I libri più belli, letti nel 2025 (aggiornamento 12 novembre)

I libri che meritano attenzione; incontrati e letti nel corso dell’anno. Lasciate le vostre scelte nei commenti

Torino, luiginter Flickr, cc

La prima regola è, come ogni anno, che i libri segnalati si siano letti o incontrati* quest’anno, il 2025. Come sempre, potete aggiungere le vostre segnalazioni e osservazioni nei commenti a questo post.
1) I libri segnalati dai lettori nei commenti verranno riportati anche nell’articolo;
2) lo staff del blog aggiungerà le proprie segnalazioni (sempre nel corpo dell’articolo). Quindi, quando venite a controllare, cercate gli aggiornamenti sia nei commenti sia nel testo del post. La data indicata accanto all’editore si riferisce in genere a quella di prima pubblicazione (in originale in caso di opera tradotta).
*3) Alcuni libri segnalati sono ancora in corso di lettura oppure sono giudicati “interessanti” e meritevoli di lettura o almeno di consultazione.
[L’ordine è: il primo della lista è l’ultimo aggiunto].

[Leggi anche: I libri più belli, letti nel 2024.]

[Immagine in apertura: Torino, 2024]

Enrico Terrinoni, Leggere libri non serve, Bompiani 2025.
A proposito della forza sovversiva e liberatoria della lettura. Dice la quarta dell’editore: “Sette sortilegi, sette bussole per orientarci in un universo fatto di carta e immaginazione. Da Shakespeare a Svevo, da Virginia Woolf a Giordano Bruno, ogni pagina è una scoperta. E no, non serve essere lettori eruditi: questo viaggio è aperto a tutti. A chi divora pagine e a chi inciampa tra le righe. A chi vuole capire meglio il mondo e a chi insegue un’emozione. Perché leggere non è affatto un passatempo innocuo. È un atto di resistenza e libertà. È diventare altri. È diventare di più. Leggere è, ancora e sempre, un modo per sentirsi più vivi.”

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La scola di Mari Lodi, Casa delle arti e del gioco-Mario Lodi, 2017,  95 pp. Scrive Mariangela: “Bambini degli anni ’60 che parlano col loro Maestro. Bellissime fotografie, eloquenti e significative“.

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Mario Lodi e i suoi ragazzi, Cipì‘, Einaudi Ragazzi, 2008.

Scrive Mariangela:

“Ci sono buoni libri riservati solo agli adulti, perché per la loro comprensione richiedono esperienze di vita adulta, ma non ci sono libri riservati solo ai bambini.” (W.H.Auden)

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Mario Lodi, Emanuele Luzzati, ‘Il pensiero di Brio‘, Panini, 2007.
Scrive Mariangela:

Brio è il bambino distratto che va a scuola dimenticando a casa il suo pensiero. 

Il pensiero “volò fuori dalla finestra e ritornò al mare. […] Ogni tanto comandava a qualche nuvola di lasciare cadere la pioggia per innaffiare i fiori

Libro lieve e gentile. Da leggere o rileggere anche se si è attempati. La lettura di Pitzorno sulla letteratura per bambini sta dando i suoi frutti…

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Bianca Pitzorno, Storia delle mie storie, Pratiche, 1995, 187 p.
Scrive Mariangela:
Autobiografico, quasi un romanzo di formazione, con ‘Storia delle mie storie’ ho varcato la soglia della letteratura per i ragazzi; un mondo nuovo tutto da esplorare. Leggi il resto.

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Roberto Esposito, Il fascismo e noi. Un’interpretazione filosofica, Einaudi, 2025.
La filosofia può guardare la zona d’ombra, il punto oscuro, la macchia opaca che forse racchiude l’essenza del fascismo e che la ricerca storiografica, che pure ha illuminato con documentazione sempre crescente il fenomeno, probabilmente non riesce a rischiarare.

Si tratta, dice ancora Esposito, di aprirsi ai linguaggi del mito, del simbolo, del desiderio, ma anche di rivolgersi alle pulsioni e agli incubi che ci abitano ancora oggi. “È perciò che, per arrivare a ‘loro’, ai fascisti, conviene passare per ‘noi’, per la nostra esperienza interiore”. – Leggi l’articolo.

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Azione Antifascista di Mark Bray, pubblicato in Italia da Red Star Press nel 2022. «Storia, teoria e pratica della resistenza alla violenza squadrista e razzista: dai camerati di Mussolini e Hitler al suprematismo bianco della “nuova destra” in Europa e negli Stati Uniti». (Originale: Antifa: The Anti.Fascist Handbook, Melville House, 2017). Leggetelo! La caratteristica decisiva dei nuovi movimenti antifascisti è la pratica militante, l’opposizione e la resistenza attiva e piena di iniziative nelle strade e nelle piazze. Per questo le destre, da Trump fino ai suoi ridicoli ma pericolosi accoliti nostrani, si agitano tanto. La militanza dal basso li spaventa e irrita: loro vorrebbero il silenzio, l’obbedienza e al massimo qualche umile richiesta. – Leggi l’articolo.

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J.D. Salinger, Nove storie,  Einaudi, 1962. È la raccolta che contiene Un giorno ideale per i pescibanana (A Perfect Day for Bananafish, 1948). Ne parliamo qui e qui.

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Rodrigo NunesNé verticale né orizzontale, appena uscito da Alegre (l’edizione originale è del 2021: Neither Vertical nor Horizontal: A Theory of Political Organization, Verso). Nella quarta: “Per decenni i dibattiti a sinistra hanno avuto la tendenza a fissare concetti contrapposti come orizzontalità e verticalità, differenza e unità, centralizzazione e decentramento, micropolitica e macropolitica come coppie disgiuntive che si escludono a vicenda: o l’una o l’altra. Nunes capovolge i presupposti abituali e propone di adottare una prospettiva ecologica, inquadrando la molteplicità delle strategie e delle organizzazioni come un ecosistema. Un approccio teorico che permette di valorizzare la cooperazione e la convergenza, e di sfruttare a proprio vantaggio la pluralità e l’eterogeneità dell’attuale fase politica e sociale.”

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Maurice BlanchotLa parte del fuoco, (1949). Mai prima tradotto in italiano: esce ora dal Saggiatore, nella versione di Andrea Pitozzi (pp. 368). Scrive Pierluigi Pellini sul Manifesto:

“La prosa oracolare e la furia avant la lettre decostruzionista di Blanchot sgretolano ogni certezza filosofica, ideologica e ermeneutica, tranne appunto la fede nell’esistenza di un qualcosa che si chiama letteratura, che vive di ambiguità, contraddizione, paradosso e negazione. Sono queste le parole chiave del libro; e un filosofo analitico dimostrerebbe facilmente che da un saggio all’altro, ma a volte anche all’interno della stessa frase, sono declinate in una logica farlocca. Ma, appunto, in una cultura dominata dalla filosofia analitica non c’è spazio per gli estenuati illusionismi di Blanchot.

Del resto, il suo libro non ha pretese di sistematicità: è una raccolta di lunghe recensioni, che si apre nel nome di Mallarmé e di Kafka e si chiude con Nietzsche, per poi lasciar spazio, in conclusione o in appendice, all’ampio saggio su La letteratura e il diritto alla morte, che già contiene in nuce le idee principali dei volumi successivi e più celebri, Lo spazio letterario (1955) e Il libro a venire (1959), entrambi a loro volta riediti in anni recenti dal Saggiatore, che ha coraggiosamente riproposto anche il primo romanzo di Blanchot, Thomas l’Oscuro.

Come voleva Mallarmé, la letteratura nominando abolisce, evocando un oggetto ne cancella la realtà; e come sa ogni lettore non ingenuo di Kafka, l’ermeneutica è destinata allo scacco, nessuna interpretazione può esaurire le ambiguità del testo: la letteratura nega il mondo e si sottrae a ogni riduzione razionale. Quella di Blanchot è una teologia negativa, che ha il merito innegabile di una precocissima radicalità: mezzo secolo prima dei nipotini di Derrida, e pur partendo ancora da un retroterra di pensiero per certi versi provinciale (la filosofia del linguaggio di Brice Parain, i manifesti surrealisti, la koiné esistenzialista), anticipa a modo suo gli esiti più estremi del decostruzionismo.”

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Barbara Bernardini, Dall’orto al mondo. Piccolo manuale di resistenza ecologica, Nottetempo, 2023. Scrive Mariangela: “È un libro che parte dall’orto con indicazioni pratiche che aiutano i neofiti, ma anche con considerazioni più generali; l’orto per parlare della terra e della cura che dovremmo averne. Il resto nei commenti.

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Il giorno dell’ape di John Murray, Einaudi, 2025. Scrive Barbara: Letto quasi di corsa. Non per vedere come va a finire, non perché è appassionante. È appassionante e commuove e coinvolge e intristisce, ma a me ha fatto soprattutto l’effetto di assistere a una caduta bella lunga: e ad ogni appiglio che cede ti si strappa un pezzetto di speranza che poi rinasce per strapparsi forse di nuovo.
Recensioni serie potete trovarle, fra l’altro, su La lettura (Sandro Veronesi) e su criticaletteraria.org.

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Mathieu Belezi, Il passo falso di Emma Picard, Gramma/Feltrinelli, 2025. Ne scrive Guido Caldiron sul Manifesto: “Tra mille difficoltà, Emma Picard si mette in viaggio alla volta dell’Algeria insieme ai suoi quattro figli: è una giovane vedova e le autorità di Parigi le hanno assegnato una fattoria e venti ettari di terra. Siamo nella seconda metà dell’800 e per costruire l’Impero c’è bisogno di coloni che occupino i territori già conquistati con le armi e il sangue e rendano definitivamente «francese» quel Paese. Nel caso di Emma, come di molti altri, si fa leva sulla povertà e l’assenza di speranze in patria per contribuire a popolare le zone coloniali dove il sogno di redenzione di alcuni finirà per intrecciarsi per più di un secolo con la disperazione di altri.”

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Gabriele Fadini, Lo stratega contro. La sconvolgente attualità di Guy Debord, DeriveApprodi, 2025. Scrive Felice Cimatti su Doppiozero: “In realtà il tentativo di Debord coincide con l’avventura di una individualità non spettacolare, ossia con una inafferrabile individualità non individuale. Il procedimento fondamentale di questa operazione, allo stesso tempo estetico e politico, è quello della “situazione”, da costruire, in particolare, a partire dalle derive urbane. Nella città i diversi luoghi dettano gli usi che se ne possono fare: lavorare, riposare, divertirsi, secondo una logica fissata dai luoghi stessi, che prima ancora che essere contenitori spaziali sono dispositivi che producono azioni (si pensi alla separazione, nell’appartamento borghese, fra il luogo del cibo, quello dei bisogni corporei, dello svago, del riposo e del piacere). La deriva, al contrario, il lasciarsi andare per le città, sovverte tutte queste gerarchie, che sono allo stesso tempo urbanistiche e poliziesche: “la deriva – deviare l’acqua, scostarsi dalla riva, andare alla deriva – non è solo un movimento nello spazio ma anche nel tempo proprio allorché si svincola da un attaccamento esclusivo al suolo, restituendosi alla realtà di un viaggio che ha solo in sé stesso il proprio senso e il proprio fine” (p. 64). Un’azione senza scopo, che quindi non può essere trasformata in produzione di valore (com’è invece il caso del viaggio, a maggior ragione verso le solite mete cosiddette esotiche).

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Gianrico Carofiglio, Con parole precise: breviaro di scrittura civile, Laterza, 2017.
Beppe Severgnini, L’italiano: lezioni semiserie, Rizzoli, 2007. Scrive Mariangela: Impegnativo il primo, che si concentra, anche, sul linguaggio degli atti giudiziari, più svagato, ma altrettanto utile, il secondo. Formule burocratiche, tecnicismi inutili, assenza di punteggiatura, periodi lunghissimi rendono molti documenti pubblici incomprensibili e antidemocratici. Questa, in sintesi, la lezione di Carofiglio.

È invece giocato sui toni dell’ironia il libro di Severgnini. Tra i tanti consigli, tutti offerti con brio, mi ha colpito il seguente: il tentativo (la presunzione!) di elaborare a tutti i costi una scrittura originale può causare inconvenienti. Disastri, può provocare, perché gli esiti possono essere ridicoli!
Condivisibile anche la citazione trovata nel libro di Carofiglio:
“Per scrivere bene, in versi come in prosa, niente eguaglia l’avere davvero qualcosa da dire” (Paul Brulat)

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Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, Feltrinelli, 2015 (2002): autobiografia del grande scrittore israeliano che è anche l’autobiografia di un paese che – lo vediamo in questi mesi – forse si sta perdendo davvero nelle tenebre. Scrive la filosofa Roberta De Monticelli sul Manifesto del 9 agosto 2025: “non potrete non sentirvi la tenebra che la vince sull’amore, e conclude nel nulla della disperazione l’autobiografia dello stato-nazione ebraico”.

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Lorenzo Guadagnucci, Un’altra memoria, Guerre, stragi, muri e genocidi producono assuefazione. Un paradigma fallito da ricostruire, Altreconomia, 2025. Scrive Mariangela: È il classico libro che apre molte strade, e già per questo devo riconoscergli un gran merito:

  • Raffaele Oriani, “Gaza, la scorta mediatica  come la grande stampa ha accompagnato il massacro, e perché me ne sono chiamato fuori”, People, 2024, 125 p. 
  • Israele-Palestina: oltre i nazionalismi”, a cura di Bruno Montesano, E/O, 2024, 103 p.
  • Anna Foa, “Il suicidio di Israele”, Laterza, 2024, 92 p.

Non ci allontaniamo dall’argomento principale se diciamo che, per la quantità di indicazioni che fornisce in merito ai luoghi della memoria italiani (e alla relativa bibliografia), può venire utilizzato come guida per scoprire siti poco conosciuti ma molto significativi per comprendere la nostra storia. A cominciare da Gonars (provincia di Udine), dove incontriamo il campo di concentramento utilizzato dal regime per l’internamento dei civili jugoslavi. Per Trieste, permette di superare il tradizionale dualismo Risiera di San Sabba/Foiba di Basovizza perché indica luoghi della memoria della Resistenza slovena”. Qui il resto del commento.

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Guy de Maupassant, Tutte le novelle, Mondadori. Scrive Mariangela: “Non avevo mai letto i racconti di Guy de Maupassant, scopro invece che sono da tenere in considerazione (anche per una discussione in un gruppo di lettura). Contro ogni aspettativa, ho gradito anche i racconti cosiddetti ‘neri’. Da non tralasciare Walter Schnaffs, emblema dell’antimilitarismo”. Leggi il resto del commento.

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Il velo dipinto di Somerset Maugham, Adelphi, 2011 (1925). Scrive Mariangela: “Vita claustrofobica e scarsa possibilità di autodeterminazione segnano l’ esistenza di una ragazza che, a venticinque anni, non è ‘ancora’ sposata. La sua scelta, certo non dettata dall’ amore, la porterà in Cina (bella l’ambientazione coloniale) dove dovrà maturare in fretta. Mi è piaciuta anche la trasposizione cinematografica.”

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Wu Ming 1, Gli uomini pesce, Einaudi, 2024. Fra le citazioni delle recensioni mi piace questa: «Un romanzo situato là dove tutte le storie di questo collettivo sembrerebbero destinate a confluire: una foce comune verso il mare aperto dell’immaginazione. Spiazzante, sordo a ogni sintesi dialettica, parla ai nostri corpi intrappolati nelle devastanti bonifiche del realismo capitalista per un nuovo conflittuale divenire col mondo.»
(Giuliano Spagnul, → «2024 / libro dell’anno»Pulp Libri).

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Julio Cortázar, Rayuela. Il gioco del mondo, Einaudi, 2015 (1963). Indefinibile romanzo dello scrittore argentino, un libro fiume che non vi abbandona mai, acnhe quando pensate di aver perso il filo. Qui altre info e idee. Altre qui.

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Lea Ypi, Confini di classe. Disuguaglianza, migrazione e cittadinanza nello Stato Capitalista, Feltrinelli 2025.
Così l’editore: «Lea Ypi decostruisce qui, in modo radicale, i luoghi comuni del dibattito pubblico su migrazione, integrazione, sovranismo e cittadinanza, e dimostra che le politiche migratorie contemporanee rafforzano la divisione tra classi sociali, e che lo Stato capitalista – lungi dall’essere un garante imparziale della giustizia – è spesso uno strumento di esclusione e dominio. Il cuore della sua argomentazione è semplice quanto dirompente: la vera frattura non passa tra nativi e stranieri, ma tra chi ha diritti e risorse, e chi ne è sistematicamente privato. Anche nelle società all’apparenza più democratiche, la cittadinanza si compra, si eredita, si concede: non è mai davvero accessibile a tutti. E mentre la sinistra insegue narrazioni identitarie e discorsi sulla cultura nazionale, perde di vista ciò che ha storicamente costituito il suo compito: organizzare la solidarietà di classe.
Confini di classe raccoglie tre dei più importanti saggi politici di Lea Ypi e propone una nuova chiave di lettura per comprendere le crisi della democrazia contemporanea. Un invito urgente a ripensare i confini, non in termini di geografia, ma di giustizia.»

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Joe Brainard, Mi ricordo, Lindau, 2014 (edizione originale: 1975), traduzione di Thais Siciliano, con la collaborazione di Susanna Basso. Come ha spiegato bene Paul Auster, Mi ricordo ha una struttura e configurazione, oltre a un’ispirazione lirica, che contribuiscono a renderlo una sorta di poema in prosa. Tuttavia, aggiungo io, funziona molto bene come suggeritore, indicatore di un metodo per entrare nei nostri ricordi; come una mappa in uno spazio poco noto, una bussola che aiuti a orientarsi. Contro le scritture autobiografiche narcotizzate e quiete.

Ecco sei fra gli “I remember” di Brainard:

Mi ricordo che allora la vita era una cosa seria proprio come adesso

Mi ricordo Betty, la madre di Bunny Van Valkenburg. Era bassa, tarchiata e vivace, e portava orecchini giganteschi. Una volta incollò la carta da parati sul pavimento della cucina. E ci passò sopra la cera.

Mi ricordo Doc, il padre di Bunny Van Valkenburg. Era il nostro medico di famiglia. Mi ricordo che una volta raccontò di un suo paziente che aveva l’orticaria dentro il corpo. Era disperato ma guarì in fretta perché non aveva modo di grattarsi.

Mi ricordo di aver trovato 21 dollari dentro un portamonete nero in un grande magazzino di St. Louis. Chiesi se qualcuno l’aveva perso ma siccome nessuno lo reclamò potei tenermelo. [p. 76]

Mi ricordo che sognavo di vivere in un vecchio autobus, o in un vecchio vagone ferroviario, e immaginavo come li avrei arredati. 

Mi ricordo uno dei miei primi ricordi, una bambina più grande in un negozio di caramelle. Il commesso le chiese che cosa voleva e lei scelse un bel po’ di cose, poi lui le fece il conto e lei disse: “Oh ma io non ho i soldi. Mi aveva chiesto cosa volevo, e io gliel’ho detto”. Mi colpì davvero un sacco.

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Georges Perec, Mi ricordo, Bollati Boringhieri, 2013, ( traduzione di Dianella Selvatico Estense. Ispirato espressamente al lavoro di Brainard, Perec, con il suo Je me souviens, ha, in alcuni passaggi almeno, uno sguardo più pubblico e forse politico. Ne cito uno:

“Mi ricordo che ai piedi della passerella che, in capo a rue de Ranelagh, scavalcava la ferrovia di circonvallazione e permetteva di raggiungere il bois de Boulogne, c’era una baracchetta che serviva da bottega a un calzolaio e che, dopo la guerra, fu ricoperta di croci uncinate perché il calzolaio era stato, a quanto pare, un collaborazionista”.

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Ricardo Piglia, Respirazione artificiale, Sur, 2012 (originale 1980). Opera di culto fra lettori e scrittori, Romanzo che parte come un romanzo epistolare e diventa un groviglio di citazioni, riferimenti, metanarrazioni. Imperdibile per chi si interessa alle storie ma anche a come vengono scritte.

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Miljenko Jergović, Sarajevo. Una mappa della città, Keller, 2024 (originale 2015). Romanzi, cronaca, autobiografia, antropologia urbana, storia. Memoria famigliare e incrocio di tanti percorsi individuali. Un’opera labirinto. Jergović è nato nel 1966.

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Nikolaj Leskov, Il viaggiatore incantato, 1873. Se ne parla qui.

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John Williams, Augustus, Fazi, 2021 (originale Y 1972). Ce lo segnala un lettore o una lettrice che si firma Fe. Dall’autore di Stoner, Augustus è un romanzo storico epistolare. Così lo presenta l’editore: “John Williams ci racconta il principato di Ottaviano Augusto e i fasti e le ambizioni dell’antica Roma attraverso un abile intreccio di epistole, documenti, diari e invenzioni letterarie da cui si scorgono i profili interiori dei tanti attori dell’epoca, i loro dissidi, le loro debolezze: l’opportunismo di Cicerone, la libertà e l’ironia di Orazio, la saggezza di Marco Agrippa, la raffinata intelligenza di Mecenate, ma soprattutto l’inquietudine di Giulia, una donna profonda e moderna, che cede alla lussuria quanto alla grazia.
In Augustus, che valse all’autore il National Book Award nel 1973, protagonista è la lingua meravigliosa di Williams che ci restituisce a pieno lo spirito della Roma augustea.
Un capolavoro della narrativa americana che, fra ricostruzione storica, finzione e perfezione stilistica, non manca mai di dialogare con il presente, e in cui la grande storia è lo spunto per riflettere sulla condizione umana, sulle lusinghe del potere e sulla solitudine di chi lo esercita.”

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Eleonora Panzera ci segnala Jenny Erpenbeck, Kairos, Sellerio, 2024 (originale tedesco 2021). “Jenny Erpenbeck racconta una storia d’amore fatta di manipolazioni e tossicità. Allo stesso tempo disegna una cronaca ricca di spigoli e sfumature di un cruciale momento di passaggio, in cui una società repressiva ma anche protettiva diviene una società libera e aggressivamente competitiva. Kairos espone l’attrito possente tra le scelte personali e il moto perpetuo della Storia, attraverso la lente di una relazione devastante che esalta l’incantata fragilità degli esseri umani.” (Dal risvolto di copertina).

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Adelphi ha pubblicato Tutti i racconti di Roberto Bolaño (traduzione di Barbara Bertoni e Ilide Carmignani, 652 pp.) Per la prima volta in un unico volume tutte le short stories dello scrittore cileno, compresi 17 inediti trovati nel computer dopo la morte nel 2003.

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Domenico Fina: “ho letto con ammirazione Sfinge di Gabriele Di Fronzo, appena uscito per Einaudi, un romanzo straordinario, dalla prima riga all’ultima, per lingua, storia, afflato; Gabriele Di Fronzo, scrittore torinese di 40 anni, si inventa un protagonista contemplativo, checoviano? nato in Val d’Aosta e costretto a volare per professione, sta per compiere 60 anni, di mestiere è un courier, segue, protegge, scorta statue e reperti preziosi che dal Museo egizio di Torino verranno esposti nei musei internazionali. Questa è la storia della sua ultima missione a Shanghai prima di andare in pensione. Incontrerà una giovane direttrice di Museo, Qi (pronuncia Ci), uno strano uomo d’affari che vorrebbe salvare fiori in estinzione, rifletterà su una metropoli assurda come Shanghai quasi fosse il mondo intero, sui tifoni, sulle architetture, sull’ansia di volare, sul suo amore di una vita, Sara, ex moglie con la quale è finito l’amore e non sa spiegarsi il perché. Rifletterà sul tempo, la sua idea fissa. Libro bellissimo, alcune pagine ricordano Daniele Del Giudice, ma non vorrei confondere, questo libro ricorda credo solo se stesso, come tutti i libri originali.” Il resto lo trovate qui.

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Wayne C. Booth, Retorica della narrativa, La nuova Italia, 1996 (originale: 1961), Un classico della moderna teoria letteraria per leggere meglio e più a fondo romanzi e racconti. E forse anche per apprendere qualche tecnica da applicare quando decidiamo di scrivere, per esempio, come da un po’ stiamo dicendo, scrivere di noi.

Commenti

21 risposte a “I libri più belli, letti nel 2025 (aggiornamento 12 novembre)”

  1. Avatar luigi gavazzi

    Ricominciamo, benvenut* a tutte le lettrici e i lettori che vogliono contribuire con le segnalazioni dei libri migliori letti nel corso del 2025. Il post è ovviamente in aggiornamento.

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  2. Avatar Eleonora Panzera
    Eleonora Panzera

    KAIROS DIJenny Erpenbek

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  3. Avatar fe
    fe

    Augustus di John Williams

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  4. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Non capisco per quale meccanismo informatico, ma non avevo ancora visto questo articolo dedicato ai ‘più belli letti nel 2025’ .

    Presa alla sprovvista, per ora metto qui solo l’ultimo romanzo concluso: ‘ Il velo dipinto‘ di Somerset Maugham.

    Vita claustrofobica e scarsa possibilità di autodeterminazione segnano l’ esistenza di una ragazza che, a venticinque anni, non è ‘ancora’ sposata. La sua scelta, certo non dettata dall’ amore, la porterà in Cina (bella l’ ambientazione coloniale) dove dovrà maturare in fretta.

    Mi è piaciuta anche la trasposizione cinematografica.

    Mariangela

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  5. Avatar Non puoi più leggere – GRUPPO DI LETTURA

    […] aggiornato l’articolo con i libri più belli letti nel 2025. I due libri aggiunti sono: Joe Brainard, Mi ricordo, Lindau, 2014, pubblicato in tre versioni […]

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  6. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Lorenzo Guadagnucci, “Un’altra memoria Guerre, stragi, muri e genocidi producono assuefazione. Un paradigma fallito da ricostruire”, Altreconomia, 2025, p.240

    è il classico libro che apre molte strade, e già per questo devo riconoscergli un gran merito:

    • Raffaele Oriani, “Gaza, la scorta mediatica  come la grande stampa ha accompagnato il massacro, e perché me ne sono chiamato fuori”, People, 2024, 125 p. 
    • Israele-Palestina: oltre i nazionalismi”, a cura di Bruno Montesano, E/O, 2024, 103 p.
    • Anna Foa, “Il suicidio di Israele”, Laterza, 2024, 92 p.

    Non ci allontaniamo dall’argomento principale se diciamo che, per la quantità di indicazioni che fornisce in merito ai luoghi della memoria italiani (e alla relativa bibliografia), può venire utilizzato come guida per scoprire siti poco conosciuti ma molto significativi per comprendere la nostra storia. A cominciare da Gonars (provincia di Udine), dove incontriamo il campo di concentramento utilizzato dal regime per l’internamento dei civili jugoslavi. Per Trieste, permette di superare il tradizionale dualismo Risiera di San Sabba/Foiba di Basovizza perché indica luoghi della memoria della Resistenza slovena.

    La molla di tutto scaturisce da un elemento autobiografico: la famiglia paterna dell’autore è stata coinvolta nell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. La commemorazione in occasione dell’ottantesimo anniversario nel 2024 (con tanto di doppio passaggio a bassa quota di uno stormo dell’Areonautica) partorisce domande spinose: ha senso una memoria sganciata dall’attualità che non si traduca, oggi, in azioni concrete a sostegno di quegli ideali per cui i caduti commemorati sono morti, ieri?

    Meglio citare alla lettera:

    Impossibile commuoversi e indignarsi per i nostri morti di ottant’anni prima, mentre, collettivamente, ignoriamo, fingendo di non vedere, i morti causati dalle nostre armi, da un esercito amico, sostenuto dalle nostre istituzioni, appena al di là del nostro mare

    Libro non ancora terminato ma che ancora promette moltissimo.

    Mariangela

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  7. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Non avevo mai letto i racconti di Guy de Maupassant, scopro invece che sono da tenere in considerazione (anche per una discussione in un gruppo di lettura).

    Contro ogni aspettativa, ho gradito anche i racconti cosiddetti ‘neri’. Da non tralasciare Walter Schnaffs, emblema dell’antimilitarismo

    Qualche titolo:

    • ‘Il tic’
    • ‘L’orribile’ 
    • ‘Diario di un magistrato’
    • ‘Pazzo?
    • ‘La morta’
    • ‘Chissà’,
    • ‘ La paura’
    • ‘ Malati e medici’

     e, appunto, 

    • L’avventura di Walter Schnaffs’

    Ho trovato utile il paratesto (non tanto la traduzione) dei due Meridiani curati da Mario Picchi e da Maria Giulia Longhi:

    • Guy de Maupassant, ‘ Tutte le novelle

    E come scrive, questo francese!

    Mariangela 

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  8. Avatar Gruppo di lettura a Milano, Biblioteca Sormani: Rayuela di Julio Cortázar  – GRUPPO DI LETTURA

    […] Leggi anche: I libri più belli, letti nel 2025 (aggiornamento 9 agosto) […]

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  9. Avatar Fare (altre) cose con la lettura – GRUPPO DI LETTURA

    […] vi segnalo che abbiamo aggiornato la lista dei Libri Libri più belli letti quest’anno. Sono entrati alcuni libri davvero inusuali in queste liste e libri pronti a sfidare il quietismo […]

    "Mi piace"

  10. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Due libri sullo scrivere che ho molto apprezzato:

    1. Gianrico Carofiglio, ‘Con parole precise: breviaro di scrittura civile’, Laterza, 2017, 175 p.
    2. Beppe Severgnini, ‘L’italiano: lezioni semiserie’, Rizzoli, 2007, 205 p.

    Impegnativo il primo, che si concentra, anche, sul linguaggio degli atti giudiziari, più svagato, ma altrettanto utile, il secondo.

    Formule burocratiche, tecnicismi inutili, assenza di punteggiatura, periodi lunghissimi rendono molti documenti pubblici incomprensibili e antidemocratici. Questa, in sintesi, la lezione di Carofiglio.

    E’ invece giocato sui toni dell’ironia il libro di Severgnini. Tra i tanti consigli, tutti offerti con brio, mi ha colpito il seguente: il tentativo (la presunzione!) di elaborare a tutti i costi una scrittura originale può causare inconvenienti. Disastri, può provocare, perché gli esiti possono essere ridicoli!

    Condivisibile anche la citazione trovata nel libro di Carofiglio:

    Per scrivere bene, in versi come in prosa, niente eguaglia l’avere davvero qualcosa da dire’ (Paul Brulat)

    Mariangela

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  11. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Se avete letto altri libri, sullo scrivere, che vi sono piaciuti, mi fate un piacere se li indicate qui. Per me il numero uno rimane il saggio di Primo Levi ‘Dello scrivere oscuro’ contenuto ne ‘L’altrui mestiere’.

    Mariangela

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  12. Avatar Il gruppo Grandi libri sceglie il romanzo di novembre – GRUPPO DI LETTURA

    […] Nelle ultime settimane sono arrivati anche alcuni aggiornamenti alla lista dei libri più belli letti quest’anno. […]

    "Mi piace"

  13. Avatar Barbara Biagini
    Barbara Biagini

    “Il giorno dell’ape” di John Murray, Einaudi 2025

    Letto quasi di corsa. Non per vedere come va a finire, non perché è appassionante. È appassionante e commuove e coinvolge e intristisce, ma a me ha fatto soprattutto l’effetto di assistere a una caduta bella lunga: e ad ogni appiglio che cede ti si strappa un pezzetto di speranza che poi rinasce per strapparsi forse di nuovo.

    Recensioni serie potete trovarle, fra l’altro, su La lettura (Sandro Veronesi) e su criticaletteraria.org

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  14. Avatar Bettiblu
    Bettiblu

    oggi è morto Benni. sono molto triste. a 15 anni ridevo con bar sport. ma il mio preferito è: comici spaventati guerrieri (ho il suo autografo sulla mia copia)

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  15. Avatar Mariangela
    Mariangela

    ► Barbara Bernardini, “Dall’orto al mondo. Piccolo manuale di resistenza ecologica” Nottetempo, 2023.

    E’ un libro che parte dall’orto con indicazioni pratiche che aiutano i neofiti, ma anche con considerazioni più generali; l’orto per parlare della terra e della cura che dovremmo averne:

    magari fare un orto è il modo empirico per andare a scuola dal terreno e da chi ci vive dentro” e ancora: “per 10 centimetri di terra fertile occorrono duemila anni di lavorio sotterraneo”, e conclude: “La morte del terreno è la forma di morte più intransigente, perché chiude qualunque possibilità di rinascita.” (p.32).

    Mariangela

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  16. Avatar Ora tocca a Ferdydurke – GRUPPO DI LETTURA

    […] Fra le aggiunte dell’articolo sui libri migliori incontrati in questo 2025: […]

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  17. Avatar Pescibanana e antifascisti – GRUPPO DI LETTURA

    […] I libri più belli, letti nel 2025 (aggiornamento 29 settembre). […]

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  18. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    E’ un libro importante, l’avevo letto da qualche parte su questo blog che era meritevole:

    ► Bianca Pitzorno, ‘Storia delle mie storie’, Pratiche, 1995, 187 p.

    Autobiografico, quasi un romanzo di formazione, con ‘Storia delle mie storie’ ho varcato la soglia della letteratura per i ragazzi; un mondo nuovo tutto da esplorare.

    Il rapporto con la lettura è centrale nella vita dell’autrice:

    “Non faccio neppure molta differenza tra la lettura e la scrittura. Per me erano fasi complementari di un’unica attività necessaria, come il battito del cuore, come il respiro. Pompare dentro, pompare fuori. Leggere, scrivere.”

    Mariangela

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  19. Avatar Mariangela
    Mariangela

    ∆ Mario Lodi, Emanuele Luzzati, ‘Il pensiero di Brio‘, Panini, 2007

    Brio è il bambino distratto che va a scuola dimenticando a casa il suo pensiero. 

    Il pensiero “volò fuori dalla finestra e ritornò al mare. […] Ogni tanto comandava a qualche nuvola di lasciare cadere la pioggia per innaffiare i fiori

    Libro lieve e gentile. Da leggere o rileggere anche se si è attempati.

    La lettura di Pitzorno sulla letteratura per bambini sta dando i suoi frutti…

    Mariangela

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Altro libro importante che non avevo mai letto:

    ∆Mario Lodi e i suoi ragazzi, ‘Cipì‘, Einaudi Ragazzi, 2008″

    “Ci sono buoni libri riservati solo agli adulti, perché per la loro comprensione richiedono esperienze di vita adulta, ma non ci sono libri riservati solo ai bambini.” (W.H.Auden)

    Mariangela

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  21. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Ci sono educatori che noi tutti dovremmo ringraziare, è anche merito loro se la scuola è meno classista di qualche decennio fa:

    ‘La scola di Mari Lodi”, Casa delle arti e del gioco-Mario Lodi, ©2017,  95 p. 

    Bambini degli anni ’60 che parlano col loro Maestro. Bellissime fotografie, eloquenti e significative.

    Mariangela 

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