Ero stato alla presentazione del libro Le vie dorate: con Giuseppe Pontiggia (a cura di Daniela Marcheschi, MUP). Bello l’intervento di Piero Dorfles che aveva parlato di “Stile” come categoria scomparsa dagli articoli che parlano di libri. Pontiggia invece ci teneva molto. E bello un articolo dello stesso Pontiggia, di cui si era data lettura. Spiegava (con esempi esilaranti) perché quando si scrive non bisogna affidarsi alla prima idea che viene in mente.
L’articolo è uscito poi (qualche settimana fa) sul Domenicale del Sole 24 Ore. Purtroppo non lo trovo in Rete. Mi sarebbe piaciuto condividerlo con voi, per via di un significato molto attuale e particolarmente adatto al web.
Si tratta di questo. Spesso chi commenta nei blog scrive la prima cosa che gli passa per la mente, senza considerare le concrete conseguenze, senza porsi problemi di forma (stile), e soprattutto senza domandarsi: la penso veramente così?
Questo è un blog in cui si discute di libri e, in senso lato, di scrittura. Dunque mi sembra il luogo adatto per lanciare questa piccola discussione. Trovo che i commenti lasciati nei blog siano molto spesso scritti a cuor leggero (presenti esclusi, sia chiaro ;)), più o meno come fossero battute pronunciate dietro il bancone di un bar. Io invece trovo una grande differenza tra un commento scritto e una battuta pronunciata. Una battuta può essere estemporanea, immediata. La parola scritta, invece, dovrebbe essere sermpre mediata da una riflessione. La parola scritta, in sostanza, dovrebbe presupporre maggiore responsabilità.
Alle parole dette si mischia il rumore dei tram e la lingua brutta dei telegiornali. A quelle scritte, invece, affidiamo il compito di far circolare le idee. Le lasciamo lì, ferme, nero su bianco perché qualcuno possa tornarci con calma e pensarci su. Se annulliamo la differenza tra la parola detta e quella scritta, finiremo con lo scrivere inutili chiacchiere.
Con tutto questo non voglio dire che non possa esserci leggerezza. Leggerezza e responsabilità dal mio punto di vista vanno più che d’accordo.
Visto che questo è un blog anomalo rispetto alla media, vorrei la vostra opinione. (Anche per sapere se sono l’unico disadattato nell’epoca del web).
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