Un gruppo di lettura che può diventare un’associazione di lettori

Diritto alla cultura, alla lettura, condivisione delle idee

lettore-condivisione-letturaOrmai da settimane (forse da anni) mi interrogo sulla necessità (e su come fare) di dare forma riconoscibile e consistenza più stabile al flusso di lettori, lettura, idee, affettività che transita dentro e attorno al gruppo di lettura di Cologno Monzese.
La sfuggente comunità di lettori che si incontra per parlare della lettura condivisa di libri scelti insieme, di lettori vicini all’idea che però non sono mai entrati in quelle riunioni, lettori spesso lontani e in relazione in rete: tutto questo può diventare un’associazione o qualcosa che le somigli?
Un riferimento costante, un’agente che sia interlocutore di altri lettori e di altre comunità di lettori?

Può prendere forma e consistenza più stabile un frammento di comunità di lettori?

(Cfr. anche, Luca Ferrieri, fra l’ultimo libro aperto e il nuovo da aprire, pagina 183, Olschki Editore, 2013)

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25 risposte a “Un gruppo di lettura che può diventare un’associazione di lettori”

  1. Caro Luigi Gavazzi,
    a mio avviso l’idea della comunità di lettori va sviluppata. Il problema però è quello del mezzo. Certamente la distanza (con tutto il rispetto: Cologno Monzese è per me…un po’ fuori mano) oggi non è un problema, data la ricchezza di mezzi per stare in contatto; ma il blog “aperto”, a mio avviso, ha invece i suoi problemi. Recentemente, per esempio, anche quello che seguivo spesso con piacere ha fatto emergere alcuni limiti gravi che, peraltro, sono forse insiti nel mezzo stesso purtroppo (come si constata spesso anche nei blog a commento delle notizie che i giornali pubblicano via internet). Ho imparato dal blog l’esistenza dei cc.dd. trolls ma alcuni commenti mi sono sembrati inaccettabili per un lettore che voglia conservare un minimo di civiltà (e di piacere) al suo conversare. Va anche bene, ovviamente, il dissenso (anche se spesso, purtroppo, stupidamente animoso; in fondo possiamo legittimamente avere gusti ed orientamenti letterari – o anche non solo letterari – diversi, senza perciò doverci per forza trattare come irriducibili nemici, personali o ideologici!) ma gli insulti mi sono parsi francamente, appunto, inaccettabili (in questo caso proporrei di chiamare l’autore, invece che troll, trogl, che sta per troglobites, abitatori di caverne!).
    Allora ecco affacciarsi l’idea del blog con interlocutori in qualche modo “registrati” per modo che manchi lo scudo dell’anonimità che spesso attizza le volgarità, ferma restando la possibilità di usare dei nicknames (io, per esempio, amo parlare di letteratura con un nome diverso da quello anagrafico, che uso, ovviamente, nella vita quotidiana e anche in quella professionale).
    Oppure, forse “imbrigliando” il mezzo blog, si potrebbe immaginare la codificazione (per dimensione e struttura) dei commenti; per esempio: chi vuole segnalare o commentare un libro potrebbe essere richiesto di fare una breve scheda (di X battute, massimo) dove riassume (brevemente, per carità!) contenuto e giudizio critico, in modo da porre le basi per una sorta di “antologia” dei commenti “di semplici lettori” che ciascuno potrà liberamente consultare e magari anche (sempre brevemente ed educatamente) commentare; schede e commenti (magari verificati centralmente, prima della loro pubblicazione, quanto alla loro pertinenza e correttezza civile) che potrebbero tornare utili anche agli editori ed ai librai per sondare ordinatamente le opinioni di lettori. Forse questo tipo di blog mortificherebbe l’uso social-affettivo che spesso si fa di un blog in una comunità virtuale. Ma a questo scopo potrebbero essere dedicati altri spazi, che uno consulta se è interessato a sapere….che tempo fa (dico a caso) a Crotone e che “mood” hanno i crotonesi quel giorno (cose che a me, per esempio, non interessano).
    Comunque, mentre mi scuso per la lunghezza (non ho avuto tempo di essere più breve, come disse, forse, Keynes), mi permetto di incoraggiarti (il tu mi pare d’uso corrente nel blog e tutto sommato anche simpatico) a raccogliere idee al riguardo ( le mie sono naturalmente cestinabili, è ovvio!) e a svilupparle in un “prodotto” nuovo, direi in qualche modo “specializzato”, che, credo, non sarebbe inutile.
    Molti saluti.
    Felice Celato

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  2. @Luigi Gavazzi
    È da una settimana che leggo e rileggo questo articolo e ancora non posso escludere che sarebbe opportuno evitare di esprimermi in una materia più grande di me, ma tu ci hai posto un quesito e io, alla mia maniera, rispondo.

    L’argomento è più delicato di quanto sembri, innanzitutto perché quello che fa il GdL di Cologno Monzese, padre di tutti i GdL d’Italia, verrà presumibilmente emulato anche da altri, poi perché la questione è interconnessa, parlando in generale, con le motivazioni che spingono alla partecipazione ad un gruppo di lettura, con la questione del volontariato in biblioteca e, anche, con la domanda ultima a cui io non ho ancora trovato una risposta, se leggere ci renda migliori.

    È stato scritto che nella lettura condivisa, diversamente che nella lettura di gruppo, ciò che viene coltivato è l’individualità del singolo lettore, il suo spirito critico. È senz’altro vero che quella del GdL “è un’avventura che inizia in ”una stanza tutta per sé”” (Ferrieri, 2006), ma questa componente a mio parere non deve essere eccessivamente enfatizzata; al gruppo di lettura si può partecipare anche (torno a ripetere una frase che avevo già scritto e che, a dispetto delle intenzioni, può sembrare irridente) anche solo per passare un paio d’ore in compagnia.

    Chi può escludere, poi, che “il fare comunità” non venga inteso (anche dai lettori, nonostante il loro essere lettori) proprio nella sua accezione più bieca, quella che Luca Ferrieri nel suo libro stigmatizza e definisce alla stregua di “derive del pensiero comunitario”? In merito invece al possibile impiego di queste eventuali “associazioni” in attività di volontariato in biblioteca, cosa ci assicura che, una volta istituzionalizzati (sto volutamente estremizzando il discorso di Luigi), i GdL non si trasformino in gruppi chiusi, esclusivi ed escludenti, per nulla idonei a garantire la laicità (di tutti i tipi) che da un servizio pubblico si deve pretendere?

    Mi si potrebbe rispondere, parafrasando il libro di Luca Ferrieri, che senza libertà non si dà lettura e che se si ha l’ardire di togliere ai lettori la libertà, “si farà di un branco di impolitici la cellula madre del tirannicida” (Luca Ferrieri, “Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire, pag. 184). È vero che il lettore consapevole mal sopporta di essere limitato nelle sue scelte e nelle sue modalità di lettura, ma se invece di essere un tirannicida fosse un liberticida?

    Non si pensi che io stia cercando maldestramente di usare il libro di Luca Ferrieri come una clava contro chi l’ha scritto: a mio parere, l’unico torto che si può fare a un autore è quello di accettare supinamente le sue idee senza fare lo sforzo di comprenderle fino in fondo (magari anche sbagliando).

    Ciao a tutti,
    Mariangela

    ps: leggo solo ora il commento di Felice e mi viene il dubbio di avere capito male: per “comunità di lettori” io non avevo inteso solo il blog!

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  3. Vorrei rispondere a Felice, esprimendo naturalmente solo il mio punto di vista in attesa che il destinatario reale (credo che una lettera aperta pubblicata su un blog abbia comunque più destinatari…) fornisca la sua risposta.

    In realtà la maleducazione troglobytica (bel termine Felice, ti faccio i miei complimenti) o trollismo che dir si voglia qui si manifesta di rado. Gli insulti sono volati ultimamente solo dal “troglo” o “troll” cui ritengo tu alluda, ed in particolare verso la persona specifica verso la quale era partito chiaramente in attacco. E verso di me chiaramente solo perchè mi ero “intromesso” nella questione.

    Credo che l’attacco fosse partito solo per cercare di allontanare il suo bersaglio da questo Blog con l’antica strategia di cercare di isolarla e spingerla a farsi spontaneamente da parte. Cosa che avrebbe anche potuto succedere se l’attaccata non avesse sentito un minimo di solidarietà con lei da parte anche di altri (è quello che ho pensato) simpatica o antipatica potesse risultare (e per alcuni probabilmente potrà esserlo, per altri chiaramente no, ma le persone civili qui possono, come dico da sempre, ignorare di leggere chi non gradiscono e passare ai commenti di altri, se possono interessarli) .

    La naturale repulsione che provo per la rozzezza del metodo, vilmente coperto dall’anonimato (io al mio nick, che nasconde solo il mio cognome comunque dietro alla sua iniziale metto comunque la mia faccia, che è quella reale), mi ha portato a non ignorare la faccenda (ripeto: non m’importa a chi fosse diretta), e a rispondere, cercando di non scendere mai al bassissimo livello del “troglo” in questione, ma cercando di metterlo di fronte al proprio personale e vigliacco astio malmostoso usando solo le armi dell’ironia e del sarcasmo (spero di esserci riuscito) facendolo imbufalire e fare emergere tutta la sua totale e ignorante maleducazione (e qui credo di avere raggiunto, tristemente, l’obiettivo).
    Poi naturalmente è stato il troll ad abbandonare il campo, perché prima o poi, se non trovano appoggi o non riescono a scatenare la rissa selvaggia (tipico obiettivo del troll), presto si stufano.

    Il “trollismo” è comunque un fenomeno frequente in diversi Blog. Specie in quelli a “largo seguito”. E’ un triste segno dei tempi, l’occasione di mettere in mostra le proprie menti malate ad un vasto pubblico da parte di persone in preda a frustrazioni, malesseri, incapacità di vivere o comunque di comportarsi in maniera civile. E anche qui se ne era visto qualcun altro anche in passato (io lo frequento da diversi anni). La loro rarità me li rende tutto sommato accettabili, in fondo sono testimonianze della realtà che ci circonda e il loro apparire ci ricorda che il mondo non si richiude nel nostro stretto circolo, ma è più complesso di quello che vorremmo. Per questo sono contento che non vengano “bannati” e che Luigi non ponga particolari barriere al loro ingresso, almeno fino a che il fenomeno non divenga realmente preoccupante. In questa proporzione lo trovo (sul principio) anche divertente: un diversivo al nostro consueto chiacchiericcio.

    Comunque continuo a pensare che il “nostro” Idillio (è chiaramente a lui/lei che mi riferisco, forse la stessa figura già palesatasi come “giorgia” e forse anche prima con altri nomi ancora ) non fosse un comune troll vagante, ma una persona precisa che ha (naturalmente in altra veste, e coperto da altro nickname) frequentato il nostro blog in passato, forse continua a farlo o comunque continua a leggerci almeno sporadicamente. Naturalmente potrei sbagliarmi e certamente non so esattamente “chi” sia (forse potrà saperlo Luigi, che potrebbe accedere al suo indirizzo e-mail o a quello con cui dovrebbe essersi registrato come nick – sempre che non acceda da indirizzi diversi) e il saperlo mi interessa relativamente. Comunque mi fa pensare a ciò la chiara direzione verso una persona in particolare e non verso il gruppo di frequentatori, dei suoi attacchi.

    Scusate il lungo pilotto, peraltro anche certamente fuori tema (ma la lettera di Felice me ne ha dato lo spunto).

    Saluti a Felice Celato, a Luigi, a tutti (Idilli compresi).
    Carloesse

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  4. @Tutti, @LuigGavazzi @FeliceCelato @CarloEsse
    Avevo intesto la domanda di Luigi riferita al GdL nel suo insieme (gruppo in carne e ossa e blog); se dovessi esprimermi solo in merito al blog, io direi di lasciarlo così com’è, senza irreggimentarlo.

    Chi decide di intervenire può farlo con lo stile a lui più congeniale, a seconda della sua personalità di lettore e in base alla luna del momento; chi vuole partecipare può farlo postando una poesia o la sigla di Baywatch; se un lettore vuole semplicemente salutare un amico è libero di farlo ed è il benvenuto, se vuole buttarsi in una “recensione”, può scribacchiare quello che vuole e come vuole (uso il verbo scribacchiare non per denigrare gli scritti altrui, naturalmente, ma per dire che ognuno può esprimersi con i mezzi espressivi che possiede).

    Quanto ai troll, non mi divertono mai, quindi li ignoro.

    Un saluto a Felice, che non leggo da molto e un ringraziamento a Luigi.

    Ciao,
    Mariangela

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  5. Ringrazio Luigi per aver posto con la consueta chiarezza un interrogativo che anch’io ritengo centrale e che non vale certo solo per il gruppo di lettura di Cologno e nemmeno solo per i gruppi di lettura.

    Dico la mia, pur sapendo, come Mariangela, che il quesito è più grande di me e di noi.

    • Non so quanto la sfuggente comunità dei lettori possa essere resa più “stabile”. So che essa va caratterizzandosi come un luogo/non luogo ad emersione lenta, a composizione plurima e variabile, refrattario ad ogni logica di rappresentanza. I gruppi di lettura, che ne costituiscono solo la zona emersa, hanno dimostrato che essa esiste, anche quando non si vede, anche quando attraversa periodi di latenza o si rituffa nel mare delle letture solitarie.

    Per risalire alla superficie, contraddicendo in parte la propria natura, la comunità dei lettori ha dovuto vincere e superare numerosi ostacoli, e tra questi, la tendenza dolosa a confonderla con un sottoprodotto dell’industria culturale e della società dello spettacolo. Molti infatti spingono e lavorano perché essa si caratterizzi come soggetto di contorno, indistinguibile dall’anonima massa del pubblico culturale, punto di raccolta di fan di questo o quell’autore, utile partner per operazioni di campionamento, di marketing, di consulenza.

    È interessante che questa comunità si sia mostrata, in genere, poco permeabile a questo gioco delle parti e dove la partecipazione è truccata o inutile abbia scelto di non partecipare. La sua fragilità, quindi, è un bene molto prezioso, e ogni tentativo di darle maggiore visibilità e cittadinanza deve tener conto della sua natura.

    Ma questo credo che Luigi lo desse per scontato, lo ripeto solo perché rappresenta comunque un problema: il modo di rivolgersi a questa comunità, da parte di un’associazione, di un blog, di un gruppo, di un editore, deve essere diverso da ogni modo conosciuto. Ad esempio, dovrebbe parlare il linguaggio dell’impolitico (diverso dal politico e dall’antipolitico). Dovrebbe trovare forme di coinvolgimento e socialità assolutamente specifiche, appropriate alla comunità. Dovrebbe ridare senso a parole deturpate come partecipazione, cultura, solidarietà, empatia, ecc.

    • D’altro lato lo stato di salute e di civiltà del nostro paese e del mondo intero è talmente a rischio che sarebbe necessaria una presa di parola, un grido di allarme, un agire alternativo da parte di chi pensa e vive diversamente. Non per usare strumentalmente la voce della comunità dei lettori, ma per amplificarla. Il “trollismo” non è affatto estraneo a questa discussione, come hanno mostrato gli interventi di Felice e carloesse.

    Un’associazione potrebbe essere utile, ma occorre un lavoro molto intenso di approfondimento sul perché e sul come. Inizialmente l’associazione potrebbe essere il risultato di un coordinamento di gruppi di lettura, ma questa strada è già stata tentata ed è fallita, perché ai gruppi di lettura non serve un coordinamento, servono (forse) dei servizi, degli spazi per farsi sentire e per crescere, dei luoghi di espressione ed estensione delle proprie passioni e dei propri diritti.

    • Il blog in questi anni ha dato ai gruppi e alla comunità dei lettori una voce e un luogo di confronto, oltre al combustibile per tante letture, quindi la sua strada convergerebbe necessariamente con quella di una associazione. Per evitare doppioni o sovrapposizioni bisognerebbe però definire meglio che cosa fa uno e che cosa l’altra. Mi pare che il blog, per accrescere o anche mantenere il ruolo così importante avuto in questi anni, abbia bisogno di nuove collaborazioni, di una nuova progettazione, di ampliare la sua rete di influenza. Ma è anche importante partire da quello che c’è (a parte i troll che sono un fenomeno comunque limitato rispetto ad altri blog), e dalla constatazione che la maggior parte dei commenti si affollano intorno al post dei libri più letti, al giudizio e alle proposte sui singoli libri. Condivido quindi l’esigenza manifestata da Felice, un po’ meno la sua idea di un blog “chiuso”, moderato, anche se forse la convivenza di spazi aperti e stanze chiuse potrebbe essere presa in considerazione.
      Vediamo se intorno a questi ragionamenti si riescono a raccogliere i contributi e la disponibilità di più persone.

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  6. Intanto ringrazio per i vostri interventi davvero illuminanti; devo (ri)leggerli con un po’ di calma e poi proverò ad articolare risposte, e a percorrere nuove strade di analisi.
    Anticipo solo che mi riferivo alla complessiva azione del gruppo di lettura, non tanto al blog che è ed è stato “compagno di strada” di una serie di gruppi che nel tempo si sono trasformati (di casa nella Biblioteca di Cologno), senza pretendere di esserne portavoce, occupandosi anche di cose lontane al Gdl di Cologno e non occupandosi di tutte le moltissime questioni del gruppo stesso.
    Diciamo che quindi dobbiamo ragionare su entrambi ma avendo ben chiaro i diversi ruoli.
    Per ora vi saluto, ci leggiamo presto

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  7. Salve.
    Mi accorgo ora di quanto si è scritto qui. In effetti mi pare si siano confuse due entità distinte e molto diverse fra loro. Da un lato una riflessione sui Gdl e la loro complessità anche sociale,e dall’altro il blog a cui Luigi e non solo ha dato vita, nonchè i recenti attacchi di due finti nick (Giorgia e coso) a me, e in successione a Carloesse.
    Ritengo giusta la linea tenuta finora da Luigi di non censurare mai.
    Ma – laddove uno si intrometta solo ed esclusivamente per insultare, e in che modo si è visto – sono assolutamente a favore di un’azione di censura da parte di chi gestisce il blog. Avevo scrtitto a Luigi in proposito anche se non sono sicura di essere riuscita a raggiungerlo effettivamente.
    Mi spiego: avevo chiesto un suo intervento non solo e non tanto perchè insultata in prima persona – ma perchè insultata in quanto donna. E questo, scusate, è inaccettabile, qui e in ogni altro luogo.
    Poi l’episodio se vogliamo è infinitamente meschino e piccolo, se non fosse per la volgarità e il livore che ne sono scaturiti.
    Sono anch’io più che convinta che il troll in questione fosse qualcuno (penso uomo) che di norma ha frequentato o frequenta il blog. Ho diverse ideuzze in proposito ma anche questo è irrilevante, ne sono certa.
    Quindi l’idea di una semplice “registrazione” per accedere, senza altri vincoli ,potrebbe non essere male,basterebbe probabilmente a fare da filtro per individui così vigliacchi da non avere nemmeno il coraggio di firmare le proprie schifezze.

    Per il resto un blog aperto, accogliente e libero è quanto ci vuole per una discussione ariosa, anche se a volte aspra. Così penso io.

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  8. scusate il post qui sopra è mio, non ho controllato bene il mio nome

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  9. Ciao Cristina, ciao a tutti,
    scusami ma temo di non aver visto o di non essere stato raggiunto dalla mail.
    Purtroppo non mi sono nemmeno accorto degli insulti, del troll, degli attacchi. Non me ne sono accorto semplicemente perché sto trascurando il blog; forse alcuni di voli avranno notato che i miei interventi si sono diradati e passano intere settimane senza che nemmeno controlli i commenti.

    Non è una giustificazione naturalmente. Visto che la responsabilità del blog e mio e quindi, (purtroppo in alcuni casi) anche dei contenuti. Se è successo e se succede è perché per me diventato molto faticoso seguire il blog, perché non riesco più a metterne a fuoco il senso, il suo rapporto con i gruppi di lettura, più in generale con la lettura condivisa e da condividere.
    Come ha giustamente detto Luca, questo sarebbe un luogo da riprogettare; servono nuovi autori, servirebbe una discussione sul ruolo e il senso di una presenza in rete che sia collettiva

    Già in passato, più volte, è passato qui qualche troll provocando sconquassi, arrabbiature, spiacevoli scambi. Persone che in vario modo hanno generato fastidio e a volte hanno superato il confine della decenza, insultando gli altri.
    Ora cercherò di intervenire, anche se questi anni ci hanno insegnato che la presenza di questo “rumore” fastidioso in rete, anche dove si discute di libri,

    Cristina, mi hai scritto una mail all’indirizzo gruppodilettura@gmail.com? Quando?
    (la casella è intasata da ogni genere di proposta di recensione di nuovi autori, editori che segnalano le nuove uscite, servizi pubblicitari vari)

    a presto

    _LG

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  10. No in realtà caro Luigi ti avevo scritto una piccola cosa come messaggio su Facebook perchè non trovavo più la tua mail. Comunque. il troll è passato, anche se forse tornerà, in quel caso ti avviserò subito.
    Invece per quanto riguarda il blog, è assolutamente un blog dove gente che legge e che a volte fa pure parte di un GdL – parla di libri, ma anche di molto altro. Tutte cose normali, e umane.
    Forse l’intento non era questo, ma allora…quale??

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  11. Ciao Cristina, l’intento era proprio quello cui fai riferimento tu; infatti il blog – troll a parte – funziona benissimo proprio nella parte di scambio di letture, consigli di lettura, impressioni di lettura; è invece ormai troppo debole – colpa mia – sul fronte dell’elaborazione, della ricerca, dell’analisi di argomenti. Basta vedere il numero assai ridotto di post veri e propri (non i “commenti” al post sui libri più belli dell’anno, che invece è sempre più ricco soprattutto in fatto di qualità dei contenuti).
    Forse il blog è ormai (quasi) solo quello che creano i lettori di quel post. Ripeto, il problema è soprattutto mio; sto ripensando complessivamente al compito di questo blog, in effetti.

    ciao ciao

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  12. caro Luigi, manchi molto al blog, sono certa di interpretare il desiderio di tutti dicendo questo; un’orchestra senza direttore, un gruppo di scalatori senza guida, una ciurma di pirati senza il suo capitano è debole, vaga per gli oceani delle sue letture con forza e passione ma fatica a trovare un approdo sicuro dove conservare i propri tesori 😉

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  13. Frequentando il gruppo ormai da alcuni anni vedo che effettivamente i dibattiti si concentrano su “i libri piu’ belli del 2015”che da’ la possibilita’ a noi lettori di esprimere e scambiare opinioni…rimpiango pero’ il tempo in cui luigi o giuliaduepuntozero o lettore ambulante o Xochitl2 o blackswan76 o theeleshore o marinaforlani ci presentavano una recensione o uno spunto per avviare un dibattito….tornera’ questo tempo?
    Saluti a tutti.

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  14. Ciao a tutti, l’ultimo messaggio di giulio è impegnativo, accidenti 🙂 Prometto di tornare a scrivere, non solo per questo bel confronto nato sul blog, ma anche per il gran piacere che mi dà dedicarmi in modo così bello alla lettura condivisa con voi. A volte ci si distrae dalle cose belle (ma non dai libri, quello mai) schiacciati dalla quotidianità. Dunque a presto per nuovi spunti di riflessione.

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  15. @tutti
    mi pare doveroso dare il mio contributo; anche se, dopo aver letto quelli così organizzati e ben elaborati degli altri, i miei mi appaiono sempre abbastanza miseri.
    A voler andare per punti, credo che il primo che voglio sviluppare sia la facile trappola dell’atteggiamento nostalgico.
    Frequento il blog da qualche anno e in effetti prima c’erano molti interventi da cui prendere spunto per commentare o solo per ragionare su letture, sensazioni e profumi relativi all’ambiente “libro”.
    Bello sì, ma – come spesso succede – alcune cose sono irripetibili.
    Mi sono trovata spesso a leggere commenti su “come dovrebbero essere i commenti, visto che prima erano così” e a non trovarmi d’accordo.
    Il blog ha avuto una naturale evoluzione che lo ha portato qui, con queste persone e queste dinamiche.
    Luigi ora sente il bisogno di riorganizzare: legittimo. Ma non credo che guardare al passato sia utile. Non ha la stessa disponibilità di tempo, non ha lo stesso spirito di quando lo ha creato, i lettori cambiano, così come è cambiato il web, e di conseguenza … guardare avanti! con l’orgoglio comunque di aver tenuto in piedi un blog di lettori di tutto rispetto.

    Secondo punto : il troll.
    Noto con piacere che tutti abbiamo ideuzze sulla sua natura di frustrato e sulla sua identità; la tentazione di smascherarlo e di ricevere conferme è forte, ma il fenomeno in sé, CREDO, è destinato (come è già stato messo in evidenza) ad esaurirsi. Non è un blog sull’ultima trasmissione televisiva e se partecipi è necessario aver letto qualcosa. Se inoltre, come molti di noi ritengono, è il mr Hyde di un Jeckill già conosciuto, non può reggere a lungo e se qualcuno sa leggere tra le righe, si è già tradito!
    Anch’io mi sono rivolta a te, Luigi, (tramite Twitter) per farti intervenire su un personaggio; ma ho rispetto della tua scelta di non entrare nel calderone e ho accettato il garbato rifiuto.
    I fatti mi hanno dimostrato che certe tensioni si stemperano con un po’ di diplomazia e/o saltando a piedi pari gli interventi che ci appaiono fuori luogo.

    @Luigi non so cosa suggerire per il futuro; penso che se sei arrivato a condividere hai già in mente qualcosa che non ha ancora preso una forma definitiva.

    In attesa delle novità (ma anche per niente scontenta di quello che c’è 🙂 ) un saluto a tutti.

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  16. appunto Jez, credo che qui siano molte le persone capaci di …leggere tra le righe, come dici tu.
    Intanto è stato ben isolato , e rifiutato, e questo è un risultato buono. Significa che c’è una comunità che tiene a regole dignitose e a un livello di discussione civile, anche se magari acceso.

    Poi, se novità ci saranno, ben vengano.Certamente!

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  17. Due o tre riflessioni sparse. Luigi Gavazzi ha lanciato un interrogativo/ proposta interessante, pur se embrionale. Tra l’ altro, se non vado errata, anche Lettore ambulante ci ragionava su, qualche tempo fa.
    Mi pare che questa proposta sia stata trascurata da quasi tutti gli interlocutori intervenuti, tranne sicuramente Luca Ferrieri , avendo preferito, quasi tutti, soffermarsi sul blog e sul troll.
    Personalmente, trovo molto stimolante l’ idea di Luca Ferrieri, in relazione ad una eventuale associazione, di” una presa di parola, un grido di allarme, un agire alternativo da parte di chi pensa e vive diversamente”.
    Una bella scommessa e , forse, anche un impegno urgente etico-politico da assumersi.
    Quanto al blog mi pare che sia chiara una sorta di sensazione di fine corsa che mi sento di condividere perché il luogo di scambio costante, con diversi contributi, sotto forma di post vari che permettevano l’ incontro di analisi e gusti , ha cambiato natura. Non credo che sia così inutile guardare indietro. Al contrario, rivedere il passato fa bene: pensiamo a quanti errori, di scelte politiche o ambientali o culturali sono stati fatti ( tanto per citare un piccolo esempio: l’ abbandono del tram a favore del trasporto su gomma, proprio per “ guardare avanti”) e come sia proficuo analizzare le mutazioni e valutarle.
    Sul tema del blog, ci si sta attardando, troppo a mio parere, sul problema del troll. Mi sfugge il motivo per cui, ancora a distanza, si debba nominarlo, spendere molte riflessioni sulla sua filosofia, ipotizzare la sua identità e così via. Davvero non c’è di meglio da fare? Mi pare che questo sia un modo per richiamarlo, suggerendo anche- mi si perdoni- l’ idea che se ne senta la mancanza.
    Nei blog( e dunque anche in questo) non esistono solo i troll, esiste il “clima”: quell’ intreccio di condizioni che lo rendono ricercato. Quello scambio cordiale ma non falso; quella discussione animata ma non animosa; quel parlare di libri e non troppo di sé; quel considerare le opinioni altrui degne di cittadinanza; quel rispondere alle opinioni non con gli argomenti ad personam; quel valutare che un blog è un luogo non da occupare ma da vivere insieme con altri.
    Non so se tutto ciò sia da considerare come “ un guardare indietro” – cosa che non respingo assolutamente- a me pare invece un interrogarsi su come si dovrebbe stare in una piccola porzione di mondo.

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  18. @Renza @tutti
    Ero qui ad aspettare la bordata e, puntuale, è arrivata, tanto prevedibile quanto ingiusta nei confronti di chi a questo blog ha continuato a partecipare con passione e rispetto.

    Se il blog non ha risposto alle aspettative perché era parte di un progetto di più ampio respiro, non serve prendersela con chi nel blog è rimasto, cara Renza, è necessario, semmai, cercare di capire quali fossero gli obiettivi e chiedersi se la situazione attuale sia matura per una proposta (che per ora anche tu definisci “embrionale”) che vede il lettore in una posizione consapevole e schierata.

    Saluti,
    Mariangela

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  19. accidenti, che decalogo Renza! mi sa che dobbiamo tutte e tutti studiare di più questo galateo bloggaro, che se no saremo tutti rimandati a settembre.
    Scusa, ma giusto per sapere, la tua parte in questa corte dei gentili e delle gentili, tutti colti e misurati, quale è? lo chiedo perchè io non leggo mai niente da parte tua, quindi forse mi sono persa qualcosa…

    Comunque: a parte che mi sono letta tutto il 2013 e devo dire che era molto ad personam e cicci e picci picci (io non amo certe smancerie mielosette, ma non vedo nessun male nei riferimenti personali, si tratta di “rapporti” personali, in un certo senso), un blog è fatto da chi ci mette la faccia e le parole. Ogni persona che vi scrive porta il proprio stile e contributo e impronta.
    Quindi: su, forza!

    Credo peraltro che Luigi intendesse altro: cioè approfondimenti “monotematici” su singoli libri o autori/autrici. e su questo, almeno per ora, non so come poterlo aiutare.

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  20. Ho finalmente leto e iletto il lungo post di Luca Ferrieri. Credo di intuire cosa vuol dire.
    Credo ,cioè, che quella comunità, fluttuante, diversa, ondivaga,a cui accenna esista e sia tangibile e numerosa: credo sia quella che si vede a Modena al festival o a Mantova o a Sarzana,(etc) e che in parte coincida con gli ascoltatoi e le ascoltatrici di Fahrenheit… MA.

    Qui siamo in internet. Non tutti i lettori e le lettrici dei GdL lo usano, esistono d’altronde moltissimi blog e forum letterari, e sono anche convinta che molti partecipanti ai Gdl sentano esaurito il loro ruolo nel semplice partecipare fisicamente a un gruppo e ,semmai, dire la loo in quel luogo.
    Sono pochi/e in ogni Gdl – (la mia esperienza è di due GdL(abbastanza tosti peraltro) in 7-8 anni) – coloro che hanno voglia e tempo di approfondire ulteriormente e di mettersi a scrivere di libri e letture dopo averne parlato fisicamente nel proprio gruppo.
    Quindi, si, è vero: c’è un altro modo meno “mainstream” di usare il mondo , per dirla con parole grosse e semplici.
    Ma devo dire che mi pare che soffi un forte “vento contrario” – e non specifico oltre – e che questo spieghi gran parte della situazione che avete , e stiamo, analizzando.

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  21. Giusto per chiudere. Mariangela, nessuna bordata. In fondo ho scritto ciò che altri hanno già sottolineato da tempo e non vedo dove sia l’ ingiustizia. Mi pare che i giudizi, anche molto decisi, siano ben presenti nella dinamica dell’ unico post che viene frequentato. Ciò fa supporre che tutti i giudizi abbiano la stessa dignità di presenza, o no?
    Cristina, io sono qua e non mi pare di non averci messo la firma. Dove sono stata? Sempre qua, ove esiste il diritto ( e non il dovere) di parola. Diritto che è riconosciuto a tutti anche a chi non lo pratica con frequenza.
    Quanto al tema di questo post, io credo che la proposta formulata si rivolga non più solo al blog ma ad un soggetto nuovo, mi pare di capire un’ associazione che raccolga ( rappresenti?) i gruppi di lettura e forse la lettura. Proposta suggestiva, che verrà articolata e quindi aspettiamo con curiosità il prodotto abbozzato.

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  22. @tutti @Renza
    I giudizi decisi nell’articolo che citi sono sempre stati riferiti ai libri e, mai, perlomeno da parte di chi ha frequentato con assiduità, alle persone. Quanto al diritto di leggere il blog senza intervenire è sacro santo, ovviamente, ma riapparire dopo due anni di assenza, e sputare una sestina di regole come quelle che hai sentenziato tu, perdonami, mi sa tanto di scaricabarile!

    Proprio perché l’iniziativa di Luigi merita attenzione, penso si debba ragionare sulle cause, (Renza, quelle vere, naturalmente, non quelle autoassolutorie) che hanno determinato una diversa destinazione d’uso del blog e l’allentamento del suo raccordo con i GdL e con la lettura condivisa.

    Nel merito, sono molto d’accordo con la risposta di Cristina al
    commento di Luca Ferrieri.

    Saluti,
    Mariangela

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  23. ri incollo qui perchè forse Renza avrà qualche giovamento nel rileggersi:

    “…Quello scambio cordiale ma non falso; quella discussione animata ma non animosa; quel parlare di libri e non troppo di sé; quel considerare le opinioni altrui degne di cittadinanza; quel rispondere alle opinioni non con gli argomenti ad personam; quel valutare che un blog è un luogo non da occupare ma da vivere insieme con altri.”

    se non sembra una mega tirata di orecchie questa – non si sa bene a chi , ma si potrebbe intuire, diciamo – allora Mariangela e io non sappiamo leggere nè le righe nè tra le righe .
    Cosa che, onestamente, escludo.

    Quando hai qualcosa da dire, sui libri, Renza, fallo, così magari potremo imparare, noi povere/i mortali fallaci e maldestre/i.
    Se no, come diceva non so più chi, a volte anche “il tacere è bello”.

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  24. Ho provato a lasciare qualche commento su alcuni blog di qualche sistema bibliotecario o di singole biblioteche, ma, come vi raccontavo qualche mese fa sull’altro articolo, non ho mai ricevuto riscontro alcuno e ho inoltre notato una scarsissima partecipazione da parte degli altri lettori utenti.

    Vi chiedo, non vi sembra strano che sia così difficile trovare punti di contatto con altri lettori proprio in questi ambiti creati apposta perché i lettori si confrontino? Ammesso che in certi casi la scarsa partecipazione possa dipendere da difficoltà tecniche (pur rilevabili, in effetti), non è un peccato che nonostante la presenza di gruppi di lettura attivi in questi sistemi bibliotecari i lettori siano così poco visibili? Faccio presente che trovo gli articoli pubblicati, e non solo sui blog linkati qui sotto, sono generalmente intelligenti e accattivanti e che quindi l’assenza del lettore è per me ancora meno spiegabile.

    Mi sembra superfluo specificare di non scambiare i link che metto qui sotto per un’autocitazione, vorrei solo approfittare di questo articolo per chiedervi se conosciate altri blog di sistemi bibliotecari o di singole biblioteche e sentire la vostra opinione:

    1. https://bibliotecadicastanoprimo.wordpress.com/

    è un blog che, proprio come il nostro, gira su wordpress: le modalità tecniche di partecipazione sono identiche a quelle di questo blog: chiunque abbia anche un vecchio PC e un indirizzo di posta elettronica può intervenire agevolmente anche senza essere particolarmente pratico di attrezzature elettroniche

    2. http://webopac.csbno.net/community/forum/

    non è un blog in senso stretto, potrebbe essere corretto definirlo SOPAC, che sta per “social OPAC”, perché, accanto alla schedatura dei libri effettuata dagli addetti ai lavori, troviamo anche i commenti ai libri lasciati dai lettori. È possibile postare recensioni ai libri letti, in “Recensioni”, oppure, almeno in linea teorica, cercare il contatto con altri lettori, nello spazio “Parlaci di te”

    3. http://sistemabibliotecariomilano.tumblr.com/

    Si può intervenire se si è titolari di un account TUMBLR oppure con un social a scelta tra FB, Twitter e Disquss e altri.

    Ciao,
    Mariangela

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  25. @tutti
    Lo sapevate che gli articoli di “Biblioteche Oggi”, fino ad una certa annata, sono agevolmente reperibili anche sulla piattaforma MLOL alla tendina “Scientific Journal”? Anche grazie a questa risorsa ho fatto una breve ricerca in merito ai blog delle biblioteche (la questione che vi chiedevo nel mio precedente commento) e mi rendo conto che il fenomeno è generale, anche gli esperti riconoscono che questi strumenti, studiati soprattutto per permettere la partecipazione, alla fine vengono utilizzati soprattutto a fine informativo (dall’istituzione all’utenza), ma la partecipazione, quella che dovrebbe andare in senso inverso (dall’utenza all’istituzione) è praticamente assente.

    Chi fosse interessato può leggersi questi due articoli di Juliana Mazzocchi (può essere che il dibattito in merito abbia prodotto anche contributi più recenti, ma io non li conosco):

    Fai clic per accedere a 201000402001.pdf

    Blog e social network in biblioteca: strumenti … – Biblioteche oggi

    Ciao,
    Mariangela

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