
Ho appena finito di leggere *Cielo di sabbia* _traduzione bruttina dell’invece molto bello *All the earth, thrown to the sky*_ di Lansdale, ed. Einaudi, e, mentre sto pensando a cosa scrivere di questo libro, il mio Ipod in modalità shuffle mi tira fuori My Oklahoma Home, dell’album We Shall Overcome: The Seeger Sessions di Bruce Sprinsgteen, e mai colonna sonora fu più azzeccata.
It blowed away, it blowed away
All the crops I planted blowed away
You can’t grow any grain if there isn’t any rain
All except the mortgage blowed awayIt looked so green and fair, when I built my shanty there
I figured I was all set for life
I put on my Sunday best with my fancy scalloped vest
And went to town and picked me out a wifeShe blowed away, she blowed away
My Oklahoma woman blowed away
Just as I bent and kissed her, she was picked up by a twister
My Oklahoma woman blowed awayNow I’m always close to home no matter where I roam
For Oklahoma dust is everywhere
Makes no difference where I’m walkin’
I can hear my chickens squawkin’
I can hear my wife a-talkin’ in the air
Il romanzo prende avvio in Oklahoma, durante una tempesta di sabbia.
Già, quel vento bastava a gettare a terra un uomo adulto, ma niente era peggio della polvere. Quando era rossa capivo che arrivava dall’Oklahoma, dove stavamo anche noi. Ma se era bianca significava che un pezzo di Texas ci stava cadendo sulla testa, e se le folate erano più scure giungevano con buona probabilità dal Kansas o dal Nebraska.
Jack, il ragazzino protagonista e voce narrante, si trova a seppellire entrambi i genitori: la madre è morta per l’ennesima tempesta di sabbia, il padre si toglie la vita, sconfitto da tutte le tragedie che la sabbia ha portato con se’: i campi si sono inariditi e non hanno prodotto più nulla, poi è arrivata la siccità ed è stato costretto a vendere gli animali per comprare un po’ di cibo, infine la malattia ha portato via sua moglie.
Jack ha finito da poco questa triste incombenza e sta cercando di trovare un modo di cavarsela, quando vede emergere dalle nubi di sabbia due ragazzi, Jane e il fratellino Tony. Anche loro sono rimasti orfani, cosi decidono di rubare la Ford al vicino morto, e partire alla volta del Texas sudorientale, dove la sabbia non c’è e il terreno è fertile.
Ma il loro viaggio diventa un’avventura degna di Ulisse _per citare la colta e molto fantasiosa Jane_, un po’ per sfurtuna, un po’ per tutte le balle che si inventa Jane, un po’ per il loro desiderio di avventura, e cosi appena escono da un guaio, finiscono dentro uno peggiore: rapinatori di banche, coltivatori schiavisti, assassini.
L’occhio disincantato di Jack, l’innocenza di Tony, la fantasia sfrenata di Jane rendono la lettura molto piacevole e avvincente, non ai livelli di *La sottile linea scura* o di *Echi perduti*, ma bello comunque.
*giuliaduepuntozero
Rispondi