L’ultimo Il penultimo (il nuovo ormai sta per arrivare) numero della rivista Granta, uscito in autunno, si apre con un’intervista a Richard Ford (Rock Springs, Sportwriter, Il giorno dell’indipendenza, Infiniti peccati, Donne e uomini). A Tim Adams che gli chiede se la letteratura ci porta a voler essere donne o uomini migliori, Ford risponde che la letteratura offre al lettore la possibilità di vedere la vita affermarsi, proprio attraverso il grande interesse che la letteratura dimostra di avere per la vita. “E dà al lettore una possibilità – nell’ambiente protetto di un libro – di vedere le conseguenze importanti degli eventi.” Che poi la possibilità di vedere queste conseguenze spinga il lettore a voler essere migliore beh, aggiunge Ford, quella è una questione privata, non della letteratura in sé.
Insomma, nient’altro che la conferma che leggere letteratura non ci rende necessariamente migliori, come spesso invece i lettori credono. E la conferma che però la lettura dovrebbe portarci a essere più consapevoli della necessità di cercare un nesso fra quel che facciamo e le possibili conseguenze di questo sugli altri. Se leggiamo almeno dovremmo non poter dire: non pensavo che questo avrebbe portato a quello.
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