
La Stampa di oggi pubblica una “lezione” dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua dedicata a Anna Karenina di Lev Tolstoj. Indipendentemente da quel che dice Yehoshua a proposito di Anna e della sua storia:
Anna Karenina non è dunque una storia di tradimento o della lotta di una moglie contro un marito odiato, come in Madame Bovary di Flaubert. È la storia di una donna che aspira a raggiungere un qualcosa che molti vedono come una sfida, o una tentazione: mantenere un rapporto saldo tra due persone senza l’aiuto di stampelle sociali, legali o economiche. Un rapporto costruito esclusivamente sul lavoro dell’amore. È possibile? È morale? La domanda rimane aperta.
L’idea più interessante mi sembra “metodologica”. Dice Yehoshua:
Ci sono vari modi di comprendere un’opera letteraria e uno fra i più efficaci, secondo me, è quello di analizzarne la trama prendendo in esame soprattutto la sua parte conclusiva, vale a dire l’obiettivo che l’opera si propone di raggiungere.
Dunque, per farla breve: Anna non poteva fare altro che suicidarsi? Ci saremmo sentiti traditi (nel senso di mancanza di coerenza con tutta la sua storia) se non l’avesse fatto?
Ah ecco: il titolo della lezione di Yehoshua è: “Perché Anna Karenina si è suicidata?” e la potete leggere sul sito de La Stampa.
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