Può capitare ovunque: a una cena, al pub, mentre si aspetta l’autobus, in classe o in una libreria. Cominci a parlare con qualcuno che non conosci e tutto procede bene. Poi a un tratto, senza preavviso, senti quelle quattro parole. E allora sai che quel rapporto non andrà oltre il tempo necessario per dire: “Penso che ti piacerà”.
Inizia così l’articolo di Nick Hornby sull’ultimo numero di Internazionale, in edicola da venerdì scorso (10-16 aprile, numero 790), scritto per The Times, in cui lo scrittore inglese racconta di quando le librerie Waterstone’s gli hanno chiesto di stilare una lista di quaranta libri per il Writer’s Table.
Non è facile consigliare un libro, dice Hornby:
Ogni tanto incontro qualcuno capace di darmi consigli ragionevoli e azzeccati nei primi cinque anni della nostra conoscenza. In generale, però, do ascolto solo a persone che conosco da una ventina d’anni, di cui molti passati a discutere di cose che amiamo e odiamo.
Tutti – in particolar modo i critici – vogliono far credere che il fattore più importante nel giudicare un libro è la sua qualità oggettiva (“Un buon libro è un buon libro”). Ma noi sappiamo che non è vero. Il gusto e lo stato d’animo sono importanti, certo, ma gusto e stato d’animo sono determinati da cose come bagaglio culturale, professione, salute, disponibilità di tempo libero, stato civile, situazione matrimoniale, genere, età, età dei figli, rapporti con figli e genitori, parenti e, magari, una brutta esperienza con V di Thomas Pynchon quando eravamo ancora degli adolescenti arroganti e troppo ambiziosi.
Non è facile, insomma. Però Nick Hornby ci prova, e ne tira fuori quaranta. Molti penso che non siano stati tradotti e pubblicati in Italia, non ancora. Molti sì. Fra tutti i quaranta che ha messo, ne ho letti solo due, stupendi, condivido la sua scelta: *Un complicato atto d’amore* di Miriam Toews, edito da Adelphi, e *Fun Home* di Alison Bechdel, edito da Rizzoli.
Bell’articolo, vi consiglio di comprare Internazionale per scorrere tutta la lista dei consigli di Hornby. E poi questo articolo apre tanti spunti di discussione, che magari approfondiremo in un prossimo futuro.
Per il momento vi lancio solo questa palla: quali sono i vostri 40 libri che mi/ci consigliereste di leggere? Quaranta sono tanti, o forse sono pochi. Come scrive ancora Hornby:
Se grazie ai miei suggerimenti qualcuno partirà per un viaggio (di lettura) che normalmente non avrebbe fatto, e se questo viaggio lo porterà a quella specie di beato, divorante coinvolgimento che tutti abbiamo provato all’inizio della nostra vita di lettori, allora sarò contento.
Ecco, mi piacerebbe partire per un viaggio…
*giuliaduepuntozero
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