
“I primi giorni di agosto in città, il deserto. C’erano tutti i presupposti per non rispondere. Naturalmente aveva risposto”.
Una telefonata al cellulare manda in fumo il piano del Commissario Ernesto Campos: sistemare i 4.327 libri, stipati in scatoloni contrassegnati dalle lettere dalla A alla Z, dall’iniziale dell’autore, nella nuova libreria che si era fatto costruire lungo le pareti del salotto. Quella telefonata aveva segnato la fine del riordino dei libri, la fine del silenzio, della solitudine, della pace.
Inizia così, con un omaggio alla lettura e ai libri, “Vietato giocare a palla” di Antonio Steffenoni edito da Carte Scoperte, storia ambientata in una deserta Milano d’agosto. C’era stata una carneficina, 5 persone di una stessa famiglia, la famiglia Soriani, unico sopravvissuto il figlio Sandro, ammazzate a colpi di pistola in due appartamenti poco distanti l’uno dall’altro.
Il commissario Ernesto Campos inizia ad indagare e viene alla luce la storia della famiglia Soriani; il padre, venuto in Italia da Barcellona ad inseguire un sogno che poi fallisce, la madre oppressiva che ricatta moralmente il figlio Sandro, il fratello Maurizio, psicolabile, dedito al vino e a cattive compagnie.
Sandro, autore di fiction televisive di successo e scrittore di libri, è sparito ed i sospetti cadono su di lui.
L’indagine porta Campos a ripercorrere e conoscere la storia di Sandro Soriani, una storia di dolore e di sofferenza e lo conduce a confrontarsi con i fantasmi del suo doloroso passato. Due persone che attraverso la loro sofferenza si cercano, si incontrano e si capiscono sino alla fine, non imprevedibile, della storia.
Un bellissimo libro, dolente e pieno di amore.
Cosa mi è piaciuto ancora:
La scrittura, ricca, piena, poetica.
L’ambientazione, una Milano d’agosto “una città finalmente silenziosa, calma, calda, abbandonata. Quasi assorta.”
Il richiamo frequente al tema dei libri. Marzia, la donna di Campos, “sarebbe passata da casa a prenderlo, convinta di trovarlo intento a riordinare ‘ i tuoi adorati libri, quelli che ami infinitamente più di me, brutto vigliacco’. Pazzi, il suo vice commissario, ironico e dissacrante, gli dice “tutt’altro che stupido il Soriani, per essere uno che legge tanto”.
Un autore da approfondire e conoscere meglio, nella linea dei grandi giallisti milanesi.
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