Ogni lettore ha una mappa. Anzi due. E le mappe di ciascun lettore sono diverse da quelle di ogni altro lettore. In un gruppo di lettura si confrontano queste mappe, non solo la lettura di un libro
Parlare (o scrivere) di un libro che si sta leggendo — condividere la lettura — è, fra l’altro, un modo per chiarire a se stessi i confini e i percorsi di quel libro nei nostri pensieri.
L’abitudine, l’attitudine, a dire alcune cose su quel che si è letto o si sta leggendo è un modo per tracciare i confini, i percorsi, i territori di interesse, scoperta e conoscenza nei quali viviamo e che contribuiscono in modo decisivo a definire quello che siamo o almeno quello che pensiamo di essere.
(Il più delle volte diamo per implicita questa mappa, questa identificazione dello spazio del nostro pensiero e del nostro io attraverso quello che leggiamo; lo diamo per acquisito, non lo formuliamo.)
Parliamo della mappa, non solo del libro
Ogni lettore ha la propria mappa di letture. Ed è questa mappa che mostra e e spiega agli altri lettori.
In verità le mappe sono due: una è la mappa delle letture del momento — la mappa sincronica — , l’altra, la mappa di tutte le letture di tutta la vita — la mappa diacronica. Ed è come se la mappa sincronica si sovrapponesse alla mappa diacronica.
In ogni lettura d un libro le due mappe interagiscono; entrambe sono importanti e influiscono sul modo in cui il libro (o i libri) del momento sono letti, assimilati, spiegati, raccontati.
Per comodità teniamo separate le due mappe. Anche perché l’interazione con le letture della mappa sincronica è assai diversa da quella con la mappa diacronica. E qui ci occupiamo solo delle prima.
Il libro, la bandierina comune sulle mappe
Ogni incontro di un Gruppo di lettura — ma anche una conversazione su una lettura comune, davanti a una birra— dispiega mappe diverse, una per ciascun lettore, e tutte hanno una bandierina sulla stessa “città” (il libro condiviso).
In ciascuna delle mappe personali, però, le strade percorse e tracciate per arrivare a quel dato libro sono diverse, i collegamenti di pensiero prodotti dalle altre letture sono evidentemente diversi.
(In queste mappe sono anche implicate le vite di ciascun lettore, è ovvio. Ma queste vite entrano nelle mappe dei lettori solo mediate dalle letture.)
Le altre letture nella mappa
Ora, nella mappa del lettore, oltre al libro che viene condiviso, ci sono le altre letture quotidiane del lettore: altri libri, articoli di giornali e riviste, le letture dal web (assimilabili alle letture dei giornali ma che possono essere anche più lunghe, veri e propri saggi).
Una mappa “sincronica” parziale in un giorno qualsiasi di febbraio 2016; la mappa si estende ogni giorno e diventa più complessa. La bandierina “comune” andrebbe messa su Proust, perché quello è il libro oggetto della condivisione di lettura. Il resto della mappa però influisce in modo rilevante sulla lettura del libro condiviso e sul modo in cui se ne parla.

Tutto questo ha implicazioni di varia natura.
Per esempio, rende, in modi diversi, contemporanea ogni lettura, anche di un romanzo scritto 100 anni prima.
Ma rende anche più protratta nel tempo la lettura del libro che sarà oggetto di condivisione: e il tempo della lettura sappiamo quanto influisca sulla percezione e assimilazione e godimento di un libro.
Il rischio della dispersione
Inoltre, un libro così calato nella mappa “sincronica” diventa anche un libro a rischio abbandono, per quanto grande sia. Un lettore, per quanto “forte”, è interessato e tentato ogni giorno da altri libri, da argomenti, stili di scrittura, velocità di comunicazione, autori diversi, il tutto spesso concepito e confezionato in formati brevi, leggibili nel giro di pochi minuti o al massimo poche ore: si pensi per esempio alla diffusione del breve saggio (l’essay), che quando esce dalle mani di autori di talento riesce a illuminare punti oscuri, a raccontare storie notevoli, ad aiutarci a capire il mondo.
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