Quel che ci inquieta nei diari, forse, è l’assenza. L’assenza di:
– “senno di poi”;
– di contesto adeguato;
– in fondo, di possibilità di spiegare; è un pezzo di mondo, detto più che narrato, che fatica a trovare il suo posto nella storia;
– non è nemmeno inquadrato in una sequenza, coerente e pulita, sfrondata degli elementi “inutili”; almeno, di quegli elementi che nelle narrazioni “col senno di poi” vengono eliminati perché generano rumore.
I diari per questo ci affascinano.
Nota a margine della lettura di: Carlo Emilio Gadda, Giornale di guerra e di prigionia (Garzanti), Gruppo di lettura: “La prima guerra mondiale dell’Italia”.
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