Leggere per scrivere, in carcere

Ottenere dalla lettura soluzioni che aiutino le scritture autobiografiche

Le letture dalle quali cominciare i laboratori di scrittura di sé [autobiografie] possono anche provenire dalle scritture di altri workshop simili, dal lavoro di scrittura del coordinatore ma anche da i testi prodotti dai partecipanti al laboratorio stesso, letti con attenzione e con l’intento, di leggere per scrivere. Ciò per ottenere dalla lettura soluzioni che aiutino le scritture di ciascuno. Importante è trovare il metodo per approfondire il testo e identificare alcune scelte tecniche, che consideriamo efficaci, operate dall’autore.

John L. Lennon sta scontando una pena di 28 anni; attualmente è presso la Sing Sing Correctional Facility, un carcere di massima sicurezza nello Stato di New York. In prigione è diventato giornalista e scrittore. Una persona da fuori lo assiste, cura l’editing dei pezzi e si occupa della pubblicazione dei suoi lavori su varie riviste; nel corso del 2025 dovrebbe uscire il suo primo libro1.

Nel 2024 Lennon ha organizzato e guidato un workshop di scrittura nel Sullivan Correctional Facility, il carcere dove era rinchiuso in quel periodo. Spiega che prima di avviare il laboratorio ufficiale aveva cominciato ad aiutare altri detenuti che volevano scrivere: “Parlavamo delle storie che li circondavano, delle storie che avrebbero voluto scrivere su se stessi e di come avrebbero potuto configurare questi racconti sulla pagina. Lavoravamo insieme sulle bozze, revisionando bozza dopo bozza”.

Sin dall’inizio del laboratorio, scrive Lennon, “sapevo che il lavoro sarebbe stato dedicato alla scrittura di personal essay e reportage in prima persona. Ho deciso di usare i miei stessi pezzi come testi per il corso, anche solo come traccia per cominciare. Potevo dire con precisione a chi partecipava al workshop perché avevo messo me stesso nella narrazione e come avevo usato il materiale personale della vicenda per muovere la storia. Segnalavo parti dei miei essay che esemplificassero concetti che prima avevo cercato di spiegare usando però espressioni gergali del mondo giornalistico, come quando ho detto che è il “personaggio a trainare la storia” oppure che “la narrazione, in poche parole, è cronologia”.

Lennon illustrava inoltre la differenza fra le scene delle quali aveva avuto esperienza diretta e le scene che invece aveva ricostruito dopo il fatto, ascoltando  e conversando con i soggetti coinvolti o che erano stati testimoni. Poi ragionavano insieme su quali domande porre alle persone con le quali avrebbero dovuto parlare per raccogliere le testimonianze: ”Quando hai per la prima volta incontrato la violenza?”, “Con cosa ti picchiava l’uomo di tua madre”?, “Ti ricordi come eri vestito?”.

Il riferimento dei testi già scritti da Lennon rappresentava una guida di grande aiuto ma loro dovevano prima di tutto accettare, dice ancora Lennon, di andare incontro al futuro lettore dei loro racconti e essay, riconoscendo e discutendo il crimine che li aveva portati lì in carcere. Lennon spiega spesso nei suoi articoli come e perché a 24 anni, dopo aver lasciato la scuola a 15 anni, venne arrestato per omicidio e spaccio di droghe.

È una confessione necessaria, come una battuta fuori scena, una confidenza fra me e il lettore. Voglio che sappiano, senza che io lo dica esplicitamente, che si possono fidare di me nel farsi guidare nel nostro mondo, nello smontare certi miti fasulli”.

Lennon e gli altri scrittori in carcere sapevano di avere un privilegio nel potersi raccontare agli altri. E tuttavia egli si trovò a spiegare più volte ai partecipanti al suo laboratorio che per essere considerati narratori attendibili era necessario accettare il giudizio degli altri. “Il che significava essere onesti e vulnerabili, una situazione dura, perché per sopravvivere alla prigione è necessario stare sempre in guardia”  

Lennon ci dice anche che assistere queste persone nel workshop in carcere significava a volte dare indicazioni molto specifiche riferite al genere di scrittura che avevano deciso di intraprendere, il personal essay, che si muove in equilibrio fra la narrazione e l’argomentazione di tipo saggistico. Infatti un’indicazione ripetuta – una sorta di regola definita da un premio Pulitzer come Nicholas Kristof – suonava più o meno così: iniziate con un’idea molto precisa in testa sulla ragione che volete sostenere. Non scegliete un tema, scegliete un’argomentazione.

Il laboratorio alla Sullivan Correctional Facility, spiega Lennon, prese il volo quando tutti si misero al lavoro su un pezzo, un personal essay scritto da un partecipante al workshop che argomentava a sostegno di un provvedimento di legge, Second Look Act, che permette al giudice di riconsiderare una sentenza già emessa. Vennero fatte delle fotocopie del testo e l’autore lo lesse ad alta voce dopo una rapida lettura silenziosa fatta da ciascuno per conto proprio. A quel punto, matite alla mano, il pezzo venne discusso in aula con il contributo di tutti.

Lennon riferisce anche una considerazione sul suo metodo di lavoro con gli altri carcerati. È una sorta di reverse engineering che permette ai partecipanti di cogliere il funzionamento dei saggi letti. Si tratta di un metodo che aveva cominciato a usare anni prima in carcere quando aveva deciso di imparare a scrivere. La madre gli aveva sottoscritto l’abbonamento ad alcune riviste di qualità come Esquire, The Atlantic, The New Yorker. Pubblicazioni che racchiudevano generi diversi di scritture, dal giornalismo d’inchiesta, al memoir, alla saggistica, fino alla fiction. Lennon si concentrò su quel genere di pezzo, l’articolo long form tipico di queste pubblicazioni, sul quale studiava, smontandone la struttura e valutandone le componenti.

Appunto, leggere per scrivere.

Che è, in fondo, ciò che fanno quasi tutti i manuali e i corsi di scrittura. Lennon e i suoi compagni di carcere ci offrono un esempio di applicazione, in condizioni precarie, ma decisamente efficace.

  1.  John J. Lennon, Finding the Story, The New York Review of Books, 21 maggio 2025, <https://www.nybooks.com/contributors/john-j-lennon/>. Il libro The Tragedy of True Crime, dovrebbe uscire in settembre di quest’anno. ↩︎

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