I libri più belli, letti nel 2017

Ricominciamo: la prima regola è semplice ed è sempre la stessa: si parla dei libri più belli, letti nel corso del 2017. Conta che il libro sia stato letto nel corso di quest’anno, non conta quando è stato pubblicato o scritto Altra regola fondamentale: il rispetto per gli altri. Ci piace molto il confronto, la…

Edward Hopper, Interior (Model Reading), 1925
Edward Hopper, Interior (Model Reading), 1925

Ricominciamo: la prima regola è semplice ed è sempre la stessa: si parla dei libri più belli, letti nel corso del 2017.

Conta che il libro sia stato letto nel corso di quest’anno, non conta quando è stato pubblicato o scritto

Altra regola fondamentale: il rispetto per gli altri.

Ci piace molto il confronto, la discussione, anche la contestazione dei giudizi altrui; non viene apprezzato, e nemmeno tollerato, l’insulto.

Ogni anno, questo post sui “libri più belli” è una fonte di preziosi consigli (anche contro qualche libro), di analisi, di serenità, di dubbi, di speranze, di riflessioni.

Grazie, come sempre, a tutti coloro che parteciperanno.

Abbracci

Commenti

2.739 risposte a “I libri più belli, letti nel 2017”

  1. Avatar cristina
    cristina

    Claudio grazie.
    E’ Camilla che assieme a me parla di Annie Ernaux. Perme il suo libro più potente è La onta.
    Teresa, passerà passerà

    Cam tesoro, lerognesonorognesonorogne

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  2. Avatar milena
    milena

    ….ciao Cristina….importante che non sottovaluti nulla….curati bene…..facci sapere…..

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  3. Avatar camilla
    camilla

    @ Cristina già lerognesonorogne e quando lo sono davvero sono dentro di noi e bruciano senza tregua. Qualche dormita pesante e tanti risvegli senza un riposo.
    E allora ….io prendo il treno dei desideri che dei pensieri all’ incontrario va (Paolo Conte? azzurro ?)parappapara’…
    Per restare in tema di libri leggo sul giornale con ampio servizio fotografico , la cinquina finalista al premio Strega.Nomi per me,ignorantissima, quasi sconosciuti. Di Matteo Nucci, parecchi anni fa’, lessi un romanzo sull’invasione dei Cinesi??? Può. essere ma non importa perché. non mi ricordo niente.Di una Teresa Ciabatti,esperta romanziera, non ho mai letto niente qui si parla di una storia di famiglia adatta a un me’lo, forse ne faranno una fiction per canale 5;
    un altro parla di otto montagne, come hanno fatto e faranno ancora tanti ( troppi?) scalate, vita dura e pura, ecc. , un altro racconta le storie dei tipi che vivono sulle rive del Tevere,a Roma, tra mucchi di spazzatura non spazzata e topi e personaggi fiabeschi.Un’altra non mi ricordo di cosa parli e nemmeno come si chiama.. Brutta ignorante. presuntuosa direte, voi.Giusto. E pensare che leggo tantissimo, mi piace tanto. leggere, sono circondata da molte centinaia di libri.Anche italiani, Andrea Bayani per es.Milena Agus di cui ho appena finito un piccolo lungo racconto che non si vedrà. mai in TV. Perfino una stralunata e divertente e un po’ “ammaccata” Veronica Pivetti , e Gad Lerner e molti altri. Ma non si può avere tutto. Mi perdo il meglio ? Ditemelo voi. Vostra. Cam

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  4. Avatar Teresa
    Teresa

    @Camilla mi consolo perchè se non li conosci tu…Diffido un pò dei premi in generale però devo dire che La ferocia di Lagioia mi è piaciuto (ha vinto anno scorso mi sembra). zero interesse per quelli di quest’anno. Mi hanno parlato bene dell’ultimo romanzo di Arundhati Roy. Sono passati 20 anni dal suo Il dio delle piccole cose, che francamente non mi aveva entusiasmato. Lei invece si che mi entusiasma, una grande donna che in tutti questi anni ha preferito impegnarsi per i diritti civili e l’analisi intelligente e puntuale di ciò che è l’India oggi e della globalizzazione di questo nostro mondo. Il suo saggio Guerra è pace è illuminante, Ora torna al genere romanzo, qualcuna/o l’ha letto?
    Buona calda serata.
    Teresa

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  5. Avatar wwayne

    A proposito di diritti civili, stasera su Rai3 danno Selma, il film antirazzista e biografico su Martin Luther King: guardatelo, ne vale davvero la pena.

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  6. Avatar Dani

    La mia peggior lettura 2016 era in corsa x lo Strega, ovvero Conforme alla gloria di Paolini. Quindi…
    Però delle otto montagne Claudio, mi pare, aveva detto bene e a personalmente mi incuriosisce

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  7. Avatar camilla
    camilla

    @ Teresa. io volevo scherzare . Certo che la gente che legge molto, che legge i grandi ha delle esigenze più sofisticate di quello che finisce al premio Strega, almeno negli ultimi anni. Nel senso che nel libro di autore si cerca molto di più. di quello che già. si conosce e che è. stato scritto in tutte le salse.La famiglia, gli amorazzi, le gelosie il melodramma, la scrittura inutilmente “violenta” o spettacolare ( una famosa scrittrice che raccontava un pianto disperato scrisse : pisciava con o dagli occhi).Tutto e’ inutilmente urlato, drammatizzato. Inutile aspettarsi stupore, rivelazione…Magari sono buoni libri ma … Poi queste cose vendono, più. sono melodrammatiche più fanno mercato., specialmente all’estero, come la pizza.Non ho letto il nuovo libro di Arundhati Roy ma non credo che lo leggerò. Ciaociao Cam

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  8. Avatar camilla
    camilla

    @ Dani. sono centinaia i grandi libri sulla montagna . Per restare alla modernità. si deve assolutamente ricordare DINO BUZZATI , un grande della scrittura di montagna a decine di grandi alpinisti da WALTER BONATTI R.MESSNER. Un numero molto grande di libri splendidi, fino a Corona e al concorrente dello Strega. Ma certo e’ l’ennesimo. Puo’ essere migliore o molto diverso? Non credo. Certo sara’ un bel libro tra tantissimi. Credo. Ma magari mi sbaglio. baci cam

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  9. Avatar Teresa
    Teresa

    @Dani Bonatti l’ho letto tutto e vabbè un pò specialistico però appassionante. Era un periodo in cui viaggiavo e vivevo avventure solo con la fantasia, ho divorato i suoi resoconti delle grandi scalate, poi Alexandra David Neal , Viaggio di una parigina a Lhasa, Il paese dei briganti, Il lama delle cinque saggezze. Anche lei una grandissima donna.
    @Camilla ok , ma pure io non volevo essere seriosa, sarà sto caldo….)))

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  10. Avatar cla055
    cla055

    Si Dany ho letto il libro di Cognetti LE OTTO MONTAGNE e mi è piaciuto molto. Conta pero’ che io, nonostante sia di Roma, sono un patito di montagna quindi godo come un pazzo ogni volta che leggo qualcosa sull’argomento.

    Saluti a tutti,

    Claudio

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  11. Avatar cla055
    cla055

    Certo leggere Wwayne che fa pubblicità ad un film sui diritti civili e poi ci fa sapere che stima la Meloni che ha sparato a zero sia sulla legge delle Unioni Civili ed ora sullo Ius soli mi sa tanto di incompetenza politica.

    Claudio

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  12. Avatar camilla
    camilla

    @ claudio Ti dovresti trasferire qui a Trento. La montagna e tutto quel che la riguarda ha il posto più importante nella cultura locale che molto spesso tende alla “mistica” che non è. mai una bella cosa. Perciò. e’. difficile salutare un libro sullo argomento senza un pizzico di sano …distacco. Non dubito che il libro di Cognetti sia bellissimo ma certo non è un evento da premio Strega, il concorso letterario più importante di Italia. E qui più che la montagna, povera stella, ci sono gli interessi delle case editrici che devono vendere.
    Per quanto riguarda il nostro comune amico ww non mi capacito mai della difficoltà. di mettere assieme le sue teorie ( con cui sono spesso in sintonia) col la sua prassi. Come può un uomo che si dice non razzista scegliere un Partito fascista, razzista, e pieno di scalmanati ottusi e violenti …e quella della Ius soli mi indigna e mi terrorizza. Gente così. e’ disumana e pericolosa.
    Ciao caro Claudio. Cam

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  13. Avatar cla055
    cla055

    Camilla tra un po’ andro’ in ferie e penso che quest’anno toccherà a Vipiteno. Ci sarebbe anche l’idea al ritorno di passare proprio per Trento per vedere un po’ di musei e il Castello del Buonconsiglio. Lo scorso anno sono andato in Iran ed ho conosciuto 2 signore proprio di Trento e mi hanno parlato molto bene della città. Buona giornata Camilla e scusa se non ricordavo che eri proprio tu che parlavi della bravissima Ernaux. Vi ho dato fiducia a te e Cristina e sono stato ripagato da bellissimi libri.

    Claudio

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  14. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @tutti

    Cristina, io non ti dico niente per non sbagliare (come scrivevo una volta a Jez, quando mi imbarco in qualche tentativo di portar conforto, dico le cose più inopportune e ottengo esiti controproducenti). Riesci a leggere?

    Ciao,
    Mariangela

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  15. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    stamattina il senso di libertà per aver finito di scrivere e correggere e archiviare etc (ci ho anche messo dentro un esame universitario ieri mattina) mi ha portato ad arrampicarmi su una bella parete difficoltosa: VITA E DESTINO di V Grossmann.
    Alle 7.30 del mattino mi è apparso tutto molto cupo, ma vi saprò dire!
    Bacione. Corro a scuola.

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  16. Avatar Elena
    Elena

    @Jezabel Vita e destino un capolavoro! E fa molto riflettere, anche a distanza di anni!

    Elena

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  17. Avatar Dani

    E brava Jez. Non scoraggiarti e portalo a termine

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  18. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Il giudizio su certi libri ci mette in imbarazzo perché, come sollecita Cristina, vorremmo essere in grado di andare al di là del mi piace/ non mi piace, capiamo che il libro ha dei meriti e ci sforziamo di dare un giudizio oggettivo, tentiamo di capire quello che l’autore voleva dirci; il fatto è che rispetto al libro che sto finendo,”Il giardino delle mosche” di Andrea Tarabbia, non un brutto libro, in effetti, questa operazione mi risulta particolarmente ostica.

    É la storia di un serial killer che nella ex URSS nel corso di alcuni decenni ha ucciso, stuprandoli, torturandoli e mutilandoli, decine di individui. A mio parere, l’orrore si può raccontare anche evitando il crudo realismo, evidentemente non è della stessa opinione l’autore che, su alcuni aspetti, nel libro ha puntato apertamente; qui non ci sono solo descrizioni di sadica ed efferata ferocia, ci sono scene onestamente ributtanti, nel senso che fanno proprio ribrezzo anzi, scusatemi, fanno schifo.

    Sono combattuta: è un libro che non oserei mai proporre per un incontro del gruppo di lettura (qualche lettore potrebbe rimanerne profondamente disturbato), ma, per contro – contraddizione cui talvolta i romanzi di costringono – mi piacerebbe poterne parlare con altri lettori. Voi lo conoscete? E l’autore?

    Ciao,
    Mari

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  19. Avatar Teresa
    Teresa

    @Mariangela io non l’ho letto, però mi fai venire in mente quanto ha scritto Michela Marzano sull’ultimo lavoro di Walter Siti con una dedica ambugua e inspiegabile a Don Milani. Personalmente non m’interessa esplorare alcuni abissi, conosco i miei limiti. Ti dico che quando mi sono letta tutta la quadrilogia di David Peace (1977 e gli altri) dormuvo male e davvero mi ha disturbata per quel senso di mancanza di speranza, di luce pur nell’oscurità. Però li ho letti tutti. perchè parlavano di un’epoca l’Inghiltetra della Tatcher, rendevano l’idea di quanto cupo e grigio fosse quel momento. Anche lì si parla del famoso serial killer dello Yorkshire cui si ispira Peace nello scrivere questa serie, fugura che aveva ossessionato la sua adolescenza. Quello che però dici tu è diverso. Peace non descrive gesti exdettagli efferati. proprio in questo sta la sua grandezza, quello che turba è un’epoca dove cinismo e anafettività sociale sembrano il terreno ideale in cui si sviluppa una certa forma di male, che è prima di tutto sociale. Non mi piacciono le descrizioni di atti violenti o adfirittura perversi. Si può parlare di violenza sulle donne e di stupri, ad esempio, senza descrizioni morbose o che sottendono altro intento. Io la penso così.
    Ciao.
    Teresa

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Teresa @tutti
    Teresa, è quello che ho sempre sostenuto io: ho sempre rigettato descrizioni trucide o sadiche e, ancor più recisamente, quelle schifosette, che nel libro di Tarabbia non mancano. Eppure, cosa devo dirti, non me la sento di dire che sia un brutto libro, non solo perché offre uno sguardo sull’URSS giunta alla fine della sua storia, ma perché è ben riuscito il punto di vista del protagonista, questo individuo che ti coinvolge nella sua logica perversa; è una persona che gode quando uccide, che sfoga le proprie frustrazioni (ne ha subite di devastanti durante la sua infanzia) sulle sue vittime. Probabilmente, essendo l’io narrante proprio lui, il serial killer, l’autore ha scelto di fare emergere le sue aberrazioni con scene realistiche alla massima potenza.

    Sono alle ultime 30 pagine, a libro finito andrò a vedere in rete se è vero quanto raccontato nel libro: nell’84 il maniaco assassino, già sospettato, è arrestato dalla polizia per atti osceni in luogo pubblico, grazie ad una fortunosa combinazione genetica che ha reso inutilizzabile l’esame del DNA, riesce a farla franca e viene liberato. Dopo quella data, prima del suo arresto nel 1990, commetterà numerosi altri efferati omicidi.

    Ciao,
    Mariangela

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  21. Avatar camilla
    camilla

    @ Dani. e Mariangela e Teresa
    certo che passare da una Pietra Miliare come il poderoso , grande romanzo storico, VITA E DESTINO alle disgustose e maniacali ossessioni di un poveraccio , chiamato scrittore , premiato per un’altra chicca, con lo Strega e di nome W. Siti ce ne corre.Non solo Michela Marzano ma tanti altri ,
    come Giuseppe Scarrafia hanno acceso la luce sulla miseria di pensieri e parole nauseanti, come il macinato dimenticato : si riempie di vermetti schifosi ma qualcun ci fa un ragù , lo chiama romanzo e lo dà in pasto al pubblico ignaro, fino al primo boccone.Dopo qualcuno va a vomitare. Ma a certuni quel verminoso ragù piace.Resta comunque una tossica porcheria.
    Insomma dobbiamo anche avere gusto, senso del limite, senso critico e il coraggio di vedete il re nudo e di dirlo.Bocconi avvelenati, che fanno tanto male alla pancia e al cervello.ciaociao. cam

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  22. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina
    Fatti sentire, per cortesia, tienici informati!

    @tutti @Teresa @Camilla
    Camilla, citi nomi che io proprio non conosco, avrai anche ragione, eppure io il libro di Tarrabbia ho voglia di finirlo, so già come va a finire, ma sono curiosa di leggere le ultime 30 pagine, cosa devo dirti, per me il metro è questo: se l’autore riesce in qualche modo ad appassionarmi alla sua storia, un qualche merito, al di là dello stile, non posso non riconoscerglielo. A riprova che a priori non è giusto escludere nulla senza provare a leggere, devo ammettere che se qualcuno mi avesse descritto questo libro, lo avrei rifiutato e mi sarei giocata un’esperienza di lettura magari difficile, questo sì, ma senz’altro non infruttuosa.

    Ciao,
    Mariangela

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  23. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    non l’ho letto, so che esiste l’autore e posso dirti soltanto che non riesco a starvi dietro.
    Il mio amore per la lettura è sempre vivo, ma attraverso fasi diverse. Questa è una fase in cui so che devo fare anche altro. Brava, però! Mi piace la tua battaglia contro i pregiudizi. A volte ti è stato fatto notare che ti rivolgi troppo al parere della critica e invece leggendo questo quasi splatter hai dimostrato che il tuo gusto ha originali e avventurose sterzate!
    Io ho letto “schifing” di vario genere, sia dentro l’alta letteratura, sia fuori. Eppure non riesco neanche a sentire la frase ARANCIA MECCANICA senza cominciare ad avere le palpitazioni…
    Non sono riuscita a seguirlo manco su Farheneit…
    Eppure IL ROSSO DEL PAPPAGALLO descrive torture che sono state veramente inflitte che non riesco nemmeno a citare per decenza. Cosa succede alnostro cervellino?

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  24. Avatar Teresa
    Teresa

    Camilla , una volta di più sottoscrivo quello che dici. @Jezabel Non si tratta di pregiudizi. da parte mia, ma di scelte. Nella mia vita, per lavoro e collaborazioni con associazioni, ho avuto a che fare con storie dure, difficili, inclusa la violenza sui minori e sulle donne. Per questo mi sento di dire che certi ‘scrittori’ dovrebbero avere più rispetto delle vittime e della sofferenza. Ma forse non gli interessa, Siti vende un sacco di copie di quella robaccia , che gli frega? Arancia meccanica è altra cosa, anche se lo stesso Kubric arrivò a un certo punto quasi a rinnegarlo per gli effetti che aveva prodotto ad esempio su giovani già inclini alla violenza e che avevano emulato alcuni episodi del film. Ma Kubric è un genio , nessun paragone è possibile con certi poveracci.
    @Mariangela ripeto, questo non significa che non abbia fatto letture , diciamo, borderline (Peace è una di quelle). Amerò sempre Dostoevskji. magnifico esploratore degli abissi umani . Ciao.
    Teresa

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  25. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Teresa
    senza dubbio son d’accordo su quello che dici, parlavo di pregiudizi perchè Mariangela diceva
    “devo ammettere che se qualcuno mi avesse descritto questo libro, lo avrei rifiutato e mi sarei giocata un’esperienza di lettura”
    @Elena e @Dani
    grazie per l’incoraggiamento

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  26. Avatar camilla
    camilla

    @ Teresa Teresa sono d’accordo.
    @ Marian come si fa a distinguere tra l’originale e il falso? Tra un capolavoro e una porcata? non ci sono regole codificate ma l’abitudine alla lettura d’Autore , alla straordinaria originalità dell’artista, del genio , aver letto molto e consapevolmente aiuta a scoprire chi bara.A volte è. difficile , impossibile. Comunque qualunque libro può. essere letto. Censurato mai.
    Così. e’. per tutte le cose: anche per giudicare un vino, una cucina, e qualsiasi. altra cosa occorre una discreta conoscenza, una cultura nel campo.
    Certo che il mi piace o non mi piace ha fatto un macello.In tutti i sensi e i campi. ciaociao Cam

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  27. Avatar wwayne

    @Camilla: Sul come si fa a distinguere un capolavoro da una porcata abbiamo riflettuto 3 anni fa, quando io postai un passo dal famoso “libro del caviale”: per me era un capolavoro, per voi (a giudicare da quelle poche righe) una porcata. Alcuni di voi mi dissero che non sapevo distinguere il grano dal loglio: replicai a quest’accusa dicendo che nessuno decide cosa è grano e cosa è loglio, è una questione molto soggettiva (cosa di cui sono tuttora fermamente convinto).
    Riguardo alla censura, sono totalmente d’accordo con te: la invoco in pochissimi casi, perché rimanda ad un passato infausto (i regimi totalitari se ne servivano a tutto spiano, un motivo ci sarà) e perché in linea generale è un’inutile (quando non dannosa) limitazione della libertà di espressione.

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  28. Avatar wwayne

    @Teresa: Per me il miglior film di Kubrick è quest’altro: https://wwayne.wordpress.com/2011/02/17/imperdibile/.

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  29. Avatar Dani

    @Mari che dire. Coraggiosa e curiosa, anche di esperienze forti. Lungi da me quella roba lì, nel cinema come nella letteratura. Non ce la faccio proprio e….insomma sono sufficienti le brutture del reale senza cercarle anche nei libri. Inoltre, rendere pubblici certi abbruttimenti comporta seri pericoli di emulazione. Credo che i dettagli morbosi non aggiungano nulla alla nostra consapevolezza di fatti scellerati accaduti nella storia…certo portano lettori a chi ama il pulp e quindi mi lasciano moooolto perplessa. Ad esempio il grandissimo Vita e Destino, visto che se ne parla, è un monumento del secolo passato, dei suoi mali tutti, senza dettagli repellenti. Tuttavia il male vi serpeggia, con la m maiuscola, ma anche la luce della pietà, della tenerezza. Certo quest’ultima fa meno introiti, purtroppo

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  30. Avatar Dani

    Comunque @Mari, tutti liberi sempre di leggere che ci pare. Ho preso Le Maitre alla biblioteca

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  31. Avatar Teresa
    Teresa

    @WW sono d’accordo, quello è un vero capolavoro del cinema.

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  32. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Mariangela. Da quel che hai scritto e dal parere di altri lettori (Anobii) non è il mio genere, il libro di Tarabbia, non è questione di mostrare o meno la crudeltà, è un discorso di affettazione estetica. Alcuni descrivono indirettamente, altri invece vorrebbero mostrare l’orrore suscitando un vago meccanismo di catarsi da tragedia, credo sia questo l’intento di Tarabbia, avendo letto alcune sue considerazioni sulla rete; suppongo che in me susciterebbe una certa diffidenza verso una sorta di ‘narcisismo dei particolari’, fin troppo abusato oggi. Ho letto Ninna nanna di Lelia Slimani, romanzo vincitore del premio Goncourt, da poco pubblicato da noi da Rizzoli, è la storia di una tata che uccide i due bambini della famiglia nella quale lavora. Prende spunto vagamente da una storia avvenuta a New York qualche anno fa e la traspone a Parigi cambiando le professioni dei genitori. Beh, questo non è un libro che vuole suscitare orrore, infatti il fatto è già rivelato nel retrocopertina e nelle prime due pagine, il libro vuole mostrare narrativamente (partendo a ritroso) la solitudine della tata e il sentirsi in cattività della madre dei bambini, madre che vuole sentirsi appagata professionalmente e che si trova a vivere la maternità come se fossero sabbie mobili.

    Su Kubrick: Barry Lyndon è il mio preferito in assoluto.

    Su Arancia meccanica, libro letto recentemente Ad alta voce, su radiotre, c’è da dire che non è il contenuto violento il centro del libro, anzi oggi siamo abituati a cose molto più forti che davvero Arancia meccanica non scandalizza più nessuno, né il libro, né il film; il centro del libro è l’estetica del linguaggio dei protagonisti, mimetica di come funzionano i gruppi giovanili, con una loro fraseologia strana che ha un senso comprensibile solo all’interno, mentre la società ha un unico modo di agire, dall’esterno, con il moralismo meccanico, che non risolve niente. Arancia meccanica è un libro incentrato sulla retorica della pedagogia del bene.

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  33. Avatar camilla
    camilla

    @ Teresa. penso che avrai letto che il premio von Rezzori 2017 ha eletto come primo vincitore Mathias E’nard con BUSSOLA . Questo premio internazionale letterario ha una storia tutta speciale e,fino a ora, svincolata da interessi di bottega. Una bella storia.
    A Mariangela non è. che tu con le tue straordinarie passeggiate nei meandri della letteratura mondiale sapresti trovare tutti i nomi degli scrittori che hanno vinto , negli anni, il Premio von Rezzori? Insomma se ti capitasse… Grazie sempre delle tue continue proposte che sono comunque interessanti e originali. ciaociao Cam

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  34. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla
    Cam, io ho trovato questo (poi ci sarebbe anche l’altro elenco, quello dei vincitori della migliore traduzione):

    • 2007 Hisham Matar (Libia) Nessuno al mondo (In the Country of Men)

    • 2008 Arturo Pérez-Reverte (Spagna) Il pittore di battaglie (Pintor de batallas)

    • 2009 Jhumpa Lahiri (India/USA) Una nuova terra (Unaccustomed Earth)

    • 2010 Percival Everett (USA) Ferito (Wounded)

    • 2011 Aleksandar Hemon (Bosnia Erzegovina/USA) Il Progetto Lazarus

    • 2012 Enrique Vila-Matas (Spagna) Esploratori dell’abisso (Exploradores del abismo)

    • 2013 Juan Gabriel Vásquez (Colombia) Il rumore delle cose che cadono (El ruido de las cosas al caer)

    • 2014 Maylis de Kerangal (Francia) Nascita di un ponte (Naissance d’un pont)

    • 2015 Wladimir Sorokin (Russia) La giornata di un opričnik (День опричника / Denʹ opričnika)

    • 2016 Mircea Cărtărescu (Romania) Abbacinante. Il corpo (Orbitor. Corpul)

    • 2017 Mathias Énard (Francia) Bussola (Boussole)

    Nel caso qui lo schema non venisse mantenuto, potrebbe essere più facile leggerlo qui:

    https://de.wikipedia.org/wiki/Premio_Gregor_von_Rezzori#Beste_.C3.9Cbersetzung_ins_Italienische

    Ciao,
    Mari

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  35. Avatar camilla
    camilla

    @ Marian grazie Marian, molto gentile. Cercavo Emanuelle Carrere evidentemente precedente al 2007.ciaociao e grazie ancora

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  36. Avatar Teresa
    Teresa

    @Camilla non lo sapevo! Per quel che vale sono felice che abbia avuto questo riconoscimento. Enard è un autore sublime, di una tale potenza evocativa, mi sta conducendo per mano in un viaggio meraviglioso, con la sua pacatezza e maestria. Dopo Bussola che ho quasi finito ho già ordinato in biblioteca Zona.
    @Mariangela grazie della tua ricerca e degli stimoli che hai dato ad una riflessione importante.
    Ciao.
    Teresa

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  37. Avatar Dani

    Vorrei ringraziare Domenico e Carlo per aver segnalato LA FURIA DEL MONDO di Cesare De Marchi. Sicuramente la miglior lettura di quest’anno, per ora. Si racconta, nell’arco di alcuni anni, di un parroco e un suo allievo, in un principato tedesco del ‘700, pochi fatti ma che pienezza di sentimenti, di emozioni. L’ho appena finito e ne sono uscita profondamente scossa. Una lettura davvero coinvolgente. Abel è il ragazzo, e incarna il nome che porta, in mansuetudine, inadeguatezza alla furia del mondo, ma dotato di grande intuito e intelligenza. Il parroco Radebach lo comprende e si assume la sua paternità educativa, in un rapporto di grande intensità, investendo nel ragazzo un mondo di sentimenti, cercando di aprirgli porte precluse a un figlio di contadini inadatto al lavoro della terra. Poi c’è la storia personale del curato, il suo passato nel cattolicesimo, il periodo a Roma, la conversione, l’amore per la compagna che si è scelto e il ritiro in un sobborgo di campagna, in mezzo a gente di umili origini. La conoscenza di Abel, i loro incontri gli offrono una ragione nuova di vita, stimoli inaspettati. Tutt’intorno un mondo di personaggi, mai approfonditi come Abel e Ruppert, ma colti comunque nei loro tratti essenziali, a turno vittime di soprusi, carnefici, sofferenti sotto carestie e duro lavoro. La campagna è descritta mirabilmente nell’alternarsi delle stagioni: la luce, il gelo, gli alberi , estati tiepide che portano un po’ di sollievo ai rigori invernali e i ritmi del lavoro dei campi. Non trovo parole migliori per parlarne, ma davvero l’incursione nelle coscienze dei personaggi offre spunti di riflessione sulla conoscenza, le ambizioni, il destino, la morte e il senso della vita che non mancheranno di coinvolgervi, al di là del gusto personale. Fidatevi e leggetelo, se vi va. Domenico dimmi un po’, mi sono letta il meglio di De Marchi o gli altri suoi libri sono all’altezza di questo?

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  38. Avatar camilla
    camilla

    @ Dani. ben lontana dalla preparazione di Domenico e carlo trovo che Cesare De Marchi ( di cui ho letto LA FURIA DEL MONDO, IL TALENTO e il libro su Berlusconi di cui non ricordo al momento il titolo, un libro comunque. speciale e curioso) uno degli scrittori italiani talmente “diverso” dalla norma da confonderlo inconsciamente con gli scrittori/trici di ampio respiro, come mi viene impropriamente di dire.
    Ricordo sempre il romanzo del primo 900 DEMETRIO PIANELLI di Emilio De Marchi, un librone infinito che ho letto da ragazzina perché era in casa dei miei genitori.Mi piacque moltissimo.. Ma non ci entra col nostro De Marchi. Penso che i suoi libri siano tutti di livello. Premi ne ha avuti? Forse è. troppo bravo. Ma forse ne ha avuti e io non lo so. Bella lettura
    LA FURIA DEL MONDO. ciaociao. Cam

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  39. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Cesare De Marchi secondo me è il nostro miglior scrittore vivente per cui al posto tuo non mi fermerei qui 😊 c’è “La vocazione”, del 2010, molto interessante, Luigi Martinotti vive a Milano e cerca di scrivere un saggio storico dalle intuizioni originali, nel frattempo per sostenersi frigge patatine in un fast food. C’è “Il talento”, del 1997, anche qui un personaggio anomalo, Carlo Marozzi, che di talenti non ne ha nessuno, ma riesce a vivere la sua vita come un personaggio sveviano, contento, per caso. Questo forse è il suo talento recondito. Interessante è anche “Una crociera”, del 2000, romanzo dal sapore di inizio Novecento, quasi Manniano. In cui si seguono le relazioni e le riflessioni di alcuni personaggi che si incontrano durante una crociera. In generale, sia Abel, ne La furia del mondo sia i personaggi che ho citato da altri romanzi sono accomunati dallo sforzo enorme per entrare pienamente nel mondo, ci entrano e non ci entrano a modo loro, alcuni soccombono, alcuni tendono alla deriva mentale, altri ci stanno un po’ così. De Marchi è un autore consistente, con una poetica profonda, talvolta dolente. I suoi personaggi non sono di moda. Vedi il protagonista de La vocazione, ad esempio. In una vecchia intervista De Marchi disse che “la storia della sua lenta formazione di scrittore si riassume nella lotta contro il sentimentalismo che si portava dentro sin dall’infanzia”. In questa dichiarazione ritroviamo i suoi personaggi e il suo mondo letterario.
    Tra le sue pubblicazioni, non riuscito, e quindi te lo sconsiglio è “L’uomo con il sole in tasca” e parzialmente riuscito è “Fuga a Sorrento”, composto da tre racconti dei quali solo uno, tratto dalla vita di Torquato Tasso, merita. Ciao!

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  40. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Quanto ai premi La furia del mondo ha vinto solo il premio Dessì, ma avrebbe meritato premi ben più noti, Il Talento ha vinto Il campiello.

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  41. Avatar Dani

    @Domenico grazie dei consigli. Comunque La Furia del Mondo è un capolavoro, senza ombra di dubbio. Cam ecco la prova che i premi letterari sono spartizioni combinate, almeno alcuni

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  42. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    C’è qualcosa di peggio dei Premi letterari ed è l’accoglienza generale tra stampa e web; i premi arrivano dopo e sono una conseguenza automatica della ricezione di una novità. Mi spiego: quando uscì La furia del mondo (2006) cercai recensioni sulla rete e nelle riviste, niente di niente. L’unica recensione arrivò da L’Espresso che ne parlò molto bene. Fine. Né commenti entusiasti di lettori, su Anobii o blog, né recensioni di critici, né articoli cartacei o sul web. Noi spesso ce la prendiamo con i premi letterari ma il problema talvolta è più banale, alcuni libri non arrivano semplicemente perché non ce li si aspetta. Compito della critica è illuminare i libri di questo genere, ma la critica non legge come dovrebbe, arriva stanca, ha mille cose da fare, presentazioni, libri propri, caldeggiare colleghi eccetera. I lettori oggi hanno una responsabilità e una visbilità che talvolta sopperisce le carenze dei critici.

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  43. Avatar camilla
    camilla

    @ Cristina …mia cris come ti va’? qualche miglioramento? mi manchi molto e spero tanto che ci dirai qualcosa di incoraggiante. Io oggi avevo un incontro col dentista. Troppo presto per “ricostruire” ,solo medicazioni. A fine mese le ferite e il trauma dovrebbero stare meglio e forse si comincerà a ” ricostruire.” Un supplizio.
    Baci. Cam

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  44. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Con certi libri tutto sta a superare la barriera iniziale, poi, sfondate le barriere che lo stesso autore sembra aver costruito, la strada è in discesa. È quello che è successo a me con “L’impostore” di Javier Cercas, che ho letto tra aprile e maggio.

    Il libro è la biografia di Eric Marco, personaggio divenuto famoso per avere clamorosamente mentito rispetto al fatto di essere un ex deportato di Flossenbürg. O meglio, Marco ha sostenuto falsità in merito a molti aspetti della sua vita, privata e pubblica, tra l’altro è anche riuscito a farsi passare per antifranchista, a regime finito, pur non essendolo mai stato, ma la sua impostura più grande è stata, appunto, quella di avere ostentato e di aver ripetuto in innumerevoli situazioni pubbliche (conferenze, incontri con gli studenti, interviste) di essere un sopravvissuto del campo di Flossenbürg.

    Il lavoro di Cercas è ben documentato, ma non nascondo che, soprattutto nella prima parte, quel profluvio di informazioni sulla giovinezza di Marco (probabilmente necessarie per comprendere questo soggetto, straordinario, nella sue capacita istrioniche e millantatrici) a me ha reso la lettura un po’ pesante.

    La parte finale del libro mi ha ripagata della fatica iniziale: Cercas spiega i motivi per cui la menzogna di Marcos ha potuto imporsi in modo così sfacciato e dedica molto spazio alla questione della memoria storica in Spagna. I conti col proprio passato prima o poi vanno fatti, ma non può essere una legge di stato a disciplinare questo processo; la testimonianza del singolo, e sono in parte d’accordo con Cercas, non è riflessione storica, ecco perché la tirannia del testimone, come la chiama lui, ha spesso intorbidato le acque e, nel caso specifico, facilitato il protrarsi della finzione di Marco.

    Rimane l’interrogativo se Cercas giustifichi Marcos, l’oggetto della sua biografia (perché per me questo libro non rientra nella cosiddetta “docufiction”, a mio parere, questo è un saggio biografico con qualche lungaggine che avrei preferito trovare sfoltita). Io penso la risposta sia negativa: non solo Cercas non è giustificazionista, ma, alla fine del suo lavoro, ci rivela un aspetto nuovo della vicenda: Marcos non si è limitato a ripetere il falso infinite volte, ma ha anche contraffatto alcuni documenti a favore della sua versione dei fatti, e questo, da parte dell’autore, non può che essere uno schiacciate atto d’accusa.

    Era segnalato da più parti tra i libri più belli del 2015, qualcuno lo ha letto?

    Ciao,
    Mariangela

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  45. Avatar camilla
    camilla

    @ mari. avrei giurato che qui avessimo già parlato di Cercas e del suo. L’impostore.Evidentemente mi sbagliavo, mi sono confusa con un gruppo di lettura di tempo fa’ Quando ho letto L’ IMPOSTORE non potevo non ripensare a L’ INVENZIONE DEL PASSATO di John Banville ( scritto nel 2002 ) anche se i due grandi scrittorie e le due vicende sono apparentemente agli antipodi.Il romanzo di Banville fa parte di una formidabile quadrilogia ( che io amo chiamare “i libri di Cass”) ed è. completamente invenzione . Tuttavia il terrore del vecchio prof. Axel , che vive da decenni una falsa identità , e’ un elemento essenziale. del romanzo che vive da sempre con l’ ansia di essere scoperto. I due grandi autori non potrebbero essere più diversi .Musicalmente parlando , tanto per sorriderci un po’. su, vedrei Cercas nei panni di un. Wagner e Banville in quelli di un Mozart.
    Cercas mi piace comunque. E la falsa identità, l’invenzione del passato sono dello stesso stampo. ciaociao Cam

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  46. Avatar cristina
    cristina

    son qua, due parole brevi: rientrata ora dall’ospedale dopo 6 giorni a rischio…vita. Ho avuto un’embolia polmonare massiva dovuta a una trombosi mal gestita da stasi da gesso. Vabbè, siccome due malleoli rotti non bastavano, ora pure la trombosi e l’embolia. Adesso Sono in cura e tendenzialmente fuori pericolo con molte rogne conseguenti ( anticoagulanti a manetta per minimo 6 mesi, calza contenitiva, vedi col caldo cheeraviglia)…etc.
    Umore non al massimo.

    Paolo Cognetti ( le otto montagne) è bravo, tosto, controcorrente e a me pare un tipo molto interessante, anche umanamente.
    Di lui – straamato da Valeria ( notizia che solo la Cam può capire).- ho letto due libri di racconti molto interessanti in passato. Provo per lui una simpatia decisa e radicata: è giovane, è rosso di capelli (e ho detto tutto), ha mollato la città e vive da alcuni anni in una baita in montagna. Uno che la vita se la sceglie.
    Nonostante non sia un’arrampicatrice sui monti – tanto meno ora – lo leggerò. Cognetti è persona autentica. Siti nemmeno sotto tortura, il resto mi pare poco o nulla.

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  47. Avatar camilla
    camilla

    post sciptum. comunque il fitto chiacchiericcio pseudoletterario , ma molto condizionante , di cui parlavo Domenico Fina a proposito di De Marchi, e’ una malattia da “social” . Attenzione, c’è ben altro nel firmamento letterario.ciao Mariangela. cam

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  48. Avatar camilla
    camilla

    @ Cristina. Oddio cri curati stai calma , cosa posso fare per te? Ti voglio bene tantissimo. e il tuo silenzio mi aveva messo i brividi. Guarisci ti prego. Vorrei abbracciarti. Tua Camilla

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  49. Avatar Laura
    Laura

    @Cristina
    Che bello.leggerti avere tue notizie.
    I tuoi interventi sono sempre stati carichi di una grande “forza”, la stessa ti servirà sicuramente in un momento così negativo.
    Un abbraccio.

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