Obama’s winning speech -chicago, nov. 4, 2008 – La visualizzazione wordle è su Many Eyes.
…e perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini siano creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per la qualità del loro carattere. ho davanti a me un sogno, oggi!
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli esseri viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto, terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà, e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.
Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.
Risuona la libertà negli alti Allegheni della Pennsylvania.
Risuoni la libertà dalle montagne rocciose del Colorado, imbiancate di neve.
Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.
Ma non soltanto.
Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia
Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississipi. da ogni pendice risuoni la libertà.
E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: “liberi finalmente, liberi finalmente, grazie Dio onnipotente, siamo liberi finalmente”
Sono passati 35 anni da quando il 28 agosto 1963 MARTIN LUTHER KING pronunciò questo discorso davanti a 200000 persone durante la marcia per il lavoro e la libertà.
Ed ora con il primo presidente nero degli Usa questo sogno sembra essersi realizzato.
Ci sarà ancora molto da fare sul cammino dell’uguaglianza, ma che, a capo di quella che bene o male è ancora la più grande superpotenza del mondo, ci sia un nero, figlio di un africano nero del Kenia e di una madre bianca del Kansas, con una moglie e due figlie nerissime, è un grande progresso sul cammino della libertà, nonostante che negli Usa siano in crescita i neonazisti e skinheads.
E questo nonostante i discorsi del rinato Ku Klux Khan, ” discorsi pieni di rabbia contro gli immigrati, contro chi non parla inglese, contro una società multirazziale che fa paura, contro Obama, simbolo della vittoria della stagione dei diritti civili”- come denunciava Mario Calabresi in un articolo su Repubblica. ( 29.X 08 )
E lo stesso Obama di recente a Berlino, cercando nell’Europa il miglior partner degli Usa, parlando non da candidato americano, ma da cittadino del mondo, auspicando l’abbattimento di tutte le diversità tra neri e bianchi,tra mussulmani ed ebrei, tra ricchi e poveri, ribadiva” non assomiglio agli americani che hanno parlato qui prima di me, la mia storia personale è diversa, una storia americana. Il padre di mio padre era un servo degli inglesi, un cuoco”
Ebbene sì penso che- almeno- una parte del sogno di Martin Luther King si sia realizzata.
Io- come cittadina del mondo – vivo sulla mia pelle l’emozione di un giorno come questo e voglio condividerlo con i lettori… abituali o di passaggio su questo blog!!!
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