“Fra un paio d’anni sarai un’ombra come me. Il mondo ti cancella. Sarai un’ombra come me”.

La lugubre profezia è pronunciata con sguardo rassegnato da Maggie Gyllenhaal nel piccolo intrigante film Lontano da qui (titolo originale The Kindergarten Teacher), dal 13 dicembre al cinema con Officine Ubu, distributore che spesso offre orizzonti interessanti, diversi dal solito.
Il destinatario del vaticinio? Un bimbetto di cinque anni, occhi scuri ora schivi e timidi, ora quasi sapienti. Si chiama Jimmy e lo interpreta Parker Sevak, alla sua prima volta da attore: un musetto che conquista.
Jimmy ha un dono: compone poesie di originalità essenziale. Quando arrivano, le poesie, come un flutto, lui le bofonchia. Gyllenhaal è Lisa, la sua insegnante d’asilo, madre e moglie insoddisfatta, invisibile agli occhi dei figli adolescenti, assorbiti da chat, smartphone e ciance evanescenti tra coetanei. La donna partecipa a un corso di poesia ma non ha talento. Vorrebbe sollevarsi dalla mediocrità che al suo sentire sembra inghiottirla ovunque, in famiglia e dentro di sé. La scoperta del dono di Jimmy sveglia in lei un lampo quasi folle.
Quel talento poetico, che lei tanto vorrebbe possedere, è da alimentare, registrare, far conoscere, proteggere. A modo suo. La sua ossessione di elevarsi emotivamente e artisticamente, la voglia logorante di un guizzo, la porta a mosse inconsuete. Inquietanti.
A Sara Colangelo, regista italoamericana che vive a New York, si deve questa storia semplice e illuminata, remake del film israeliano di Nadav Lapid del 2014, che apre a riflessioni sul destino della bellezza oggi. Nell’epoca di Trump e di politici nostrani dai modi dozzinali e proclami baritonali, che futuro ha l’arte? Nella società in cui è d’obbligo fingersi sempre cool tramite autoscatti, tra instagramer, influencer, youtuber, veloci e fagocitanti, che spazio c’è per la bellezza e la poesia? Il rischio è davvero che siano cancellate, nell’ombra?
La Colagenlo se lo chiede: Lontano da qui “è stata un’occasione unica per discutere del ruolo, se ne esiste uno, della poesia nella moderna vita americana. C’è ancora spazio per la bellezza, per il significato e l’espressione umana nell’attuale Amministrazione e in un mondo di smartphone, videogiochi, pistole e lontane guerre d’oltreoceano? È una questione vitale e per cui vale la pena discutere”.
E ora un esperimento. Proviamo ad elencare i nomi di cinque poeti contemporanei, viventi, senza cercare su Google. E ora, quelli di cinque influencer.
A proposito di poesia, ecco un dono. Della poetessa Mariangela Gualtieri.
“Io ringraziare desidero per la bellezza delle parole, natura astratta di Dio, per la lettura e la scrittura che ci fanno esplorare noi stessi e gli altri”.
Rispondi