Ho finito un libro veramente veramente bello: *Confine di stato*, di Simone Sarasso, ed. Marsilio.
Quando il mio ragazzo l’ha portato a casa, ammetto di non averlo degnato di uno sguardo, ma poi mi è arrivato via mail questo book trailer:
e mi ha intrigata.
Appena l’ho iniziato, a dire il vero, ho avuto un po’ l’impressione di un deja vu: uno stile alla Wu Ming _con voci corali, modi di scrittura diversi, fonti disparate_, un’idea alla Ellroy di *American tabloid* e *Sei pezzi da mille* _ripercorrere la storia della propria nazione, fra realtà e finzione.
Ma Sarasso sa fare un ottimo lavoro, originale e forte, che mi ha tenuta attaccata alle pagine del romanzo per due giorni, finché non l’ho finito.
E proprio a Ellroy è l’omaggio di Sarasso, che arriva a mettere fra le pagine del suo libro addirittura Pete Bondurant, personaggio della trilogia storica dello scrittore americano.
*Confine di stato* è una storia dell’Italia, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, con tanto di spie, mafia, politica, intrighi, anarchici, rossi, neri. I nomi sono cambiati, ma si riconoscono facilmente i principali fattacci della nostra Italia.
Insomma, questo *Confine di stato* è stato una bellissima scoperta, un titolo da non perdere, per chi ama gialli, noir, thriller & co, ma soprattutto per chi vuole conoscere o rivivere gli anni bui del nostro Paese.
Ultima segnalazione: il blog di Confine di stato.
*giuliaduepuntozero
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