
Giorgio Albertazzi: uno dei più grandi attori di teatro italiani ma anche milite di una delle più sanguinarie formazioni della Repubblica sociale, impegnata nella repressione di partigiani. Qui viene ricordata, in particolare, l’azione terribile in Valsesia dal dicembre del 1943, il Natale di sangue.
di Edoardo Frittoli
La LXIII Legione D’Assalto “Tagliamento” fu una delle formazioni più sanguinarie della Repubblica Sociale, quasi interamente impiegata nella repressione antipartigiana.
Il “ragazzo di Salò” Giorgio Albertazzi militò volontariamente nella 3a Compagnia come Sottotenente, addestrato a Lucca presso la scuola Allievi Ufficiali. Aveva pronunciato il giuramento militare tedesco in quanto la Tagliamento era stata inizialmente inquadrata nella II Divisione paracadutisti germanica.
Riorganizzata e armata nell’autunno del 1943, la 63a fu di fatto messa agli ordini dei comandi delle Waffen-SS, e guidata dal Primo Seniore (Ten.Col.) Merico Zuccàri. Marchigiano, già squadrista e più volte segnalato per una particolare inclinazione alle violenza, fu a capo della Tagliamento quando il 19 dicembre 1943 la legione fu inviata a Vercelli per l’opera di contrasto alle formazioni partigiane della Valsesia, guidate da Vincenzo “Cino” Moscatelli e Eraldo Gastone “Ciro”.

Già il 22 dicembre 1943 la Tagliamento metteva in pratica la sua ferocia sanguinaria. A seguito dell’uccisione di un milite durante un’azione partigiana, la legione piomba su Varallo e Borgosesia seminando il terrore tra la popolazione civile. Dopo una giornata di arresti e torture, vengono fucilati 10 civili per rappresaglia tra cui il podestà di Varallo, l’antifascista e industriale Giuseppe Osella ed un ragazzo di soli 15 anni.
Il “Natale di sangue” di Borgosesia inaugura una lunga scia di delitti ed eccidi perpetrata in Valsesia dalla Tagliamento, rimasta operativa in zona fino al maggio 1944. Particolarmente efferati gli eccidi del cimitero di Varallo Sesia e di Rassa (Vc). In quest’ultimo, che costò la vita ad 11 partigiani e che è stato commemorato dal Presidente Mattarella il 25 aprile 2016, la Tagliamento agì in supporto al 12° Rgt Hilfs Polizei Btg. delle Waffen-SS.

Lasciata la Valsesia durante la fase più critica per le formazioni partigiane, quella dell’estate 1944, la legione è trasferita nell’alto vicentino nella zona del Monte Grappa.
Qui la Tagliamento risponde all’ordine diretto del Feldmaresciallo Kesserling e riprende l’azione sistematica di rastrellamento, a cui faranno seguito fucilazioni, torture e sevizie per un numero di vittime superiori alle 500.

La Legione è una delle ultime unità della RSI ad arrendersi. L’ultima lunga battaglia che la vede protagonista è quella nota come “battaglia del Mortirolo”, quando Merico Zuccari e i suoi uomini si erano uniti alle ultime divisioni tedesche in ritirata cercando la fuga. Qui i nazifascisti furono respinti dalle Fiamme Verdi e dai partigiani, mentre la Tagliamento veniva lasciata al suo destino dall’alleato germanico. Gli ultimi superstiti della legione sparano gli ultimi colpi il 2 maggio 1945.
Merico Zuccari riuscirà a fuggire in Argentina, rientrando poi in Italia per effetto dell’amnistia. Giorgio Albertazzi sarà arrestato e processato. Sarà liberato nel 1947. Non si è mai pentito della sua adesione a Salò né delle sue azioni come Sottotenente della Legione “Tagliamento”.
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