Filosofia. Ho scoperto un po’ tardi che a Vimodrone – una cittadina alle porte di Milano, a qualche metro da Cologno – hanno organizzato lo scorso mese un particolare “festival della filosofia”, I Giorni della Meraviglia.
Non un festival qualunque però: perché qui hanno impostato gli incontri sulla filosofia come pratica di vita, non solo come “discorso”. Ne ho trovato una interessante descrizione su un giornale locale La Città, in un articolo di Domitilla Melloni.
La cosa mi ha colpito anche perché in questi mesi mi sono interessato a questo tema della filosofia come pratica di vita, soprattutto dopo aver letto alcuni libri sul buddhismo e, tramite Pankaj Mishra e il suo libro, La fine della sofferenza (Guanda), essere arrivato a un libro piccolo ma importante (e credo molto conosciuto da chi si interessa di filosofia; per me invece è stata una “scoperta”) che raccoglie alcune lezioni di Philip Pierre Hadot:, Esercizi spirituali e filosofia antica (Einaudi).
Hadot si occupa proprio della filosofia come “pratica che riguarda quanti di noi hanno voglia di vivere una vita pensata e meditata, una vita messa alla prova, una vita che mira all’esemplarità“.
Un libro, questo di Hadot, dedicato alla concezione degli “esercizi” come parte essenziale della filosofia antica occidentale, un modo di vivere cui dovremmo ispirarci.
Per una interpretazione del pensiero buddhista come pratica filosofica, nei mesi scorsi ho letto e ripetutamente ci sono tornato: Stephen Batchelor, Buddhism without belief.
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