
Si chiamava Lazare Ponticelli, ed è morto a 110 anni.
L’ultimo dei francesi che combatté nella grande guerra (1914-1918, I soldati nella foto non sono dell’esercito francese).
In verità era italiano, ed era passato a combattere sul fronte austriaco con l’uniforme dei Savoia, quando il Regno entrò in guerra nel 1915. Visto che era diventato cittadino francese, in Francia se lo sono collocato come l’ultimo depositario della memoria degli oltre 8 milioni di soldati che parteciparono al massacro che ha dato il via al Novecento, il secolo breve (quest’anno in novembre saranno 90 anni dalla fine di quel conflitto).
La storia di Ponticelli (qui sotto in una foto recente) l’ho letta in uno degli obituary dell’Economist.
L’obituary (in realtà un obituary è molto più dell’idea di necrologio cui siamo abituati noi, e decisamente diverso anche dai coccodrilli della stampa nazionale) dell’Economist è da anni una delle mie letture preferite: prima di tutto per la scelta delle persone di cui occuparsi (ovviamente devono avere la sventura di morire nella settimana per avere il diritto di finire sulla pagina di chiusura del numero) e poi per il taglio degli articoli: pieno di informazioni, mai retorico e mai semplicemente celebrativo (celebrare i morti, qualsiasi cosa abbiano fatto da vivi è un po’ un vizio italiano no?). Fra gli obituary recenti vi consiglio quello di Marie Smith, l’ultima persona a conoscere la lingua Eyak: una lingua di una regione del sud est dell’Alaska.
Per tornare alla prima guerra mondiale: consiglio di seguire la storia, “in diretta” di William Henry Bonser Lamin su wwar1.blogspot.com. William era in servizio nel 32507/9 Batt York and Lanc Regt, . Company 2 Platoon L.G.S.
Un nipote pubbica in questo blog le lettere di William esattamente 90 anni dopo che vennero scritte. Non conosciamo il destino di William, la sua vita al fronte è per noi quella delle sue lettere…
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