Ultimamente abbiamo parlato spesso di racconti.
Anche io ne sto leggendo di più.
Ho finito *La moglie di Don Giovanni* di Irene Nemirovsky, autrice-scoperta dell’Adelphi (a proposito, avete letto *Suite francese*?). Pubblicato nella simpatica collana Biblioteca Minima, che raccoglie una serie di racconti e brevi saggi in un piccolo formato, è un racconto in forma epistolare, con un minimo di suspance e una buona scrittura. Penso che la Nemirovsky abbia fatto di molto meglio, ma è sicuramente carino. Non pensate a Mozart, però, come ho fatto subito io.
Il secondo titolo che ho letto è l’ennesima raccolta di Joyce Carol Oates, *Notturno*, pubblicato dalla e/o. Nella quarta di copertina si dice: “Fra i libri che Stephen King considera fondamentali del genere noir c’è Notturno (Night-side in inglese) di Joyce Carol Oates”. Non lo definirei tanto noir nel significato che intendo io, quanto piuttosto gotico. In questi quattro racconti emerge, come in molte opere della scrittrice americana, il lato buio della vita umana, gli spazi di oscurità e spesso di _disumaninità_ di uomini e donne. Mi ha colpito soprattutto l’ultimo racconto, *Daisy*, che leggo essere ispirato al rapporto fra James Joyce e la figlia schizofrenica Lucy. Un pugno allo stomaco, come tutti gli altri suoi racconti.
*giuliaduepuntozero
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