Oggi vorrei parlare di un fumetto: V per Vendetta, scritto da Alan Moore e disegnato da David Lloyd, pubblicato in Italia da Rizzoli (fino al 30 aprile, al prezzo di lancio di 9,50 euro, quindi affrettatevi).
Proprio in questi giorni è uscito il film, che io ho visto, erroneamente, prima di aver letto il fumetto. Dico erroneamente, perché il film dei fratelli Wachowski è solo ispirato al testo, liberamente tratto, e, dal mio punto di vista, di più immediata comprensione e apprezzamento.
Nonostante ciò, l’idea e la storia di V per Vendetta è geniale. Scritto negli anni 80, ambientato in un vicino futuro immaginario, ma non troppo, della fine degli anni 90, esplicitamente ispirato a 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury, è incentrato sulla figura di V, un geniale personaggio che combatte contro la dittatura che c’è in Gran Bretagna, una via di mezzo fra il Nazismo e il Grande Fratello di Orwell.
Mi ha particolarmente colpito, sia nel romanzo che al cinema, la dimora di V: vive nelle viscere di Londra, circondato da opere d’arte (quadri, libri, musica, opere cinematografiche) che la dittatura, guarda un po’, ha dichiarato illegali.
Fra colpi di scena, misteri, inquietudine e un po’ di angoscia, arriva, ovviamente, il lieto fine.
Ribadisco la buona realizzazione cinematografica, ambientata in un futuro 2020, con tanto di telegiornali che terrorizzano gli spettatori con influenza aviaria, guerre in Iraq, attentati terroristici in metropolitana…
Da rifletterci sopra.
E ovviamente… geniale l’idea del fumetto, che ben rende i toni cupi e angioscianti della storia.
*giuliaduepuntozero
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