Ci sono eventi, nel senso di azioni di qualcuno contro altri, che lasciano un profondo segno materiale e simbolico. Per Milano, ma non solo per Milano, ovviamente, l’aggressione del ministro di polizia al Centro sociale Leoncavallo, è uno di tali eventi.
Questo orrendo atto di prevaricazione e vendetta politica prova a cancellare la storia di un esserci democratico, antifascista, creativo, aperto e plurale nella città, nella cultura e nella società milanese. Esso può dire qualcosa anche a noi che ci occupiamo della dimensione relazionale e del fare che cresce attorno alla lettura.
Perché da sempre Gruppodilettura considera la lettura come potenziale attività di condivisione, fatta di conoscenza, emozioni, affettività, discussione argomentata in spazi che auspichiamo siano democratici, di pensiero critico, pubblici e aperti a tutti. Si, la lettura può essere un atto politico, un atto pubblico. E così lo sono gli altri atti frutto della condivisione del leggere: per esempio il diritto afferrato e esercitato con orgoglio di raccontare le proprie storie, senza lasciare che siano gli altri, per esempio gli eredi dei fantocci repubblichini servi dei nazisti, a farlo per noi.
In questo senso i centri sociali sono una specie di modello ideale di questi spazi, anche se la condivisione della lettura privilegia le biblioteche, per definizione lo spazio pubblico dell’azione dei lettori.
Per quanto poco importi, lo diciamo: noi stiamo col Leoncavallo.
L’immagine di apertura è un particolare di un lavoro di David Alfaro Siqueiros (1896-1974)

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