Lunedì 18 aprile sono stati assegnati i premi Pulitzer 2016 (è l’anno del centenario dei prize).
Segnalo solo il libro nella categoria fiction.
È The Sympathizer. Un romanzo di Viet Thanh Nguyen , professore universitario che debutta nella narrativa a 45 anni, con una storia a cavallo fra Vietnam e Stati Uniti.
Il New York Times lo presenta come un romanzo in parte di spionaggio, in parte storico e in parte satirico. Volevo esplorare la complessità della guerra in Vietnam, vista da occhi diversi, ha detto Viet Thanh Nguyen.
Nato in Vietnam ma cresciuto negli Stati Uniti, l’autore, dice il New York Times, ci offre una visione originale di quella guerra e di quanto è avvenuto dopo. Un romanzo, The Sympathizer, che dà voce a chi non ne ha avuta in questi anni.
Un “romanzo tragicomico” che però va oltre il contesto storico che narra, illuminando temi universali: come le incomprensioni fra oriente e occidente, il dilemma morale davanti a persone costrette a scegliere, non fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma fra ciò che è giusto e ciò che è comunque giusto.
Philip Caputo arriva a sostenere che Viet Thanh Nguyen ritrae l’ambivalente personalità dell’anonimo narratore del romanzo con una forza e una capacità di scrittura paragonabile — attenzione! — a Conrad, Greene e le Carré.
E non si ferma qui. Perché più avanti nella sua recensione Caputo scrive anche che The Sympathizer diventa un tour de force dell’assurdo che potrebbe essere stato scritto da Kafka o Genet.
Insomma, sembrerebbe un libro da leggere.
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