Mi ha incuriosita un articolo comparso sul blog dello scrittore Ja Konrath, che ho letto sulle pagine di Internazionale in edicola dal 21 settembre con il titolo *Il marketing dello scrittore*:
[…] La morale di questa storia è che se lavori duramente per costruirti un nome, non dovrai faticare ventiquattr’ore al giorno e sette giorni su sette: ci sarà una macchina efficiente che lo farà per te. Ricordate la vecchia favola della cicala e della formica? La cicala pensava che per avere il futuro assicurato bastasse scrivere un bel libro.
La formica sapeva che scrivere un buon libro era solo l’inizio e che doveva fare in modo che tutti lo conoscessero, costruendosi un marchio di fabbrica e lavorando sulla propria riconoscibilità.
Aveva ragione la formica.
L’argomento è sicuramente avvincente, e mi trovo spesso e volentieri a riflettere sulla questione: come nasce un best seller? Un libro ha questa caratteristica nel proprio DNA, o c’è un qualcosa, un qualcuno, che lo fa diventare tale? Quanto conta lo scrittore come personaggio, quanto la sua scrittura?
Cosa ne pensate?
Se qualcuno di voi, poi, fosse interessato a diventare scrittore di best sellers, Ja Konrath ha consigli per tutti…
*giuliaduepuntozero
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