lungo, faticoso viaggio. E aggiungo anche due parole per il punto 1. Ogni tanto bisogna essere capaci di chiudere i libri e spegnere la luce. Perché, e a me è successo stasera, al buio diventa tutto più chiaro.

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  6. Sempre, 2,3, 8,9 e anche 10 se si intende il diritto di non dover per forza dire cosa ne pensi di quel libro. Poi concordo con l’ultima affermazione di Theleeshore: ogni tanto bisogna anche chiudere i libri e spengere la luce. Altrimenti diventa una malattia, quella di leggere e non va bene che sia così.

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  7. Devo ammettere che sono una librodipendente e non so se sia un bene o un male. Leggo un libro dietro l’altro senza pause.Odio lasciare un libro a metà, non leggere e saltare le pagine. Non ho mai letto un libro 2 volte…anzi rilessi Piccole donne alle elementari.

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  8. […] interrotte, abbandonate. Ci ricordava qualche settimana fa theleeshore i diritti dei lettori proclamati e resi quasi luogo comune da Pennac. Fra questi ce ne sono almeno un paio che giustificano il mio […]

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