Crazy heart, Thomas Cobb

Ecco un altro libro che è anche un film, che però io non ho visto, non ancora almeno. Mi limito quindi a parlare solo di *Crazy heart*, scritto da Thomas Cobb, e pubblicato da Einaudi.

Immaginatevi un sottofondo di musica country _o, se volete, potete anche acquistare direttamente la colonna sonora del film e ascoltare quella, come sto facendo io ora_ e un cantante vicino ai 60 anni, lasciatosi un po’ andare _impersonato sullo schermo da Jeff Bridges_, Bad Blake, pancia da alcolista, sigaretta sempre accesa, stivali da cowboy, e rigorosamente chitarra e amplificatore.

Bad ha accarezzato il successo, anni prima, ma ormai si limita a fare tour in piccoli locali, sale da bowling e pub, in giro per il sud degli Stati Uniti, a macinare chilometri su chilometri di strada e a ingollare litri su litri di whiskey.

Bad è un uomo simpatico, che ha conservato una notevole dose di ironia, con cui apostrofa chiunque gli capiti a tiro, a partire dal suo manager, fino all’ultima ammiratrice che ancora, ogni tanto, lo aspetta alla fine dello spettacolo. L’ironia è anche l’unica arma che gli rimane contro le crudeltà del mondo e della vita da artista, in primo luogo l’aver assistito all’ascesa del suo pupillo, Tommy Sweet, a cui ha insegnato tutto, e che ora, a parere di Bad, ha rinnegato il suo passato per guardare tutti dall’alto in basso del suo look da star:

Tommy si lascia cadere su una sedia vicino al letto, appoggia i piedi sul materasso. Ha un paio di stivali a striscioline di cuoio, cucite insieme a formare una serie di “V” puntate verso le dita dei piedi. Costeranno sei o settecentomila dollari, calcola Bad. I jeans sono nuovi di zecca, la camicia bianca inamidata ha le iniziali sul taschino. Al dito della mano destra porta un anello a forma di Texas.

Così lontano dalle camicie perennemente sudate di Bad e dai suoi stivali, bisognosi di una lucidata.

Il personaggio di Bad è molto bello, il romanzo però perde un po’ nel cercare di diventare una storia d’amore, o di rinascita, chissà, risultando però meno spontaneo.

Un’ultima citazione:

Alle prove Terry collabora, ma Howard rimane sulle sue. Al è un po’ incerto, ma è più un fatto di bervosismo che di incapacità.

– Non mi stai ascoltando – dice Howard, abbassando pesantemente la bacchetta sinistra sul rullante per sottolineare il tempo.

– Howard – dice Bad – perché cavolo fai così? Non voglio sentire queste stronzate alla Bruce Springsteen. Noi suoniamo musica country. Datti una calmata, figliolo.

*giuliaduepuntozero

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2 risposte a “Crazy heart, Thomas Cobb”

  1. Io ho visto il film di Scott Cooper, bella la prova di Jeff Bridges (con una partecipazione anche di Robert Duvall) e di Maggie Gyllenhaal (“Vero come la finzione”, “Il cavaliere oscuro”, …: Nomination miglior attrice non protagonista Premio Oscar 2010 per il film Crazy Heart; Nomination miglior attrice in un film drammatico Golden Globes 2007 per il film Sherrybaby di Laurie Collyer)

    http://www.mymovies.it/film/2009/crazyheart/

    questo il trailer:

    http://www.mymovies.it/film/2009/crazyheart/trailer/

    Sono molto curioso naturalmente di leggere il libro così ben commentato da giuliaduepuntozero.

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  2. “Bad Blake, pancia da alcolista, sigaretta sempre accesa, stivali da cowboy, e rigorosamente chitarra e amplificatore”. Non conoscevo nè il libro nè il film, ma mi è bastato leggere le parole sopra riportate per incuriosirmi. Grazie ancora, Giulia.

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