deep purple, originally uploaded by bratan.
Venerdì scorso è rimbalzato fino a me, Breve storia dei trattori in lingua ucraina di un romanzo pubblicato nel 2005 in Inghilterra e tradotto in Italia immediatamente da Mondadori. L’ultimo rimbalzo fino a me l’ha fatto all’aeroporto di Londra per cui la copia nelle mie mani è in inglese: sono però (quasi) certo che anche la traduzione italian mantenga quanto di buono questo romanzo trasmette.
Arrivato a un terzo di lettura, posso dire che mi piace molto: la storia (Inghilterra, un signore 84enne, vedovo da un paio d’anni, di immigrazione ucraina post guerra mondiale, vuole a tutti costi sposare una ragazza di 40 anni più giovane, Ucraina, un po’ per amore, un po’ per donarle la cittadinanza di sua maestà); l’ambiente (nell’Inghilterra opulenta un ingegnere appassionato di trattori che vive in una casa circondata da orti e con le dispense piene delle conserve fatte dalla moglie che non sprecava niente, secondo la tradizione della vecchia Ucraina); i conflitti (fra il signore e le figlie; e fra le figlie); la voce (quella della figlia più giovane, impegnata socialmente e politicamente, con un passato di militanza politica a sinistra) che è in bilico fra ironia, sarcasmo, complicità con il lettore, pietà, compassione; narra con grande leggerezza una storia che in alcuni momenti riporta a noi la terribile vicenda dell’Ucraina degli anni ’30 e ’40. Quindi una storia tutt’altro che facile da narrare.
Niente buonismo ma tanto sale sulle ferite, con leggerezza. Eppure, pagina dopo pagina amiamo questa famiglia, ridiamo fra frequenti momenti di tristezza; ci affezioniamo ai personaggi – il vecchio che ama i trattori su tutti. Per me è stata una vera – bella – sorpresa.
Pur nelle molte differenze: stilistiche, di portata del romanzo, di ambizioni (presunzioni?), La Breve storia… mi ricorda, per il tema ucraino ma anche per il modo di avvicinare storie tragiche della storia d’Europa (stalinismo e nazismo), il primo libro di Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata. Ovviamente è anche un libro sulle identità (nazionali, linguistiche – il vecchio parla un divertente inglese da ucraino – professionali, culturali, di consumo…) e sull’immigrazione.
Aggiungo solo che due libri essenziali per la narrativa calata nella storia del ‘900 e nelle terribili vicende dell’Ucraina sotto lo stalinismo e il nazismo sono quelli di Vassilj Grossman: Vita e destino (Jaca Book; in biblioteca a Cologno c’è; in libreria mi hanno detto che è praticamente irreperibile), e Tutto scorre, (Adelphi).
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