Il ragionamento che provo a fare in questo post ha una premessa fondamentale: la lettura non è una attività sociale; lo abbiamo scritto al primo punto del nostro modesto decalogo su come creare un Gruppo di lettura ma vale per ogni attività di condivisione della lettura.
Questa premessa è importante perché condividere è bello e arricchisce la lettura individuale; però davvero condividere quello che si legge è complicato, per l’atto in sé ma anche per le conseguenze. E comporta impegno e fatica e non sempre ci porta a essere lettori migliori .
Il che, detto in un blog dedicato alla condivisione della lettura suona strano, ma fa parte della cornice necessaria per ogni nostro discorso, credo.
Ecco, quando non parlo di un libro che sto leggendo (o che ho appena letto) è perché:
- Temo di dire/scrivere ovvietà. Tanto più quando la lettura riguarda scrittori del canone. Il rischio che sia già stato detto tutto quel che riuscirei a dire è talmente alto che la trappola la sento in agguato. Così succede che mi fermi dopo le prime parole, anche quando faccio lo sforzo di dire cose più soggettive e idiosincratiche possibili. Continuo a leggere in silenzio: che cosa altro mi resta da dire? Obiezione: questo ragionare allora dovrebbe valere per ogni libro, non solo per quelli del canone; e non siamo critici e che quel che conta è la nostra lettura personale di quel libro in quel momento. Eppure aleggia sempre il rischio di scoprire l’acqua calda.
- Le condivisioni diventano monologhi. Avviene che ti ascoltino (leggano) solo superficialmente, o non si ascolta nemmeno. Si parla (scrive) soltanto. Quando scatta questa sensazione è il momento di fermarsi.
- Il libro mi ha paralizzato; riesco solo a leggere non a parlarne. La lettura ti apre in due. E non vuoi che altri vedano dentro.
- Il libro mette in luce tutta la mia ignoranza. Voglio solo imparare. Non sono all’altezza per parlarne.
- Non ho niente da dire sul libro. Succede anche con il libri che mi piacciono. Mi piacciono e basta. Senza aprire prospettive diverse e nuove. Dicono esattamente quello che volevo o mi aspettavo dicessero. nessuna scossa, insomma.
Ps
A volte una di queste condizioni interviene dopo che ho iniziato a condividere la lettura. Il risultato è un abbandono ingiustificato della stanza. Situazione che i timidi come me conoscono bene.
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