
Non è sicuramente prolifico, scrive un libro ogni dieci anni, ma ne vale la pena aspettare tutto questo tempo, se l’esito è sempre di questo livello. Le vergini suicide, pubblicato nel 1993, da cui Sofia Coppola ha tratta il bel film Il giardino delle vergini suicide, è uno dei miei libri preferiti; Middlesex, il titolo che me l’ha fatto conoscere per caso nel 2003 al Festivaletteratura di Mantova, è un altro ottimo romanzo.
Finalmente, dopo anni di trepidante attesa (per me), è uscito La trama del matrimonio, edito in Italia da Mondadori, terzo titolo di Jeffrey Eugenides, scrittore americano di origine greca. Un romanzo di quasi 500 pagine, ambientato negli anni Ottanta, principalmente in New Jersey, con punte a New York, in India, in Europa, a Cape Cod, a Portland…
Protagonisti tre ragazzi che si incontrano al college: Madeleine, ragazza di buona famiglia, bella, intelligente, ricca e sicura di sè; innamorata di Leonard, proveniente da Portland da una famiglia disfunzionale con genitori alcolizzati e divorziati, che lo portano a diventare maniaco-depressivo; e infine Mitchell, innamorato a sua volta dal primo istante di Madeleine, intelligente, appassionato di teologia e storia delle religioni.
Non vorrei dilungarmi troppo sulla trama, per non togliere sorprese a chi lo vuole leggere. Quello che mi è piaciuto, in questo libro come negli altri di questo autore, è la sua bravura a scrivere. Le pagine scorrono veloci, le frasi sembrano nate per essere una di fianco all’altra, con una naturalezza con non è così scontata. Le dinamiche fra i tre protagonisti ti prendono, rimani in sospeso per le crisi di Leonard, per i viaggi e le avvenute di Mitchell, per le sofferenze di Madeleine. E’ bello viaggiare con Mitchell prima fra Parigi, l’Italia, la Grecia, l’India, e con Madeleine e Leonard dopo in Francia, vivere con loro in New Jersey e in Massachusett; soprattutto interessante e stimolante seguire gli studi di biologia di Leonard, di teologia di Mitchell, di letteratura inglese di Madeleine. Un romanzo pervaso di libri e di amore per la letteratura. Un libro che ti fa pensare.
Bello, bravo, da leggere, così come gli altri.
Ciò che la fece sedere di scatto sul letto era qualcosa che si avvicinava di più alla ragione principale per cui leggeva e aveva sempre amato i libri. Un segno che non era sola al mondo. L’espressione di ciò che fino a oggi aveva provato senza riuscire a dirlo.
*giuliaduepuntozero
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