Ciao a tutti,
mi dispiace davvero di non aver preso parte alla discussione del 19 ottobre sul libro di Kapuscinski, In viaggio con Erodoto. Non so come mi sia sfuggita.
Peccato: ho letto con attenzione il testo ed avevo cose da dire… più dalla parte di chi ha espresso qualche delusione o perplessità che da quella che l’ha apprezzato. L’uso di Erodoto come guida nel mondo moderno non mi sembra una grande idea, né mi piace pensare che Erodoto possa essere esempio di vita, di professionalità, di rigore storico, meno che mai un esempio della contemporanea figura del reporter ecc…
Ma l’occasione di dire queste cose è ormai passata. Ora sto leggendo in contemporanea un libricino di J. London, Memorie di un bevitore (mi ci ha spinto la bellezza della copertina: un marinaio trasognato seduto sul molo, ed. Mastellone, 1954), ed il saggio di Amartya Sen (e spero di non saltare la riunione…), Identità e violenza: un capitolo di London, uno di Sen. Mi piace.
Ed una cosa posso già dire a proposito del libro di Sen che lo avvantaggia rispetto a Kapuscinski: sin dall’inizio ha vinto la mia diffidenza.
Mi capita cioè di iniziare un romanzo sempre concedendo all’autore un beneficio di inventario, mentre quando comincio un saggio sento di assumere un atteggiamento interiore di contrapposizione, di polemica: leggo qualcosa, una affermazione o una pagina, e le contrappongo subito le mie osservazioni, le critiche, i miei “no”…
Con il libro di Sen invece ho subito cominciato a collaborare.
Forse per via della quarta di copertina (…il mio primo contatto con l’omicidio avvenne all’età di undici anni…), forse per via della autoironia delle battute iniziali. E mi sento già in pieno accordo con lui…
Un saluto al gruppo
Enrico M.
Kapuscinski un po’ deludente. Jack London e le belle promesse del libro di Amartya Sen – di Enrico M.
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