Aveva 91 anni JD Salinger. Da tempo era sparito dalla cronaca. Sono rimasti solo i suoi indimenticabili libri. Ad alcuni piacevano molto, moltissimo, ad altri sembravano troppo legati al momento in cui li scrisse: per molti adolescenti americani, obbligati a leggersi le avventure di Holden Caufield, The Catcher in the rye (Il giovane Holden), entrò presto fra le “letture scolastiche obbligatorie” perdendo probabilmente il fascino che l’opera ha esercitato sui lettori contemporanei.
Oggi i giornali sono pieni del ricordo di JD Salinger, ci sono tonnellate di parole, per un uomo che aveva scelto di stare nell’ombra.
Segnalo solo, per chi non volesse limitarsi ai giornali italiani, il bel servizio del Guardian e quello del New York Times. AGGIUNTA: vi assicuro che merita anche quanto scritto da Louis Menand su The New Yorker [Lo speciale dedicato alla morte di Salinger] nel 2001 in occasione dei 50 anni dall’uscita di The Catcher in the rye.
A me comunque i racconti di Salinger piacciono più del suo romanzo; precisi e affilati, spesso feroci. (Qualche giorno fa, scrivendo dell’ultimo Tabucchi, xochitl2 ci ricordava come in Il Tempo invecchia in Fretta, l’autore avesse omaggiato le Nine Stories di Salinger).
addio JD
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