Ci sono meno soldi. La crisi si fa sentire e dunque le biblioteche di New York sono state costrette a ridurre, nell’ultimo anno, personale e orario di apertura. Tutto questo nonostante negli ultimi 10 anni sia aumentato dell’85% il numero di quanti le frequentano, dal Bronx a Brooklyn. Il motivo è presto detto.
Sono centri di formazione, di studio alternativo alle scuole. Luoghi dove imparare qualcosa di nuovo, dove soddisfare le curiosità, dove apprendere a fare a maglia socializzando e scacciando la solitudine, dove avviare un dialogo intra-generazionale, dove far crescere i bambini mentre si lavora. Dove andare quando il lavoro non lo si ha più. Pareti e scaffali, custodi rassicuranti di testi che, inviati a domicilio, possono fare compagnia e aprire gli occhi sul mondo a chi da casa non può uscire e il mondo, con i propri occhi, non lo può più guardare. Ho visto questo video e lo condivido con voi.
Una chiave c’è per far sopravvivere le biblioteche (seppur tra mille difficoltà) in modo valido, utile e in linea con le esigenze dei tempi moderni. E in America (eh già!) lo hanno capito.
Cliccate qui o sulla foto in alto e guardatelo, anche se non sapete l’inglese. Le immagini parlano da sole.
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